ALBO D'ORO NAZIONALE DEI DECORATI ITALIANI E STRANIERI DAL 1792 AD OGGI - SITUAZIONE

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Palazzo Salviati. La Storia

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sabato 28 dicembre 2019

QUADERNI N. 1 DEL 2019 SOMMARIO E NOTA REDAZIONALE



SOMMARIO
Anno LXXX, Supplemento XI, 2019, n. 1,
11° della Rivista “Quaderni”
indirizzo:centrostudicesvam@istitutonastroazzurro.org

Editoriale del Presidente.  Carlo Maria Magnani:    ………………………………………………… ….Pag.5
In vista della Giornata del decorato. Torino 5-6 aprile 2019……………………………………………………Pag.5

IL MONDO DA CUI VENIAMO: LA MEMORIA
          
APPROFONDIMENTI

Alessia Biasolo, La causa dello sfacelo secondo Mussolini………………………………………………..…..Pag. 11
Massimo Coltrinari, La battaglia di Caporetto e la promessa del Re. La questione agraria
            Una storia italiana…………………………………………………………………………..…………....  Pag.15

DIBATTI
Marco Gioacchini, Considerazioni sul contributo degli I.M.I. all’industria tedesca:1943-1945 ………....  Pag.23
Giovanni Cecini, Il militare Alberto Sordi di celluloide. ”La Grande Guerra e “Tutti a casa”…………….  Pag.49

ARCHIVIO
Massimo Baldoni, Manfredo Fanti, dalla congiura conto il Duca a fondatore del Regio Esercito Italiano.. Pag.61

MUSEI, ARCHIVI E BIBLIOTECHE

Chiara Mastrantonio, Il sacrario delle Fosse Ardeatine. Una lettera interessante.………………………....  Pag.73

PosteditorialeAntonio Daniele, Il …………………………………..…………………………………………….Pag. 91

IL MONDO IN CUI VIVIAMO: LA REALTA’ DI OGGI


GEOPOLITICA DELLE PROSSIME SFIDE
Antonio Trogu, Civil-military cooperation: Definition. Purpose ad Situation…………………………………….……Pag. 95

SCENARI, REGIONI, QUADRANTI
Federico Salvati, Chi ha paura dell’orso Russo? (parte I)………………………...................................………………Pag. 103


Segnalazioni Librarie. ……………………………..…………………………………….……………...………...   Pag.111

Autori. Hanno collaborato a questo numero.…………....…………………………………………………………..Pag.112
Articoli di Prossima Pubblicazione…………………..……………………………………………….…………… Pag.112

                                              CESVAM NOTIZIE
Centro Studi sul Valore Militare……………………………………………..…………………………..………………….Pag. 113
                                               
I “Quaderni on Line”, Supplemento on Line, Anno 6°, VIII, 2018, Settembre 2018, n. 33……………………… Pag.117
I “Quaderni on Line”, Supplemento on Line, Anno 6°, IX, 2018,  Ottobre 2019, n. 34…………………….………..Pag.118
I “Quaderni on Line”, Supplemento on Line, Anno 6°, X, 2018, Novembre 2019, n. 35………………………….. Pag.121

“Quaderni” on line sono su: www.valoremilitare.blogspot.com

PER FINIRE
Massimo Coltrinari,  Il Valore Militare attraverso le Cartoline Militari ed oltre…... 

Nota redazionale

L’inizio di ogni anno è sempre utile per tracciare un programma preventivo di quanto si vuole fare in merito alle attività editoriali del CESVAM. Iniziamo con la Rivista, questa rivista, QUADERNI del Nastro Azzurro che sta attraversando un momento di crescita tanto interessante quanto difficile. Si è adottata per lei una linea editoriale basata sui contributi dei frequentatori del Master di 1° Liv. in Storia Militare Contemporanea 1796 -1960. Il Master ha preso avvio in questi mesi e promette bene, ma ancora i frequentatori sono nella impossibilità di collaborare con la rivista. Si pensa che lo saranno al memento della richiesta della Tesi, che presumibilmente avverrà dopo l’estate prossima in quanto la sessione autunnale di discussione sarà a novembre. Per quella data forse avremo i primi contributi. Quindi fino al n. 4 del 2019 è difficilmente prevedibile contributi dei frequentatori. Quindi la line editoriale sarà quella fin qui adottata, volta a focalizzare alcuni aspetti del Valore Militare come fattore immateriale di ogni strategia. Nel frattempo è in pieno approntamento il n. 3 del 2019 che sarà dedicato completamente alla presentazione delle attività del CESVAM, che attualmente attivano quindici comparti.
Altra indicazione che si vuole fare è la partecipazione del CESVAM a due principali attività che la Presidenza del Nastro Azzurro ha in animo di attuare: La Giornata del Decorato a Torino il prossimo 5 aprile e il 6° Incontro “Avversari ieri, amici oggi” che si terrà in Italia nel mese di giugno. Il CESVAM vi parteciperà, a concorso delle attività con un convegno, come prassi, per la Giornata del decorato, che sarà la continuazione come tema scientifico di quello della Giornata del Decorato 2018, ovvero sarà dedicato allo studio del valore militare e la crisi armistiziale del settembre 1943. Per l’incontro con gli amici della Croce Nera d’Austria è in programma una conferenza dedicata all’opera di ricostruzione del Regio Esercito all’indomani della fine della grande guerra per il ripristino degli argini dei fiumi e delle strade e dei ponti, sia ordinari che ferroviari per riportare alla regolarità la viabilità sconvolta dalle operazioni di guerra.
Sotto il profilo della pubblicazione di volumi, in questa primavera dovrebbero vedere la luce il volume dedicato al 1866, dal titolo “Quattro Battaglie per il Veneto”, dedicato alla Storia del Risorgimento, il primo volume dedicato alle operazioni sul litorale laziale, ovvero allo sbarco di Anzio, e ai volumi dedicati alle leggi raziali del 1938, oltre al completamento del Dizionario minimo della Grande Guerra.
Una prospettiva, quella descritta, estremamente impegnativa, che vede il CESVAM impegnato in tutte le sue risorse. E’ un aspetto, questo, di interpretazione operativa dell’Istituto del Nastro Azzurro come ente morale, ovvero come quel soggetto che si adopera per diffondere nella società i valori raccolti nello Statuto. Rimane sullo sfondo l’altro aspetto, quello associativo-combattentistico, che viene lasciato completamente in mano alle attività delle altre componenti dell’Istituto, prime fra tutte le Federazioni Regionali.

mercoledì 25 dicembre 2019

Gli Ex nemici. Alleati a condizione

LA GUERRA DI LIBERAZIONE
La coalizione hitleriana
 Il nemico




Può sorprendere che fra i nemici della Guerra di Liberazione si pongo i paesi delle Nazioni Unite. La propaganda e la voce popolare li chiamarono da subito “i liberatori”. Essi erano espressione di nazione democratiche e libere, assetti politici a cui aspiravano i migliori esponenti della Guerra di Liberazione. Ma anche loro portavano avanti delle politiche che limitavano l’azione degli Italiani. Tutto era subordinato ai loro interessi militari e politici, presenti e futuri. Quello che veniva concesso era solo in misura adeguata a questi interessi. Per comprendere come la Guerra di Liberazione è una guerra degli Italiani che dovevano riconquistare la dignità di un popolo e un posto tra le nazioni dopo le nefandezze del fascismo (aggressione all’Etiopia, invasione dell’Albania, invasione della Jugoslava, occupazione dei territori dei Balcani ecc.). E le prove da superare furono dure. Ad esempio al momento della costituzione dei Gruppi di Combattimento, nell’estate del 1944, queste formazioni di livello divisionale non ebbero il nome di divisione; non ebbero nemmeno in dotazione forze corazzate, solo fanteria e artiglieria e supporti. Questo perchè senza forze corazzate non si poteva al tempo conseguire nessuna vittoria su ampia scala; le forze italiane dovevano essere sempre a supporto e sostegno delle forze alleate, in particolare di quelle del Corpo Polacco in cui erano inserite. Non si voleva che successi colti sul campo da truppe italiane, potessero essere presentati al tavolo del Trattato di pace in misura superiore a quella desiderata, soprattutto dai britannici. E questo è una costante per il I fronte della Guerra di Liberazione. Per il II Fronte, basti ricordare il celebre Proclama di Alexander del novembre 1944, che invitava i “ribelli” a ritornare a casa. Un assist per i nemici della Guerra di Liberazione di gran rilievo che si può comprendere solo se si adotta l’approccio da noi proposto. 

martedì 17 dicembre 2019

La Coalizione Hitleriana e la Repubblica Sociale Italiana

LA GUERRA DI LIBERAZIONE
La coalizione hitleriana
 Il nemico

Badoglio, Capo del Governo Italiano


Se la Germania aveva deciso di attaccare l’Italia e considerava il Regno d’Italia un nemico tutti coloro che erano suoi alleati, si allinearono a questa scelta. Quindi la coalizione hitleriana, che in rapida sintesi vedeva la Francia di Vìchy o quello che rimaneva, il Belgio, la Norvegia di Quilisng, l’Ungheria, La Romania, la Croazia degli ustascia di Pavlicic, e gli altri movimenti nazisti di Europa, seguì Berlino. E’ importante sottolineare l’esistenza di questa coalizione con i suoi esponenti ed i suoi regimi in quanto anche in Italia sorse un movimento che vi partecipò. Ovvero quegli italiani che nel momento delle scelte all’indomani della proclamazione dell’armistizio rimasero fedeli alla vecchia alleanza. I modi che scelsero furono diversi, e li vedremo in seguito, ma qui si può dire che questi fedeli alla vecchia alleanza scelsero di entrare nell’esercito tedesco sia come combattenti che come ausiliari, in quado stanchi e delusi dal fascismo, oppure nelle organizzazioni del lavoro tedesche come la Todt, o preferirono lavorare nella industria tedesca (dei 795.000 soldati disarmati ed internati, ben 150.000 optarono per queste soluzioni), mentre i rimanenti aderirono al risorto fascismo. Proprio dalla scelta dei fedeli alla vecchia alleanza per il risorto fascismo sta la prova che il fascismo movimento ed il fascismo regime aveva completamente fallito; non per altro il 25 luglio dimostra che questo fallimento, decretato dagli stessi gerarchi del Gran Consiglio era già avvenuto nella coscienza di molti. Nasci così la Repubblica Sociale Italiana, che Mussolini fonda il 23 settembre 1943 3 che si colloca nella coalizione hitleriana in quanto agirà nei limiti e nei modi che i tedeschi permetteranno. Entrando nella coalizione hitleriana la repubblica sociale italiana si colloca tra i “nemici” della Guerra di Liberazione, sia su un piano strettamente ideologico, anche su un piano appunto sociale, volendo portare avanti politiche economiche di stampo socialista che sono innovative rispetto al vecchio fascismo.

martedì 10 dicembre 2019

Germania, l'ex alleata.

LA GUERRA DI LIBERAZIONE
La coalizione hitleriana
 Il nemico



Per gli Italiani iniziava quello che abbiamo definito il momento delle scelte, ovvero decidere da che parte schierarsi, dalle cui scelte si formarono i cinque fronti della Guerra di Liberazione. Una guerra che avrebbe deciso il futuro del Paese. Come ogni guerra vi era il nemico.
Nella condizione in cui si trovava l’Italia e gli Italiani  nel settembre 1943 i nemici non erano due, ma in un concetto molto più ampio, erano tre.
Il primo nemico era la Germania, che combatteva la sua guerra per un ordine nuovo e, vista la scissione tra l’alleato fascismo italiano e la monarchia, con cui aveva combattuto per oltre 39 mesi, ora vedeva l’Italia come un nemico individuato nel Re e nel suo governo che furono oggetto di estremo disprezzo, tanto da definire coloro che obbedivano al Re ed al suo governo, che era pur sempre l’espressione istituzionale di un Paese sovrano, come “badogliani”, cioè “traditori”. La Germania interpretò a suo modo la vicenda armistiziale, ma dal punto di vista del Diritto Internazionale non vi è nessuna cesura tra il regno d’Italia e quello che espressioni improprie chiamano il Regno del Sud. Vittorio Emanuele III era il Re d’Italia e come tale continuava ad esistere, pur governando solo quattro provincie. Un qualcosa di più, però, della regina d’Olanda, del re di Norvegia, che nel 1940 si rifugiarono Londra con il loro stato occupato; e sempre qualcosa di più del re di Danimarca e del re del Belgio che rimasero nelle loro paesi.
Il voler uscire dall’alleanza da parte della monarchia Italia, che tre mesi prima si era sganciata dall’alleanza con il movimento fascista contratta nel 1922, e durata attraverso il regime fascista non fu accettato dalla Germania che reagì occupando il territorio italiano, prima in maniera subdola, dalla caduta del fascismo in poi, poi con brutalità e odio al momento dell’annunzio dell’armistizio. Una azione di pura forza che pone la Germania nel campo dei “nemici” dell’Itala, e la monarchia, anche con tutto il suo passato, la sua adesione al fascismo, sia movimento che regime, nel campo di coloro che, non accettando questa prova di forza e l’occupazione tedesca, si iscrisse di fatto e di diritto nei componenti della Guerra di Liberazione.
Scrive Elena Aga Rossi:
A lungo la storiografia ha semplificato la ricostruzione del periodo successivo all’8 settembre utilizzando la contrapposizione fascismo-antifascismo come unica chiave interpretativa di quegli avvenimenti (che nel nostro approccio significa il momento delle scelte. n.d.a) sostituendo alla complessità dei casi una visione unilaterale ed inadeguata a capire cosa fosse realmente successo. Invece la scelta di combattere i tedeschi fu per lo più determinata non dall’ideologia politica ma dal senso del dovere, dall’onore militare e dall’orgoglio nazionale”[1]
Non per altro si parla di Secondo Risorgimento per gli Italiani che fecero questa scelta, nel solco della opposizione al tedesco con temi risorgimentali per riavere un Italia, prima, per poi avere un Italia con aggettivi, dopo.


[1] Aga- Rossi E., La Resistenza dei militari nei Balcani, in Ceci L. (a cura di) La Resistenza dei Militari, Roma, Annali del Dipartimento di Storia 2,/2006, Università degli studi di Roma “Tor Vergata” Facoltà di lettere e Filosofia, Biblink Editori, 2006