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Già pagina dedicata a tutti coloro che negli anni 2005 e 2006 hanno partecipato alla 57 sessione IASD E' quindi diventata la pagina dedicata all'Associazionismo Militare la vetrina della Emeroteca della Pubblicistica Militare del CESVAM - Dal 1 GENNAIO 2023 è diventato il blog di situazione della gestione dell'Albo d'Oro Nazionale dei Decorati Italiani e Stranieri dal 1972 ad oggi (info:centrostudicesvam@istitutonastroazzurro.org)
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Morte Liu Xiaobo, Qatar, Israele-Palestina | |
Newsletter n° 559 , 18 luglio 2017 | |
Il premio Nobel per la Pace e dissidente cinese Liu Xiaobo,
scomparso giovedì scorso agli arresti domiciliari,
è un personaggio scomodo per Pechino anche da
morto. Ma il sostegno dell'Occidente - che pure lo
aveva riconosciuto come portabandiera della lotta
per l'affermazione dei diritti umani nella Repubblica
popolare - è stato troppo flebile. Mentre nel Golfo
continuano le tensioni fra Qatar e Paesi dell'alleanza
saudita, il presidente francese Emmanuel Macron,
ricevendo a Parigi il premier israeliano Bibi Netanyahu,
ha rilanciato la soluzione dei due Stati per il conflitto
israelo-palestinese. E se la Mongolia dà il benvenuto
al suo Trump locale, neo-eletto alla presidenza, sull'altra
sponda del Pacifico 'the real' Donald Trump,
giunto sulla soglia dei sei mesi alla Casa Bianca,
continua la sua personalissima crociata controcorrente
rispetto alla lotta ai cambiamenti climatici.
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Italia e migranti, Siria, Brasile | |
Newsletter n° 558 , 14 luglio 2017 | |
Mentre nuovi arrivi di migranti sono attesi sulle coste italiane
nelle prossime ore, anche Frontex - l'agenzia europea per
il controllo delle frontiere esterne - ribadisce il no degli Stati
membri Ue all'apertura dei loro porti agli sbarchi: un nuovo
terreno di scontro aperto tra l'Italia e l'Unione. Nella Siria
sud-occidentale regge, nel frattempo, il cessate il fuoco
deciso al G20 di Amburgo e frutto del primo incontro
fra Vladimir Putin e Donald Trump. L'intesa fra
Russia e Usa, da Trump lungamente invocata,
potrebbe prefigurare cambiamenti significativi
nel Paese, attirando le attenzioni di Iran e Turchia,
gli altri due garanti - insieme a Mosca - dei negoziati
per la pace in Siria ad Astana. Intanto, in Brasile,
viene condannato in primo grado l'ex presidente
Lula: le nubi della corruzione che s'addensano sul
Paese si diraderanno prima del voto previsto per l'anno prossimo?
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Oggetto Newsletter : Balcani nell'Ue: Speciale Vertice di Trieste | |
Newsletter n° 557 , 12 luglio 2017 | |
Si apre oggi a Trieste, sotto presidenza italiana, la quarta
tappa del Processo di Berlino, l'annuale vertice
intergovernativo per l'integrazione europea dei Balcani
occidentali lanciato nel 2014 e che riunisce i
sei Stati membri dell'Ue maggiormente interessati
alla regione (Germania, Francia, Austria,
Croazia, Slovenia e Italia) e i sei Paesi che
aspirano a divenire membri dell'Unione
(Montenegro, Serbia, Albania, Kosovo,
Bosnia-Erzegovina e Macedonia). Tanti
i temi in agenda, approfonditi nello
Speciale che AffarInternazionali dedica all'evento:
integrazione economica regionale, connettività e
mobilità, stato di diritto, lotta alla corruzione,
crescita economica, sicurezza e stabilità.
In un clima turbolento, l'Ue saprà raccogliere
le sfide che provengono dai Balcani?
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Ue bilancio ed Estonia, Balcani a Trieste, Turchia, Iraq | |
Newsletter n° 556 , 11 luglio 2017 | |
Una mobilitazione senza precedenti nella recente storia de
l Paese - conclusasi domenica dopo una marcia di 450
chilometri - ha mostrato il volto della Turchia che si contrappone
a Erdogan, mentre nelle stesse ore, in Iraq, Mosul
veniva liberata dall'assedio del sedicente Stato islamico.
L'Ue, che si interroga sull'impronta da dare al prossimo
bilancio, sposa intanto le priorità digitali rilanciate dalla
presidenza di turno estone. E nel frattempo il Vecchio
continente si dà appuntamento a Trieste, domani,
per l'annuale summit intergovernativo con i sei Paesi
dei Balcani occidentali, preceduto oggi dal Forum
della società civile. Quali prospettive di integrazione
Ue per la regione? AffarInternazionali dedica al Vertice uno
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Oggetto Newsletter : G20, Qatar, terrorismo, Balcani nell'Ue | |
Newsletter n° 555 , 7 luglio 2017 | |
Inizia oggi ad Amburgo il G20, il Vertice che riunisce
i 19 Paesi più industrializzati al mondo più l'Ue e
che offrirà la prima occasione d'incontro fra Donald
Trump e Vladimir Putin. Il Vertice eredita molti dei
temi già in agenda al G7 di Taormina, mentre le
imprese italiane ritrovano slancio verso l'estero,
come testimonia il rapporto finale del Global
Outlook dello IAI presentato ieri a Roma.
Su questioni come lotta al cambiamento
climatico e immigrazione, però, non dovrebbero
esserci risultati concreti, complici i tanti crinali su
cui si fanno e disfano le alleanze tra i Grandi.
Una dichiarazione di intenti comune è attesa
sulla lotta al terrorismo: ma com'è cambiata la
minaccia fondamentalista negli ultimi anni? E se
l'Ue si prepara nel frattempo al meeting con i
Paesi dei Balcani occidentali, mercoledì a Trieste,
la tensione nel Golfo Persico fra Arabia Saudita e
Qatar evoca la situazione nel Vecchio continente
alla vigilia dello scoppio della Prima Guerra Mondiale.
La crisi rischia di sfuggire di mano?
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Medio Oriente, Processo di Berlino, Hong Kong, clima | |
Newsletter n° 554 , 4 luglio 2017 | |
Ancora tensioni nel Golfo Persico: scadrà domani, dopo
il prolungamento di 48 ore deciso ieri, l'ultimatum intimato
al Qatar per attuare le 13 richieste avanzate dalla coalizione
capeggiata dall'Arabia Saudita, fra cui la chiusura del canale
televisivo Al Jazira. L'intesa saudita-israeliana è la chiave di
lettura dei nuovi equilibri della regione? Mentre a Hong Kong
si celebrano i 20 anni dal ritorno a Pechino della sovranità
dell’ex colonia britannica, l’Italia si prepara a ospitare a Trieste,
tra una settimana, il quarto vertice del Processo di Berlino,
il piano per l'integrazione europea dei Balcani. E da
Roma arriva anche una risposta indiretta sull’ambiente
a Donald Trump: il Senato non è affatto morto e, anzi,
unisce la sua voce alla lotta al cambiamento climatico.
Alla vigilia del G20, lo IAI dedica, giovedì 6 luglio,
la presentazione del rapporto finale della XX
edizione del Global Outlook al tema
L’alto rappresentante dell’Ue per la Politica estera e di Sicurezza Federica Mogherini ha pubblicato, il 7 giugno, l’attesa ‘Joint Communication’ sulla resilienza. La comunicazione, intitolata “Un approccio strategico alla resilienza nell’azione esterna dell’Ue”, chiarisce il concetto di resilienza che era stato introdotto nella Strategia Globale dell’Unione europea (European Union Global Strategy) pubblicata lo scorso giugno 2016.
In particolare, la Strategia Globale pone tra gli obiettivi dell’Unione quello di rafforzare la resilienza di Stati e società, intendendo per resilienza “l’abilità degli Stati e delle società di riformarsi, quindi resistere e riprendersi da crisi interne ed esterne”. Tale resilienza tuttavia non è solo diretta ai Paesi del vicinato europeo, ma anche all’interno della stessa Ue.
Un concetto che supera le divisioni tra aree
Il concetto di resilienza appare più di 40 volte nella Global Strategy. Per questo motivo ha attirato l’attenzione degli accademici, i quali discutono sul fornire un chiaro e univoco significato al termine. Infatti, la resilienza, un concetto che deriva dalle scienze biologiche ed è stato ultimamente impiegato anche in psicologia, “è più un mezzo che un fine”. La recente comunicazione dell’alto rappresentante ha dunque l’intenzione di chiarire l’uso di questo termine quando applicato alla politica estera dell’Unione. Del resto, resilienza è un termine che necessitadi essere contestualizzato quando lo si utilizza. Nel recente documento, la resilienza ha diverse sfaccettature, che dimostrano come tale concetto sia trasversale alle diverse politiche dell’Unione. In ordine, il concetto viene applicato prima alla politica estera dell’Unione, con enfasi sul rafforzare la resilienza dei paesi partner e delle loro istituzioni e società, nonché delle loro economie. Ciò significa aiutare i paesi partner a rendersi capaci di rispondere alle crisi autonomamente, abbiano esse carattere politico, sociale o economico. Ad esempio, promuovere la resilienza nei Paesi del Mediterraneo potrebbe tradursi in un aiuto all’individuazione di strumenti che li rendano capaci di rispondere a crisi che essi potrebbero fronteggiare in futuro, come la forte disoccupazione giovanile che potrebbe causare, come in passato, turbolenze nella regione.
Non solo prevenzione delle crisi, ma soluzione dei problemi
Tuttavia resilienza non è solamente prevenzione delle crisi. Anzi, la resilienza mira ad agire sulle strutture per rispondere alle crisi cercando di andare alla radice del problema e non di farlo con un approccio emergenziale. Per esempio, in ciò che riguarda le crisi di lungo periodo in ambito di sicurezza, aiuto umanitario e allo sviluppo, la resilienza punta a rispondere alle fragilità strutturali dei Paesi in crisi, rendendoli capaci di fronteggiare le crisi attraverso lo sviluppo delle loro risorse interne, diminuendo nel frattempo anche la dipendenza da attori esterni. La resilienza è anche fondamentale nella prevenzione dei conflitti, e dunque nell’ambito delle politiche di sicurezza e difesa: promuovere riforme dei settori di sicurezza dei Paesi partner li rafforza nel mantenere una stabilità che giova non solo al Paese stesso, ma anche all’Unione stessa. Inoltre, il concetto di resilienza prevede che ciò avvenga nel rispetto degli standard dei diritti umani, consentendo all’Unione un’azione esterna che sia ancorata al rispetto dei diritti umani attraverso il “pragmatismo di principio” (principled pragmatism).
Da promozione della democrazia a rafforzamento della resilienza?
In effetti, diversi autori hanno considerato questo cambio nella politica estera dell’Unione come una rinuncia della stessa ad adottare un approccio basato sui valori europei nella sua azione esterna. In realtà, tale approccio cerca di incontrare i bisogni dei Paesi partner. È sicuramente, come già osservato da Mai’a K. Davis Cross, “una valutazione realistica di ciò che è possibile”. Le politiche di promozione della democrazia, portate avanti dall’Ue nel contesto della politica di vicinato, hanno in effetti avuto scarso successo, se escludiamo il caso della Tunisia – dove tuttavia fattori interni hanno contribuito alla stabilizzazione e alla transizione democratica -. Inoltre, il concetto di “promozione della democrazia” non è certo percepito con favore in Medio Oriente e Nord Africa, dove tale scopo è stato utilizzato nella giustificazione di conflitti armati, come l’ultima guerra in Iraq. La promozione della democrazia in questa regione ha principalmente fallito per la mancanza di corrispondenza tra le richieste della popolazione e le proposte europee. In Paesi instabili, dove si può faticare ad avere accesso ai beni primari a causa dei loro prezzi, o dove si rischia di rimanere vittime di violenze nel quotidiano, certamente la promozione della democrazia non è la priorità. Ciò non significa che essa non lo debba essere in futuro, ovvero che si debba ignorare il rispetto dei diritti umani: la resilienza cerca di rispondere alle sfide delle società a noi vicine mirando alla risoluzione dei loro problemi strutturali, e fa ciò in una maniera che promuova, di fondo, il rispetto dei diritti umani in modo da favorire in seguito al nascita di società democratiche, su richiesta dagli stessi cittadini di quei Paesi, in modo che il nuovo sistema valoriale sia più legittimato rispetto a quando esso viene promosso dall’esterno. |