LA GUERRA DI LIBERAZIONE
La coalizione hitleriana
Il nemico
Nessuno assicurava il futuro
dell’Italia come stato unitario, in quanto legato all’andamento della guerra,
Intanto la Germania, già il 10 settembre si era annessa l’Alto Adige ed il
Friuli Orientale compresa Trieste[1],
mentre l’Istria e la provincia di Lubiana erano anch’esse incorporate nella
Germania e in paesi suoi alleati, dando un preciso orientamento delle sue
intenzioni a guerra terminata e a vittoria ottenuta, nel solco
dell’atteggiamento antirisorgimentale ed antiunitario austriaco ereditato con
l’annessione dell’Austria nel 1938. Le Nazioni Unite, con una politica di più
ampie vedute, lascavano intendere che il futuro dell’Italia dipendeva in modo
proporzionale all’aiuto che essa avrebbe dato alla causa alleata. Su quella
base si sarebbe delineato il trattato di pace. In sostanza, però, gli interessi
alleati e quelli della Germania avrebbero sempre fatto premio su quelli
italiani, a prescindere dl tempo e dal luogo ove questi si sarebbero
manifestati e maturati.
[1]
La prova che Trieste non era più italiana sta nel fatto che una legge del Reich
proibiva di costruire campi di concentramento fuori dal territorio del Reich
stesso per motivi di sicurezza nazionale. A Triste fu aperto il campo di
concentramento della Risiera di San Saba a gestione ed amministrazione
completamente tedesca.
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