LA GUERRA DI LIBERAZIONE
La coalizione hitleriana
Il nemico
Può sorprendere che fra i nemici
della Guerra di Liberazione si pongo i paesi delle Nazioni Unite. La propaganda
e la voce popolare li chiamarono da subito “i liberatori”. Essi erano
espressione di nazione democratiche e libere, assetti politici a cui aspiravano
i migliori esponenti della Guerra di Liberazione. Ma anche loro portavano
avanti delle politiche che limitavano l’azione degli Italiani. Tutto era subordinato
ai loro interessi militari e politici, presenti e futuri. Quello che veniva
concesso era solo in misura adeguata a questi interessi. Per comprendere come
la Guerra di Liberazione è una guerra degli Italiani che dovevano riconquistare
la dignità di un popolo e un posto tra le nazioni dopo le nefandezze del
fascismo (aggressione all’Etiopia, invasione dell’Albania, invasione della
Jugoslava, occupazione dei territori dei Balcani ecc.). E le prove da superare
furono dure. Ad esempio al momento della costituzione dei Gruppi di
Combattimento, nell’estate del 1944, queste formazioni di livello divisionale
non ebbero il nome di divisione; non ebbero nemmeno in dotazione forze corazzate,
solo fanteria e artiglieria e supporti. Questo perchè senza forze corazzate non
si poteva al tempo conseguire nessuna vittoria su ampia scala; le forze
italiane dovevano essere sempre a supporto e sostegno delle forze alleate, in
particolare di quelle del Corpo Polacco in cui erano inserite. Non si voleva
che successi colti sul campo da truppe italiane, potessero essere presentati al
tavolo del Trattato di pace in misura superiore a quella desiderata,
soprattutto dai britannici. E questo è una costante per il I fronte della
Guerra di Liberazione. Per il II Fronte, basti ricordare il celebre Proclama di
Alexander del novembre 1944, che invitava i “ribelli” a ritornare a casa. Un
assist per i nemici della Guerra di Liberazione di gran rilievo che si può
comprendere solo se si adotta l’approccio da noi proposto.
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