Roma Moderna Testo
Accurata e Succinta
descrizione Topografica e Istorica di
ROMA MODERNA
Opera Postuma del’Abate
Ridolfino Venuti
Cortonese
Presidente alle Antichità Romane
E membro Onorario delle Regia Società degli Antiquari di
Londra
Ridotta in miglior forma accresciuta e ornata di molte FIGURE in Rame
Tono II. Parte II
In Roma MDCCLXVII
Presso Carlo Barbiellinini al Corso
Con licenza dei superiori
PALAZZO SALVIATI ALLA LUNGARA
Incontro alla ripa del
Fiume si vede il maestoso Palazzo del Duca Salviati, eretto dal Cardinal
Bernardo Salviati con architettura di Manni di Baccio Bigio Fiorentino, per
alloggiarvi Enrico III Re di Francia. Lo compongono tre nobili appartamenti,
che circondano un gran cortile, più magnifici forse di qualsivoglia Palazzo di
Roma, toltone il Farnese: e vi sono in piano molte delizie e Fontane.
Tra gli infiniti
Quadri, che abbondano le sue stanze, sono degni di particolare osservazione una
Madonna e un San Filippo figurati in due tele grandi da Giovanbattsta
GAlestruzzi Pittore, ed Intagliatore in rame Fiorentino.
Un quadro che rappresenta le due sorelle Maria
e Francesca Salviati, delle quali la prima madre di Cosimo I Grand Duca e l’altra di Leone XI Papa, felicemente
condotto da Francesco Furini, e non da Filippo suo Padre, anch’esso pittore.
Il Monte Parnaso con Apollo e le nove Muse, è
pittura di Giacomo Roberto, soprannominato Tintoretto; un San Francesco sostenuto da due Angioli è
di Ludovico Civoli; un Ecce Homo è di Angiolo Bronzino. Come anche un Convito;
un Paese del Mola, con figure del Maratta; un ritratto di Giovanni Elbein; un
altro, di Francesco Salviati; un Istoria di Giovan Maria Morandi; Lazzaro
risuscitato, del Tintoretto: un Paese fu il rame del Belli; una Maddalena,
d’Annibal Caracci; un’altra di Guido reni; un cristo con le tre Marie, di Paolo
veronese; altro con tre angioli, d’Alessandro Allori; Due Sacre Famiglie, una
di Davidde Ghirlandaio ed altri di Santi di Tito; un Salvatore deposto dalla
Croce ed una immagine della Morte, del Salviati; un San Giovanni Battista, del
Morandi; una Metamorfosi, di Baccio Bandinelli; una Madonna col Bambini, di Fra
Sebastiano del Piombo; un’altra di Leonardo da Vinci; S. Giovanni Battista nel
Desero del Bronzino; quattro Istorie del Testamento vecchio; d’Andrea del Sarto;
San Francesco di Sales, del Morandi; una Madonna col Bambino e San Giuseppe di
Giovanni Battista Paggi; un’ altra Madonna col Bambino e San Giovanni Battista,
d’Antonio Palma, il Signore che va al Calvario, di Gianantonio Sodoma; il
Signore in croce, del Bronzino; una Maddalena di Raffael Vanni, una San
Giovanni Battista del Furino ed altri.
Il Ritratto di
Gregorio XIII sedente, col Cardinal Nepote avanti, sono figure intere
eccellenti del Domenichino.
Nelle due camere, dette dell’Udienza, le Istorie
di cefalo coll’Aurora ed d’Arianna con
Teseo; dipinte sulle volte sono del Morandi. Nell’Altare, e nelle pareti della
Cappella lavorò Santi di Tito; ma nella volta operò anche il Salviati.
Veggonsi in detti
appartamenti diverse Statue: fralle quali 26 busti di vari marmi, per lo più
antichi: un bel Satiretto antico; una Venere parimente antica; un Bacco, un
Giove, un Apollo ed altre Deità; alcune Muse, Ninfe e Vestali; oltre una
raffinatissima Grue di Bronzo trovata sottoterra nel dar miglior forma al vago
ed ampio Giardino, dal quale si può entrare nell’Appartamento Superiore anche
colla Carrozza.