La coalizione hitleriana
la difesa dei confini meridionali
la difesa dei confini meridionali
Anche per la Germania la difesa dei confini meridionali del Reich che divenne una potenziale necessità con la caduta del regime fascista il 25 luglio, si risolse con una vittoria, l’ultima vittoria della Wehrmacht nella seconda guerra mondiale, con applicazione brillante del piano Asche che portò alla occupazione di due terzi del territorio italiano. Nei piani tedeschi la difesa del confine meridionale del Reich nella migliore delle ipotesi si poteva avere sulla linea degli Appennini a protezione della pianura Padana, ove erano le maggiori industrie italiane, nella peggiore ma più probabile sulle Alpi, in uno scenario che avrebbe ricordato quello della prima guerra mondiale. Mentre Rommel, comandante del gruppo Armate B già era orientato verso questa situazione all’indomani dell’armistizio, Kesserling, Comandante Superiore Sud, non solo volle tenere gli Appennini ma anche Roma e nell’intento di non abbandonare le sue truppe a sud di Roma riuscì a fermare gli sbarchi e l’avanzata alleata stabilendo una linea che andava da sud di Napoli a Manfredonia, con il recupero di quasi tutte le sue forze operanti nel meridione italiano. Napoli cadde solo il 1 ottobre e questo sottolinea il successo tedesco. Per entrambi i contendenti, che usavano il territorio italiano come campo di battaglia, quello che per gli alleati era la Campagna d’Italia e quello che per i tedeschi era la difesa dei confini meridionali del Reich iniziava nel migliore dei modi. Il nemico
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