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Palazzo Salviati. La Storia

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giovedì 27 gennaio 2011

Nel 2014 Kaohsiung vedrà sorgere il Pop Culture Center.

2.500 posti indoor e 12.000 outdoor in un area di circa 120000 metri quadrati situata vicino al porto. Si tratta del Kaohsiung Marine Culture and Pop Music Center, un centro dedicato agli eventi musicali e alla cultura in progetto per il 2014 a Kaohsiung, seconda città di Taiwan, sulla costa meridionale.
Lo scorso 19 gennaio, le autorità di Kaohsiung hanno rivelato il nome del progetto del valore di 110 milioni di Euro (4,39 miliardi di dollari taiwanesi) che ha vinto la gara d’appalto per il nuovo centro. Giudicato da una giuria internazionale composta da architetti, accademici e rappresentanti del mondo musicale, il progetto è stato ideato dall’architetto spagnolo Manuel Alvarez-Monteserin Lahoz in collaborazione con l’omologo taiwanese Mark Ongg.
Stando a quanto dichiarato dall’Ufficio per i Lavori Pubblici della città di Kaohsiung, il Pop Music Center potrà ospitare complessivamente 14.500 spettatori, 2.500 nelle aree interne e 12.000 nelle aree esterne. Si ritiene inoltre che il parco potrà fare da scenario per 500 spettacoli all’anno, coinvolgendo nelle proprie attività quasi 400.000 visitatori.
Secondo le parole di Zhang Wan-shun, vicedirettore dell’Ufficio per i Lavori Pubblici di Kaohsiung “questo nuovo progetto metterà in relazione l’immagine marittima di questa città portuale con la sua cultura giovanile, promuovendo l’industria culturale e creativa tipica del sud di Taiwan”.

Zhang ha poi proseguito dichiarando che “una volta terminato, il Pop Music Center darà nuova vita all’intera area del vecchio porto e conferirà una notevole spinta all’industria turistica locale”.
L’inizio dei lavori è previsto per il 2012.

domenica 9 gennaio 2011

Le Guerre Globali, Le concezioni strategiche e le rivoluzioni negli affari militari

I Parte

Oggi quando si parla di guerra globale intendiamo “guerre che coinvolgono anche non simultaneamente le popolazioni e il territorio del globo (inteso politicamente), che perseguono interessi globali e adottano strategie globali. Le guerre globali sono precedute o seguite da rivoluzioni epocali negli affari militari e danno vita a nuovi ordini globali”.

Le rivoluzioni militari sono svolte tecniche epocali. Le ultime rivoluzioni in ordine di tempo attengono:

a. alla parità nucleare;

b. al precision strike (attacco di precisione);

c. all’information warfare.



Le rivoluzioni però non nascono dal nulla ma sono il frutto di vicende storiche che risalgono a tempi antichi. Tali vicende/guerre del passato ci consentono di interpretare correttamente quanto sta avvenendo oggi.

Facciamo pertanto un breve excursus per notare l’evoluzione delle rivoluzioni.

a. Guerre persiane (490 - 478 a.c. ): possono essere considerate come una guerra globale in quanto riguardavano tutte le civiltà dell’epoca.

b. Regni combattenti (453 - 221). Tali guerre venivano combattute per la definizione del potere globale, da cui è sorto il Regno della dinastia Cin che avrebbe dovuto durare secoli e in realtà è durato solo durata 21 anni.

c. Guerra del Peloponneso (431 - 404) . E’ stata una guerra di blocchi, di leghe, tra mari e continenti. Due blocchi (Sparta e Atene) si confrontavano per un nuovo ordine. Atene alla fine ha dovuto cambiare regime: dalla democrazia è passata ad un sistema chiuso e ha dovuto anche cambiare la propria tecnica di combattimento a causa delle continue incursioni nell’Attica degli spartani. Pericle ha, pertanto, inurbato le popolazioni durante le incursioni. Questa nuova tecnica ha però portato anche delle conseguenze negative da un punto di vista organizzativo: le condizioni igieniche erano precarie e causavano malattie!

d. Alèxandros (336 - 323). Con Alessandro comincia il pendolo tra Occidente e Oriente. All’inizio l’Occidente era completamente staccato dall’Oriente. Alessandro è colui che cerca di andare in Oriente per stabilire un impero (riuscendoci). La sua rivoluzione è stata quella di usare l’esercito come elemento di conquista.

e. Prima delle Guerre Puniche (279 a.c.) e Guerre Puniche (264 – 146). Dopo le guerre puniche Roma controllava tutto il Mediterraneo e gli Stati attorno al mare nostrum. Prima tale potere era esercitato unitamente ad altre tre grandi potenze tra cui Cartagine.

f. Gengis Khan con i suoi mongoli e le sue confederazioni comincia ad espandersi verso l’Occidente e all’inizio del 200-300 riuscì a conquistare tutto il mondo conosciuto arrivando fino a Mosca. Dal punto di vista militare si inventa l’incursione complessa.

g. Guerra dei 30 anni. E’ un esempio di guerra che ha coinvolto tutta l’Europa alla ricerca di un ordine. E’ nata come guerra di religione e si è trasformata come guerra tra due potenze (Austria e Francia).

h. Guerre napoleoniche (1800 – 1814 - 1^ Guerra Mondiale). In questo periodo la rivoluzione vera è Napoleone!

i. Guerre globali. Dal 1870 al 1918 gli Stati Maggiori erano ossessionati dal mito napoleonico: invece di guardare al futuro si voltavano indietro a guardare il recente passato.

La 1^ Guerra Mondiale è stata un dramma perché si è persa la speranza. Dopo questa guerra avviene invece la vera rivoluzione data dalla trasformazione di Von Seckt che rivoluziona gli affari militari e fornisce l’avvio alla conduzione della 2^ Guerra Mondiale, introducendo i concetti di manovra, l’intervento dei corazzati etc.

j. La 2^ Guerra Mondiale. All’inizio, Hitler aveva l’idea che la guerra sarebbe stata vinta prima di essere combattuta. La guerra doveva essere vinta dal punto di vista morale, della deterrenza e della preparazione: questo era veramente un concetto innovativo di cui però non ne fu colto il vero valore. Dopo la guerra si è costituito un nuovo ordine mondiale con la creazione delle Nazioni Unite con la Carta delle Nazioni Unite che rappresenta il simbolo del nuovo ordine mondiale.

k. La Guerra Fredda. La parità nucleare ha portato alla strategia della distruzione reciproca o mutua o assicurata che è alla base delle altre strategie. La Guerra Fredda è stata vinta da un blocco: l’altro è, infatti, collassato. Dalla Guerra Fredda però non è nato un nuovo ordine mondiale.

Le Guerre Globali, Le concezioni strategiche e le rivoluzioni negli affari militari

II Parte


Tutti questi avvenimenti, in relazione alle epoche, ci riconducono a tre modelli di ordine che si sono succeduti nel tempo:

a. il primo ordine è quello divino, predesignato. Si tratta dell’ordine dell’impero cinese, quello che scaturisce dalle guerre omeriche, dalle guerre persiane, tutte caratterizzate dall’imprimatur divino, in base al quale il potere derivava dalla benevolenza del cielo;

b. il secondo ordine è quello terreno, sociale e politico. Si tratta dell’ordine che è seguito alle guerre dei Regni Combattenti, alle guerre del Peloponneso, ad Alessandro, alle guerre puniche e bizantine, al Sacro Romano Impero, ai mongoli, alle guerre napoleoniche e alle guerre mondiali (I e II) nonché alla guerra fredda e alla guerra del Golfo.

c. il terzo ordine è quello della sovrapposizione. C’è stato un periodo in cui i due ordini (quello divino e terreno) si sono sovrapposti, si sono confusi. E’ questo l’ordine che è derivato dalla Guerra dei 30 anni, dalle Crociate, dai Califfati arabi, dalle guerre arabo-israeliane, dal terrorismo e dalla guerra al terrore.



Conseguentemente anche le strategie si sono adattate a questo sistema e sono andate di pari passo alle diverse concezioni di ordine.

Dapprima vi erano i riti che prevalevano.

Successivamente si è passati all’annientamento e logoramento che erano i principi che sono andati avanti per secoli.

Poi comincia l’epoca del potere marittimo (Mahan) in base al quale si comprende che le guerre si possono vincere dal mare e non solo sul mare.

E’ l’epoca in cui l’Esercito viene usato contro popolazioni e risorse.

Il potere aereo, l’approccio indiretto, la ritorsione massiccia sono concetti che vengono superati nel momento in cui si raggiunge la parità nucleare. Da questo momento bisogna incominciare a capire: non basta più il potere massiccio in base al quale chi deteneva il monopolio nucleare dettava anche le regole!



Tutti questi concetti sono riconducibili ad un solo aspetto: le guerre sono attrito da cui deriva lo sciupio di risorse ed energie.

Da Clausewitz in poi la guerra si fa e si misura in termini di attrito. Vale a dire di maggiori o minori perdite, di maggiore o minore velocità di maggiore o minore energia dissipata. Il paradigma dell’attrito prevede la distruzione delle varie componenti delle forze in modo da rallentare, arrestare, distruggere e neutralizzare.

Durante la Guerra Fredda si sviluppano perciò i sistemi d’arma a d alto potere d’attrito o sistemi d’attrito letale. E si concepiscono organizzazioni grandi, potenti. Pletoriche e ridondanti.

Alla fine degli anni 70 i sovietici intuiscono che la combinazione dell’informazione la capacità di comando e le comunicazioni sono più importanti della potenza delle singole componenti o della loro sommatoria.

La rivoluzione descritta nella Joint vision 2010, propone di misurare gli effetti della guerra con i metodi dell’entropia fisica. Cioè la misura del disordine che si crea in un sistema quando è sottoposto a determinate condizioni. L’idea è allora che lo scopo dell’azione è creare il disordine nell’organizzazione e questo si può ottenere prendendo di mira le forze di coesione che tengono assieme il sistema avversario.

Delle tre componenti dinamiche che compongono il combattimento, lo spazio, il tempo e le forze, quest’ultime sono più facilmente misurabili in termini di attrito.



Con gli anni ‘70 sono i russi che incominciano a parlare di comando e controllo, comunicazioni, informazioni come aspetti fondamentali della nuova guerra.

Ma è John Boyd che teorizza il ciclo operativo e l’entropia, intesa, quest’ultima come il collasso organizzativo delle strutture quando sono sottoposte ad una sollecitazione. Da ciò deriva che la guerra oggi si misura in organizzazione.



Il pensiero strategico non rimane fossilizzato ma viene progressivamente integrato con studi di Kaplan, Cerny, Peters in cui la forma sociale prevale sulla tecnologia.



Kaplan in particolare si rifà al mondo bestiale di Hobbes, Cerny invece si riferisce al “Neo medievalismo” e Peters fa riferimento alle “forze occidentali contro le culture guerriere arcaiche e paramilitari”.



Dal ’99 in poi Kaldor elabora la teoria delle nuove guerre identitarie privatizzate.

Durante la commissione on National Security of 21st Century si incomincia a parlare di mondo fluido e complesso.

Il russo Gareev introduce invece il concetto degli approcci multidimensionali.

Con Huba Wass de Czege e Richard Hart Sinnreich svaniscono le differenze fra convenzionale e non convenzionale, civile e militare, fronte e retro, livello strategico e operativo… “golf bags” of varied military capabilities.



Si incomincia a parlare di operazioni militari in uno schema politico.

Si pongono paletti al Clausewitz lì dove si intende la guerra come la continuazione della politica con altri mezzi. In realtà secondo il Gen. Mini la guerra è il fallimento della politica.



Negli ultimi 10 anni ci siamo impegnati nelle operazioni militari in cui l’avversario era infinitamente meno armato e dotato.

Pertanto oltre al problema di combattere il nemico c’era anche quello legato all’eccesso di potenza, di arroganza che diventava un aspetto fondamentale perché si correva il rischio di non controllare più le conseguenze della propria azione.



Sono due colonnelli cinesi che incominciano a parlare, per primi, di asimmetria (Qiao Liang e Wang Xiangsui).



Tutte queste nuove strategie e concetti hanno sempre avuto bisogno di un sostegno. La storia diventa pertanto uno strumento e il punto di appoggio per la strategia. Essa viene presa per guidare o giustificare la strategia (Hard e Boyd).



Le teorie strumentali.

La Storia strumentale alla Strategia (Hart- Boyd)

La scienza strumentale alla strategia e all’industria

– Nye e Owens : il sistema dei sistemi

– Alvin e Heidi Toffler: le ondate tecnologiche

– Boyd: Entropia e Caos

La cultura strumentale all’ideologia:

– Huntington: lo scontro di civiltà

– Francis Fukuyama: la fine della storia

– B. Lewis et alias: liberazione dell’Islam

La paura strumentale agli interessi

– Terrorismo

– Guerra al Terrore

– Guerra preventiva

Da cui derivano nuovi concetti operativi.



Oggi il Network Centric Waerfare è il concetto per eccellenza delle operazioni dei nostri tempi. Tale concetto incomincia ad affermarsi già nel 1996 con Nye e Owens che elaborano il System of System. Nel 2003 viene pubblicato un libro sul Power to the edge (Alberts e Hayes): Global Information Grid (GIG). Infine si arriva a Netcentric Enterprise Services, Cooperative Engagement Capability, Future Combat System, Netcentric Enterpriese Solutions Interoperability (NESI), Net centric Operation and Warfare Reference Model, Netcentric Check-list, Network Centric Operationas Industry Consortium. Ma cosa sono in realtà tutti questi concetti? Altro non sono che soldi. Il sistema è finalizzato a permettere le comunicazioni con tutti gli altri soggetti presenti sul campo di battaglia, ma alla fine attesa la sua complessità, riusciremo a parlare con tutte le altre forze tranne che con le nostre!



Si parla di guerra della 4^ generazione (William S. Lind) che è quella della guerra lunga, complessa, decentrata, fatta da soggetti inseriti in un network ideologico, violento. Tale guerra comprende il terrorismo, le basi transnazionali, l’attacco alla cultura, il concetto di guerra psicologica, di manipolazione dei media, e l’impiego di ogni risorsa politica, economica sociale e militare.

Questo tipo di guerra è riconosciuta da molti come non come una novità.

La grande novità è che questa è la guerra che si deve affrontare.



Il mondo cambia e la valutazione della guerra è subordinata ad alcuni parametri quali risorse, demografia, economia, ruolo degli Stati nella definizione della minaccia, fallimento degli Stati. Ma quante civiltà ci sono oggi? Dove si combatte?

Si combatte nello spazio, nell’ambiente, in mare, di meno nelle aree rurali ma molto di più negli agglomerati urbani che sono diventati il fulcro delle nuove guerre (questo perché oggi le megalopoli sono aumentate nel numero).

La tecnologia non permette di fronteggiare adeguatamente questi problemi (i concetti/sistemi di joint urban warfare e small unit non sono sufficienti).



Oggi non abbiamo capito che le guerre sono diventate infinite e… sono senza vittorie.

Se per vincere è necessario uccidere persone inermi e deboli allora significa aver perso la caratteristica dell’etica.

La guerra è complessa e pertanto non si può fare il riduzionismo né l’addizionabilità né la proporzionalità.

Oggi siamo in guerra, in una guerra in cui sembra di non vedere opzioni alternative.

Non sappiamo valutare, immaginare, scegliere, risparmiare, non avere scampo.

Se vogliamo veramente vincere dobbiamo fare in modo che sia l’avversario a perdere e non noi a imporre la nostra vittoria.

Il nostro problema (che non abbiamo capito) è che il mondo è fatto di risorse e c’è chi le ha e chi non ne dispone. A questa realtà bisogna fare attenzione: non dobbiamo limitarci a guardare solo la prospettiva militare dei conflitti (che solitamente è l’unica alla quale i militari guardano). Infatti dobbiamo avere un approccio generale e guardare non solo alle aree dei conflitti. Dobbiamo guardare alle minacce nascoste quelle che si insinuano negli interstizi (politica/criminalità, operazioni militari/criminalità, attività legali/attività illegali, interessi pubblici/privati, interessi globali/locali etc.)

Bisogna perseguire il vantaggio competitivo senza sopraffazione.



Rivalutare la NOOSFERA (dal greco noos = mente) in cui le idee, i valori, l’etica prevalgono.

E’ stata invece teorizzata “the might is right” (Rand): in base alla quale la potenza ha ragione.

Noi dobbiamo capovolgere questa concezione e perseguire il concetto “the right is might”, cioè bisogna ritornare all’etica e alla legalità

(Fabio Mini)

martedì 4 gennaio 2011


Carta del Rione Ponte del 1777 in cui sulla estrema sinistra, in basso rispetto all'ansa del tevere si può notare il tracciato rettilineo di Via della Lungara, mentre non è riportato alcunchè riguardo Palazzo Salviati

domenica 2 gennaio 2011

Una iniziativa per tenerci in contatto

Nota per tutti gli Amici

 
Dal mese di marzo 2010 sono in essere delle note e degli appunti su Palazzo Salviati, al fine di metterne in evidenza le sue pecurialità architettoniche, storiche e di centro di alta formazione militare. Su queste base è nata l’dea di predisporre materiali per una eventuale pubblicazione, da realizzarsi nel momento in cui i materiali raccolti sono tali da poter essere in gradi affrontate le stampe, sia come testo che come parte iconografica. L’idea centrale è quella di mettere a disposizione dei Frequentatori dei Corsi che si tengono a Palazzo Salviati un testo in cui possono attingere ogni informazione sul luogo e sulle adiacente in cui studiano e preparano il loro futuro. Inoltre il testo dovrebbe e anche essere di riferimento per eventuali informazioni da dare alle numerose delegazioni in vista oltre a chi sceglie Palazzo Salviati per conferenze, convegni ed altro.

Nelle more di questo processo questo blog sarà utilizzato per focalizzare gli appunti che via via si prendono per questa ricerca, anche nella speranza che qualcuno possa integrarle e arricchirle. Per tutti i componenti della 57sessione IASD, infine, è una occasione per tenere i contatti, in attesa di rinverdirli con le periodiche riunioni conviviali.