ALBO D'ORO NAZIONALE DEI DECORATI ITALIANI E STRANIERI DAL 1792 AD OGGI - SITUAZIONE

Alla data del 31 MARZO 2023 sono stati inseriti in modo provvisorio:
Decorati individuali 3800
Decorati Collettivi 162

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Associazione Seniores dello IASD: il blog

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Palazzo Salviati. La Storia

chi avesse note, notizie, documenti e indicazioni riguardante Palazzo Salviati è pregato di inviarlo all'indirizzo e mail quaderni.cesvam@istitutonastroazzurro.org



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domenica 31 dicembre 2023

Date di fondazione delle prime 49 sezioni dell'Istitutodel Nastro Azzurro anno 1923

 


Si riportano in ordine di fondazione le date di creazione delle Sezioni dell'Istituto del Nastro Azzurro su tutto il territorio nazionale

10/02/1923 Fiume

16/02/1923 Udine

17/02/1923 Taranto

05/04/1923 Ancona

05/04/1923 Catania

13/04/1923 Firenze

15/04/1923 Genova

22/04/1923 Napoli

05/05/1923 Milano

26/05/1923 Palermo

28/05/1923 Venezia

02/06/1923 Roma

15/06/1923 Torino

16/06/1923 Livorno

22/06/1923 Reggio Calabria

22/06/1923 Reggio Emilia

28/06/1923 Mantova

28/06/1923 Mantova

30/06/1923 Potenza

01/07/1923 Foggia

02/07/1923 Macerata

02/07/1923 Macerata

07/07/1923 Parma

08/07/1923 Messina

16/07/1923 Lucca

19/07/1923 Perugia

22/07/1923 Campobasso

27/07/1923 Trieste

16/08/1923 Trapani

26/08/1923 Pola

09/09/1923 Lecce

09/09/1923 Siena

16/09/1923 Arezzo

30/09/1923 Siracura

08/10/1923 Modena

09/10/1923 Cosenza

13/10/1923 Cremona

13/10/1923 Massa

20/10/1923 Bergamo

21/10/1923 Rovigo

21/10/1923 Sassari

23/10/1923 Piacenza

24/10/1923 Treviso

25/10/1923 Aquila

25/10/1923 Benevento

28/10/1923 Porto Maurizio

31/10/1923 Padova

18/11/1923 Como

09/12/1923 Salerno

16/12/1923 Brescia

18/12/1923 Trento


mercoledì 20 dicembre 2023

Progetto 2022 /2 Libri per il Centenario

 



ESCRIZIONE ED OBIETTIVI DEL PROGETTO Nella primavera del 2023 cade la data anniversaria della fondazione dell’Istituto del Nastro Azzurro. L’attuale Presidenza Nazionale intende predisporsi alle realizzazioni delle ricerche attuate in ambito CeSVaM relative alla storia e alla memoria del Valore Militare Italiano. 

 5. IL PROGETTO PREVEDE: La pubblicazione di: 1. Volumi “L’Istituto del Nastro Azzurro in Italia e nel Mondo: il valore militare italiano” incentrati sulla documentazione che attesti le attività delle Federazioni/Gruppi/Sezioni sul territorio, con cenni iconografici e note di carattere storico-geografico. 2. Volumi “L’Albo d’Oro dei Decorati d’Italia”. Nel corso dei suoi cento anni di vita l’Istituto, attraverso le sue Federazioni ha edito innumerevoli volumi dedicati ai Decorati delle varie provincie. La raccolta di tutti questi annuari rappresenta, al momento l’Albo Nazionale su carta del Valore Militare Italiano. 3. Volumi “Ettore Viola uno dei fondatori dell’Istituto”. Una raccolta dei suoi scritti sulla Grande Guerra e sulle sue vicissitudini politiche il contrasto con Benito Mussolini. E’ inoltre inserito il testo integrale di guida del Fondo “Ettore Viola” alla Biblioteca-Archivio della Camera dei Deputati. 4. Un manifesto predisposto per la data anniversaria della fondazione. Ha lo scopo di presentare, alla popolazione scolastica in tuta Italia, il valore militare italiano riportando in 16 riquadri che cosa è, che cosa fa, che cosa è stato e quello che farà l’Istituto del Nastro Azzurro. Il contributo dell’Istituto alla diffusione del concetto di Valore Militare preso la società civile. Il formato è quello standard dei manifesti, 70x100, i riquadri sono composti per 1/3 da foto (unica) e da testo per i 2/3

domenica 10 dicembre 2023

Maria Luisa Suprani Querzoli Il Generale Luigi Capello nella Grande Guerra

 

Il generale Luigi Capello nella Grande Guerra

 

Il presente lavoro intende fornire un apporto alla rilettura della Grande Guerra.

Quando ci si addentra nell’analisi di questo periodo, affrancarsi dalla tradizione (tendente, nel tempo, a cristallizzare il fenomeno bellico in immagini non sempre rispondenti alla realtà esperita) risulta complesso: è necessario recuperare la massima aderenza ai documenti senza per questo dimenticare la loro contestualizzazione storica al fine di poter giungere ad una riflessione lineare e mai ‘di parte’ (che spesso costituisce un substrato inconsapevole). Negli aspetti più stantii della tradizione non è difficile scorgere un retaggio della politica fascista, in cerca di miti da sostituire alla storia sui quali fondare il proprio procedere. Il Ventennio si rese così responsabile di un ‘furto della memoria’ attraverso l’appropriazione strumentale del valore di figure e di motti fortemente evocativi che, da questa distorsione, risultarono indelebilmente alterati nella loro essenza.

La figura del generale Capello percorse l’iter opposto: fu proprio il suo presunto (quanto improbabile) coinvolgimento nell'attentato a Mussolini a condannarla all’oblio più tenace nonostante la portata del suo contributo alla vittoria italiana. Il profilo del liberatore della Santa Gorizia e del vincitore della Bainsizza venne deliberatamente oscurato, nel timore che le sue scelte democratiche stimolassero in molti un pensiero critico disfunzionale agli obiettivi politici prefissati.

Il valore di Capello non poté così tranquillamente confluire nell’epopea  della Grande Guerra anche perché fu eletto, insieme ad altre figure eccellenti, a capro espiatorio della grave sconfitta che funestò l’Italia nell’ottobre del 1917. La prospettiva storica ha permesso di vedere la chiara matrice politica del lavoro della Commissione d’Inchiesta, nominata a ridosso dei fatti e, soprattutto, a guerra non ancora conclusa: la persona del Generale venne pesantemente attaccata, anche a causa delle testimonianze (non sempre attendibili sul piano concreto) di Sottoposti che mal sopportavano la sua insofferenza nei riguardi di chi non si dimostrava solerte nel compimento del dovere. Poco importa che in seguito le responsabilità attribuitegli dalla Commissione subissero un ridimensionamento più vicino al vero: tale riconoscimento tardivo venne vincolato ad un’adesione al regime che egli, nonostante le condizioni nient’affatto rosee in cui si trovava, rifiutò con fierezza.

Luigi Capello rappresenta il prototipo della figura scomoda e, si aggiunga, ancor più invisa perché non così facilmente attaccabile sul piano professionale. La sua abilità nel trovare soluzioni innovative unita a rara capacità di convincimento del suo interlocutore lo rese incompatibile con chi continuava a misurare la guerra con gli stessi criteri della vita di guarnigione. Anche il suo status (non apparteneva alla nobiltà di spada e il suo temperamento ‘esagerato’ ne costituiva la dimostrazione più lampante), in chiaro contrasto con la posizione di responsabilità raggiunta, influì nella percezione che di lui ebbe il mondo militare del tempo, decisamente conservatore.

È fondamentale ricordare, come molti documenti citati nel lavoro attestano, che le innovazioni di metodo e di gestione degli uomini da lui portate avanti strenuamente nonostante le resistenze incontrate vennero poi applicate con successo dopo la sua uscita di scena determinata dallo scacco subito dalla II Armata nella XII Battaglia dell’Isonzo.

La sconfitta di Caporetto rappresenta un fenomeno corale, causato da una pluralità di fattori fra i quali non fu estraneo il palesarsi di un pensiero obsolescente, lo stesso pensiero farraginoso avversato, non senza conseguenze (positive sul piano bellico e negative su quello personale), dal generale Capello. Risulta fuorviante convogliare le cause complesse della sconfitta in capo a pochi colpevoli che altro non rappresentano se non la punta dell’iceberg di un sistema i cui principi sottesi risultano disfunzionali rispetto alle istanze del tempo.  Le dinamiche che si sprigionarono durante l’intero conflitto, prima e dopo l’ottobre del 17, trovarono comunque il Generale costantemente dalla parte sbagliata.

Non è questa un’apologia di un uomo bensì la ricostruzione della sua figura storica e del contesto in cui si trovò a vivere e ad operare, dove la complessità dei fatti e la loro essenza scaturiscono dalle intersezioni delle diverse prospettive dei numerosi protagonisti.

La verità strenuamente perseguita da Luigi Capello esce da questa ricostruzione nel suo alternarsi di luci e ombre, verità che si esalta nella distinzione fra lezioni apprese e lezioni ancora da apprendere.

MLSQ