massimo coltrinari
Master Politica Militare Comparata Dottrina Strategia Armamenti
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6 giorni fa
Già pagina dedicata a tutti coloro che negli anni 2005 e 2006 hanno partecipato alla 57 sessione IASD E' quindi diventata la pagina dedicata all'Associazionismo Militare la vetrina della Emeroteca della Pubblicistica Militare del CESVAM - Dal 1 GENNAIO 2023 è diventato il blog di situazione della gestione dell'Albo d'Oro Nazionale dei Decorati Italiani e Stranieri dal 1972 ad oggi (info:centrostudicesvam@istitutonastroazzurro.org)
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| Morte Liu Xiaobo, Qatar, Israele-Palestina | |
| Newsletter n° 559 , 18 luglio 2017 | |
Il premio Nobel per la Pace e dissidente cinese Liu Xiaobo,
scomparso giovedì scorso agli arresti domiciliari,
è un personaggio scomodo per Pechino anche da
morto. Ma il sostegno dell'Occidente - che pure lo
aveva riconosciuto come portabandiera della lotta
per l'affermazione dei diritti umani nella Repubblica
popolare - è stato troppo flebile. Mentre nel Golfo
continuano le tensioni fra Qatar e Paesi dell'alleanza
saudita, il presidente francese Emmanuel Macron,
ricevendo a Parigi il premier israeliano Bibi Netanyahu,
ha rilanciato la soluzione dei due Stati per il conflitto
israelo-palestinese. E se la Mongolia dà il benvenuto
al suo Trump locale, neo-eletto alla presidenza, sull'altra
sponda del Pacifico 'the real' Donald Trump,
giunto sulla soglia dei sei mesi alla Casa Bianca,
continua la sua personalissima crociata controcorrente
rispetto alla lotta ai cambiamenti climatici.
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| Italia e migranti, Siria, Brasile | |
| Newsletter n° 558 , 14 luglio 2017 | |
Mentre nuovi arrivi di migranti sono attesi sulle coste italiane
nelle prossime ore, anche Frontex - l'agenzia europea per
il controllo delle frontiere esterne - ribadisce il no degli Stati
membri Ue all'apertura dei loro porti agli sbarchi: un nuovo
terreno di scontro aperto tra l'Italia e l'Unione. Nella Siria
sud-occidentale regge, nel frattempo, il cessate il fuoco
deciso al G20 di Amburgo e frutto del primo incontro
fra Vladimir Putin e Donald Trump. L'intesa fra
Russia e Usa, da Trump lungamente invocata,
potrebbe prefigurare cambiamenti significativi
nel Paese, attirando le attenzioni di Iran e Turchia,
gli altri due garanti - insieme a Mosca - dei negoziati
per la pace in Siria ad Astana. Intanto, in Brasile,
viene condannato in primo grado l'ex presidente
Lula: le nubi della corruzione che s'addensano sul
Paese si diraderanno prima del voto previsto per l'anno prossimo?
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| Oggetto Newsletter : Balcani nell'Ue: Speciale Vertice di Trieste | |
| Newsletter n° 557 , 12 luglio 2017 | |
Si apre oggi a Trieste, sotto presidenza italiana, la quarta
tappa del Processo di Berlino, l'annuale vertice
intergovernativo per l'integrazione europea dei Balcani
occidentali lanciato nel 2014 e che riunisce i
sei Stati membri dell'Ue maggiormente interessati
alla regione (Germania, Francia, Austria,
Croazia, Slovenia e Italia) e i sei Paesi che
aspirano a divenire membri dell'Unione
(Montenegro, Serbia, Albania, Kosovo,
Bosnia-Erzegovina e Macedonia). Tanti
i temi in agenda, approfonditi nello
Speciale che AffarInternazionali dedica all'evento:
integrazione economica regionale, connettività e
mobilità, stato di diritto, lotta alla corruzione,
crescita economica, sicurezza e stabilità.
In un clima turbolento, l'Ue saprà raccogliere
le sfide che provengono dai Balcani?
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| Ue bilancio ed Estonia, Balcani a Trieste, Turchia, Iraq | |
| Newsletter n° 556 , 11 luglio 2017 | |
Una mobilitazione senza precedenti nella recente storia de
l Paese - conclusasi domenica dopo una marcia di 450
chilometri - ha mostrato il volto della Turchia che si contrappone
a Erdogan, mentre nelle stesse ore, in Iraq, Mosul
veniva liberata dall'assedio del sedicente Stato islamico.
L'Ue, che si interroga sull'impronta da dare al prossimo
bilancio, sposa intanto le priorità digitali rilanciate dalla
presidenza di turno estone. E nel frattempo il Vecchio
continente si dà appuntamento a Trieste, domani,
per l'annuale summit intergovernativo con i sei Paesi
dei Balcani occidentali, preceduto oggi dal Forum
della società civile. Quali prospettive di integrazione
Ue per la regione? AffarInternazionali dedica al Vertice uno
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| Oggetto Newsletter : G20, Qatar, terrorismo, Balcani nell'Ue | |
| Newsletter n° 555 , 7 luglio 2017 | |
Inizia oggi ad Amburgo il G20, il Vertice che riunisce
i 19 Paesi più industrializzati al mondo più l'Ue e
che offrirà la prima occasione d'incontro fra Donald
Trump e Vladimir Putin. Il Vertice eredita molti dei
temi già in agenda al G7 di Taormina, mentre le
imprese italiane ritrovano slancio verso l'estero,
come testimonia il rapporto finale del Global
Outlook dello IAI presentato ieri a Roma.
Su questioni come lotta al cambiamento
climatico e immigrazione, però, non dovrebbero
esserci risultati concreti, complici i tanti crinali su
cui si fanno e disfano le alleanze tra i Grandi.
Una dichiarazione di intenti comune è attesa
sulla lotta al terrorismo: ma com'è cambiata la
minaccia fondamentalista negli ultimi anni? E se
l'Ue si prepara nel frattempo al meeting con i
Paesi dei Balcani occidentali, mercoledì a Trieste,
la tensione nel Golfo Persico fra Arabia Saudita e
Qatar evoca la situazione nel Vecchio continente
alla vigilia dello scoppio della Prima Guerra Mondiale.
La crisi rischia di sfuggire di mano?
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| Medio Oriente, Processo di Berlino, Hong Kong, clima | |
| Newsletter n° 554 , 4 luglio 2017 | |
Ancora tensioni nel Golfo Persico: scadrà domani, dopo
il prolungamento di 48 ore deciso ieri, l'ultimatum intimato
al Qatar per attuare le 13 richieste avanzate dalla coalizione
capeggiata dall'Arabia Saudita, fra cui la chiusura del canale
televisivo Al Jazira. L'intesa saudita-israeliana è la chiave di
lettura dei nuovi equilibri della regione? Mentre a Hong Kong
si celebrano i 20 anni dal ritorno a Pechino della sovranità
dell’ex colonia britannica, l’Italia si prepara a ospitare a Trieste,
tra una settimana, il quarto vertice del Processo di Berlino,
il piano per l'integrazione europea dei Balcani. E da
Roma arriva anche una risposta indiretta sull’ambiente
a Donald Trump: il Senato non è affatto morto e, anzi,
unisce la sua voce alla lotta al cambiamento climatico.
Alla vigilia del G20, lo IAI dedica, giovedì 6 luglio,
la presentazione del rapporto finale della XX
edizione del Global Outlook al tema
L’alto rappresentante dell’Ue per la Politica estera e di Sicurezza Federica Mogherini ha pubblicato, il 7 giugno, l’attesa ‘Joint Communication’ sulla resilienza. La comunicazione, intitolata “Un approccio strategico alla resilienza nell’azione esterna dell’Ue”, chiarisce il concetto di resilienza che era stato introdotto nella Strategia Globale dell’Unione europea (European Union Global Strategy) pubblicata lo scorso giugno 2016.
In particolare, la Strategia Globale pone tra gli obiettivi dell’Unione quello di rafforzare la resilienza di Stati e società, intendendo per resilienza “l’abilità degli Stati e delle società di riformarsi, quindi resistere e riprendersi da crisi interne ed esterne”. Tale resilienza tuttavia non è solo diretta ai Paesi del vicinato europeo, ma anche all’interno della stessa Ue.
Un concetto che supera le divisioni tra aree
Il concetto di resilienza appare più di 40 volte nella Global Strategy. Per questo motivo ha attirato l’attenzione degli accademici, i quali discutono sul fornire un chiaro e univoco significato al termine. Infatti, la resilienza, un concetto che deriva dalle scienze biologiche ed è stato ultimamente impiegato anche in psicologia, “è più un mezzo che un fine”. La recente comunicazione dell’alto rappresentante ha dunque l’intenzione di chiarire l’uso di questo termine quando applicato alla politica estera dell’Unione. Del resto, resilienza è un termine che necessitadi essere contestualizzato quando lo si utilizza. Nel recente documento, la resilienza ha diverse sfaccettature, che dimostrano come tale concetto sia trasversale alle diverse politiche dell’Unione. In ordine, il concetto viene applicato prima alla politica estera dell’Unione, con enfasi sul rafforzare la resilienza dei paesi partner e delle loro istituzioni e società, nonché delle loro economie. Ciò significa aiutare i paesi partner a rendersi capaci di rispondere alle crisi autonomamente, abbiano esse carattere politico, sociale o economico. Ad esempio, promuovere la resilienza nei Paesi del Mediterraneo potrebbe tradursi in un aiuto all’individuazione di strumenti che li rendano capaci di rispondere a crisi che essi potrebbero fronteggiare in futuro, come la forte disoccupazione giovanile che potrebbe causare, come in passato, turbolenze nella regione.
Non solo prevenzione delle crisi, ma soluzione dei problemi
Tuttavia resilienza non è solamente prevenzione delle crisi. Anzi, la resilienza mira ad agire sulle strutture per rispondere alle crisi cercando di andare alla radice del problema e non di farlo con un approccio emergenziale. Per esempio, in ciò che riguarda le crisi di lungo periodo in ambito di sicurezza, aiuto umanitario e allo sviluppo, la resilienza punta a rispondere alle fragilità strutturali dei Paesi in crisi, rendendoli capaci di fronteggiare le crisi attraverso lo sviluppo delle loro risorse interne, diminuendo nel frattempo anche la dipendenza da attori esterni. La resilienza è anche fondamentale nella prevenzione dei conflitti, e dunque nell’ambito delle politiche di sicurezza e difesa: promuovere riforme dei settori di sicurezza dei Paesi partner li rafforza nel mantenere una stabilità che giova non solo al Paese stesso, ma anche all’Unione stessa. Inoltre, il concetto di resilienza prevede che ciò avvenga nel rispetto degli standard dei diritti umani, consentendo all’Unione un’azione esterna che sia ancorata al rispetto dei diritti umani attraverso il “pragmatismo di principio” (principled pragmatism).
Da promozione della democrazia a rafforzamento della resilienza?
In effetti, diversi autori hanno considerato questo cambio nella politica estera dell’Unione come una rinuncia della stessa ad adottare un approccio basato sui valori europei nella sua azione esterna. In realtà, tale approccio cerca di incontrare i bisogni dei Paesi partner. È sicuramente, come già osservato da Mai’a K. Davis Cross, “una valutazione realistica di ciò che è possibile”. Le politiche di promozione della democrazia, portate avanti dall’Ue nel contesto della politica di vicinato, hanno in effetti avuto scarso successo, se escludiamo il caso della Tunisia – dove tuttavia fattori interni hanno contribuito alla stabilizzazione e alla transizione democratica -. Inoltre, il concetto di “promozione della democrazia” non è certo percepito con favore in Medio Oriente e Nord Africa, dove tale scopo è stato utilizzato nella giustificazione di conflitti armati, come l’ultima guerra in Iraq. La promozione della democrazia in questa regione ha principalmente fallito per la mancanza di corrispondenza tra le richieste della popolazione e le proposte europee. In Paesi instabili, dove si può faticare ad avere accesso ai beni primari a causa dei loro prezzi, o dove si rischia di rimanere vittime di violenze nel quotidiano, certamente la promozione della democrazia non è la priorità. Ciò non significa che essa non lo debba essere in futuro, ovvero che si debba ignorare il rispetto dei diritti umani: la resilienza cerca di rispondere alle sfide delle società a noi vicine mirando alla risoluzione dei loro problemi strutturali, e fa ciò in una maniera che promuova, di fondo, il rispetto dei diritti umani in modo da favorire in seguito al nascita di società democratiche, su richiesta dagli stessi cittadini di quei Paesi, in modo che il nuovo sistema valoriale sia più legittimato rispetto a quando esso viene promosso dall’esterno. | |
| Ue e Turchia, Usa e migranti, Iran | |
| Newsletter n° 552 , 28 giugno 2017 | |
È giunta l'ora di porre fine al processo di adesione della
Turchia all'Unione europea? Dopo il referendum di aprile,
che ha ulteriormente accentrato il potere nelle mani di
Erdogan, se lo chiedono in tanti. Per il direttore dello
IAI Nathalie Tocci, l'Europa non deve lasciare sola la
società civile turca: mantenere lo status quo, per
entrambi i partner, è il minore dei mali; accelerare
verso un'unione doganale moderna, invece,
l'incentivo a non raggelare i rapporti. Le nubi
sulla fattibilità di ulteriori allargamenti Ue stazionano anche sui Balcani, che si preparano alla tappa italiana - a Trieste il 12 luglio - del Processo di Berlino, dopo che il
Montenegro è intanto divenuto il 29o Stato membro
della Nato. Negli Usa, Donald Trump ottiene una
mezza vittoria: la Corte Suprema dà un parziale
via libera all'applicazione del Muslim Ban
(il divieto di ingresso negli Stati Uniti per
cittadini provenienti da 6 Paesi a maggioranza
musulmana), mentre i deserti al confine con
il Messico fanno registrare quasi più morti del
Mediterraneo. E in Iran, i pasdaran provano a capitalizzare, a
spese dei riformatori, i toni aggressivi dell'Amministrazione Trump e dei sauditi.
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| Caso Regeni, Siria, Mar Rosso, roaming | |
| Newsletter n° 551 , 26 giugno 2017 | |
Il ritorno dell'ambasciatore italiano al Cairo? Un passo
indietro, secondo i contrari all'invio: iniziative
diplomatiche alternative da prendere dovrebbero
andare piuttosto nella direzione di quelle "misure
progressive" già evocate dal premier Gentiloni.
AffarInternazionali continua a ospitare il dibattito
pro e contro il ritorno del rappresentante italiano
al Cairo, mentre proprio l'Egitto è protagonista in
Medio Oriente di una manovra per trasferire all'Arabia
Saudita la sovranità su due isolotti nel Mar Rosso,
con l'ok di Israele. Come si evolve nel frattempo
la situazione in Siria, a una settimana dal nuovo
incontro del Gruppo di Astana convocato dalla
Russia per il 4 luglio? E mentre comincia la
stagione estiva, l'Unione europea, sempre alle
prese con il problema dei migranti, fa leva
sull'abolizione del roaming: un risultato concreto
per rompere il clima di diffidenza da parte dei cittadini dell'Ue.
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| Migranti e spazi d’eccezione Mediterraneo: nuove geografie umane Diego Bolchini 25/06/2017 |
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La mobilità nel Mediterraneo dei rifugiati, tra campi istituzionali e campi spontanei, è stato uno dei temi affrontati dal XXXII Congresso Geografico Italiano, avente come filo conduttore "l'apporto della geografia tra rivoluzioni e riforme".| Ong sotto inchiesta Migranti: verso norme internazionali valide Onofrio Spinetti 22/06/2017 |
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L’indagine del procuratore della Repubblica di Catania, Carmelo Zuccaro, su presunti accordi esistenti fra trafficanti e Ong nel Mar Mediterraneo e la successiva commissione d’inchiesta parlamentare, hanno portato alla luce non solo un fenomeno che per numero di imbarcazioni civili impiegate non ha precedenti ma anche una problematica ben più complessa: le diverse normative internazionali relative al soccorso in mare mal si adeguano all’esigenza di fare fronte alle numerose richieste di soccorso relative ai flussi migratori via mare compiuti utilizzando imbarcazioni non sicure; e, inoltre, esse nulla statuiscono nel caso in cui imbarcazioni civili formano, di fatto, un corridoio umanitario in acque internazionali.| Ue, G20 e Africa, euroscettici d'Italia | |
| Newsletter n° 550 , 22 giugno 2017 | |
Migrazioni, sicurezza, e difesa sono al centro del Consiglio europeo
di oggi e domani a Bruxelles: i capi di Stato e di governo dell'Ue
discuteranno di diritto d'asilo e valuteranno il primo rapporto
sull'attuazione della Strategia Globale a un anno dalla sua
pubblicazione. Il coraggio di andare avanti nonostante la Brexit -
il cui negoziato è stato formalmente avviato lunedì scorso
- sta pagando. Sul fronte immigrazione - in vista del G20
di Amburgo del mese prossimo - Angela Merkel pensa
di coinvolgere anche i Paesi africani. E proprio sulla
gestione dei flussi migratori si gioca la reputazione
dell'Unione: per gli italiani, secondo uno studio di
Chatham House, è in cima ai fallimenti dell'Ue.
Come invertire la rotta?
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| Euroscetticismo, caso Regeni, Catalogna, armi nucleari | |||||||||||
| Newsletter n° 548 , 16 giugno 2017 | |||||||||||
L'Unione europea galvanizzata dalla prospettiva di vittoria alle legislative
di Emmanuel Macron e dal rinsaldato asse fra Parigi e
Berlino si prepara all'avvio dei negoziati sulla Brexit,
confermato per lunedì prossimo, senza alterazione rispetto
al calendario originario (nonostante la maggioranza sfumata
a Westminster e il clima da resa dei conti fra i conservatori).
L'Ue arriva all'appuntamento forte della tenuta rispetto
ai nazionalismi euroscettici, tanto nelle urne quanto nelle
rilevazioni d'Eurobarometro. Ma la situazione all'esterno e
all'interno dell'Unione non è ovunque serena: se da una
parte le elezioni anticipate in Kosovo pongono nuovi ostacoli
sulla via della distensione con la Serbia, dall'altra montano
nuove tensioni fra Madrid e Barcellona, dopo l'annunciata
convocazione di un referendum per l'indipendenza della
Catalogna. Mentre il mondo si interroga sulle ricadute nel
Golfo dell'isolamento del Qatar e l'Onu torna a discutere
della messa al bando delle armi nucleari, l'assenza da
più di un anno di un ambasciatore italiano al Cairo,
legata al sequestro e all'uccisione di Giulio Regeni,
continua a fare discutere: ricerca della giustizia o
interessi economici, che cosa prevarrà?
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| Elezioni in Francia e Gran Bretagna, Qatar, Italia-Egitto | |||||||||||
| Newsletter n° 547 , 13 giugno 2017 | |||||||||||
Successo a valanga per Emmanuel Macron: la sua République
En Marche - al debutto nelle urne francesi - finisce in testa
anche nel primo turno delle legislative, con il 32,3%, staccando
i Républicains - arrivati secondi - di 11 punti. In vista dei
ballottaggi di domenica prossima, il presidente Macron
può gongolare, prevedendo una maggioranza che supererebbe
ampiamente i 400 seggi all'Assemblea nazionale. Per un leader
che si assicura un solido sostegno parlamentare, un'altra vacilla,
vittima della voglia di voto anticipato e delle sue conseguenze
politiche. In che modo la debolezza di Theresa May influenzerà il
negoziato della Brexit (che inizia lunedì prossimo) e la costruzione
di una difesa Ue senza Londra? Nel frattempo, continua la crisi nel
Golfo: una lista con i nomi di 59 personalità e 12 organizzazioni legate
al Qatar e ritenute "sponsor del terrorismo" è stata pubblicata, mentre
Riad lancia agli attori regionali un chiaro monito, mettendo Doha nell'angolo.
Quali sono le ripercussioni sull'Italia e l'Ue? E il nostro Paese
manderà l'ambasciatore al Cairo, dove un rappresentante italiano manca da
più di un anno, in risposta alla crisi apertasi con l'Egitto.
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Uno dei fenomeni più drammatici a cui la nostra società sembra essersi tristemente abituata è l’ormai inaccettabile squilibrata distribuzione del cibo a livello globale, con milioni di individui che non hanno accesso a cibo sano e nutriente a dispetto di altri che invece possono permettersi il lusso di gettarlo, generando sprechi e perdite alimentari (il cosiddetto Food Losses and Waste).Secondo la Fao, più di un miliardo di tonnellate di cibo sono sprecate ogni anno, per cause diverse, nei Paesi sviluppati (cattive abitudini dei consumatori unite all’assenza di coordinamento tra i vari attori della filiera alimentare) e in quelli in via di sviluppo (infrastrutture carenti e altre debolezze strutturali di tipo finanziario e manageriale). Il tema ha suscitato una grande reazione non solo di istituzioni nazionali e internazionali, ma anche della società civile. Non è un caso che esso sia stato inserito nella “Carta di Bologna per l’ambiente”, firmata l’8 giugno durante uno dei tanti eventi collaterali alla ministeriale del G7 sull’Ambiente dell’11 e 12 giugno. Fao: 2,6 miliardi di costi globali Per la Fao i costi globali di sprechi e perdite alimentari ammonterebbero a circa 2,6 mila miliardi di euro. Oltre alle perdite economiche, ci sono enormi costi ambientali e sociali tra cui le emissioni di CO2 nell’atmosfera, lo sfruttamento delle risorse idriche e agricole, oltre che una seria minaccia per la biodiversità. I Paesi membri dell’Unione europea generano ogni anno circa 90 milioni di tonnellate di sprechi e perdite alimentari (circa 173 kg pro capite), per un valore totale superiore ai 140 miliardi di euro, pari all’intero bilancio dell’Ue. Anche per arginare questo fenomeno, la Commissione europea nel 2015 ha lanciato un pacchetto (fatto di un actionplan e quattro proposte di direttiva) sulla cosiddetta “economia circolare”, attualmente al vaglio del Parlamento e del Consiglio. L’obiettivo è di allineare le politiche europee agli obiettivi di sviluppo sostenibile dell’Onu, creando un modello di consumo e di produzione realmente sostenibile. ![]() La proposta di direttiva della Commissione sui rifiuti (di cui lo spreco alimentare fa parte) prevede tra le altre misure: la creazione di una metodologia comune entro il 2017 volta a misurare il fenomeno ed effettuare comparazioni tra i diversi Stati membri; la definizione di una chiara gerarchia del cibo che metta al primo posto il consumo umano rispetto alla sua conversione in mangime per animali o alla produzione di prodotti non edibili (biocarburanti, ecc.); la riduzione dello spreco nel settore primario, nella distribuzione, nella ristorazione e a livello domestico. Per facilitare il raggiungimento di questo risultato è stata costituita una piattaforma europea multi-settoriale con l’obiettivo di condividere buone pratiche e affrontare gli aspetti più critici del tema, dalla definizione di spreco alla individuazione di linee guida per agevolare le donazioni di surplus di cibo a enti caritatevoli. La proposta della Commissione è stata emendata e poi approvata dal Parlamento riunito in seduta plenaria, inserendo obiettivi più stringenti per gli Stati membri come il dimezzamento di sprechi e perdite alimentari entro il 2030. Le critiche degli attori del terzo settore La proposta della Commissione ha suscitato inevitabilmente delle critiche da parte di vari attori. Non sarà facile raggiungere un accordo su una definizione condivisa di spreco e perdite alimentari e sulla metodologia di calcolo. Gli attori del terzo settore per esempio vorrebbero che oltre a misurare la quantità di cibo sprecato o perso nel corso della filiera si calcolasse anche la quantità di cibo recuperato. La misurazione dovrebbe coinvolgere inoltre gli sprechi e le perdite generate nel settore primario, dove spesso i produttori sono costretti a produrre fino al 30 per cento in più per rispettare i loro contratti. Sul fronte della donazione del cibo ci sono poi problemi importanti relativi al rispetto dei princìpi igienico-sanitari del cibo donato, soprattutto nel caso di cibi freschi per i quali bisogna garantire la tutela della catena del freddo e che richiedono strutture di cui le associazioni di volontari non necessariamente dispongono. Infine le linee guida europee devono a tutti i costi evitare che si arrivi a creare due categorie di individui: una che ha accesso a cibo sano e nutriente e una che può essere nutrita solo con le donazioni di surplus di cibo. L’obiettivo finale deve essere quello di rendere il sistema di produzione del cibo sempre più sostenibile, facendo sì che gli sprechi e le perdite alimentari cessino di costituire un elemento quasi intrinseco al sistema di produzione alimentare. ![]() Nel frattempo Francia e Italia hanno già compiuto i passi più significativi a livello normativo nella lotta allo spreco alimentare. Entrambi hanno infatti emanato leggi molto importanti anche se gli approcci utilizzati differiscono in modo significativo. La Francia ha adottato una legge piuttosto punitiva, volta ad eliminare la piaga del surplus di cibo invenduto e letteralmente distrutto praticata da alcuni grandi supermercati. È stato quindi istituitol’obbligo per i supermercati dalla superficie di almeno 400 metri quadri di donare il surplus di cibo a enti caritatevoli, con multe fino a 3.750 euro per i trasgressori. In Italia invece, la recente legge Gadda ha visto il coinvolgimento di numerosi attori, con l’obiettivo di semplificare le procedure per la donazione del surplus di cibo, attraverso incentivi fiscali (come la riduzione della Tari) per chi dona cibo ad enti caritatevoli, ma anche intervenendo sul tema delle etichette (si pensi alla differenza spesso poco chiara al consumatore tra “scade il” e “consumarsi preferibilmente entro”) e costituendo un tavolo di confronto a livello di ministero dell’Ambiente per coordinare i vari attori coinvolti. Verso la creazione di un DG Food? La proposta della Commissione che sarà approvata nei prossimi mesi rappresenterà un grande passo in avanti nella lotta globale contro spreco e perdite alimentari, anche se diversi sono i temi su cui bisognerà lavorare in futuro per raggiungere risultati ancora più tangibili. Tra questi non solo la necessità di includere maggiormente il settore agricolo riducendo a monte la sovrapproduzione di cibo e tutelando allo stesso tempo i produttori; servirà anche una maggiore attenzione verso il settore digitale che sta dando già importanti risultati in materia di donazione del cibo; occorre poi una maggiore educazione dei consumatori per diffondere stilidi alimentazione più consapevoli e sostenibili. L’obiettivo più ambizioso è però quello di produrre un cambio istituzionale a livello europeo, che porti alla creazione di un vero e proprio DG Food che dia vita ad una nuova politica Ue di sicurezza alimentare che si basi sul nesso tra cibo, acqua, energia e cambiamento climatico e consenta di restituire al cibo il valore che merita. Daniele Fattibene lavora nel programma Sicurezza e Difesa dello IAI (@danifatti). |