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martedì 31 agosto 2021

D'annunzio: una nota

 

Maria Luisa Suprani Querzoli

Luci e ombre del Poeta Soldato

 

Durante la Prima Guerra Mondiale le figure degli intellettuali rivestirono un ruolo essenziale nella comunicazione. Il più noto di essi coniò addirittura parte del lessico che rimane tuttora presente nel linguaggio: il termine ‘velivolo’ o la denominazione ‘Battaglia del Solstizio’, ad esempio, si debbono al Vate. Egli non si fece scudo della propria penna ma partecipò in prima persona alla guerra, impegnandosi in imprese anche rischiose (il Volo su Vienna) senza paura di perdervi la vita.

Si può parlare nel suo caso di ‘coraggio’ o forse sarebbe più opportuno riferirsi al concetto di  ‘temerarietà’ in obbedienza ad un gusto estetico capace di richiedere totale identificazione fra ideali professati ed esistenza?

D’Annunzio era immerso profondamente nel clima bellico in cui, forte della sua cultura notevolissima dei classici, poteva sperimentare dal vivo le dinamiche proprie della ferinità che si sprigionano dal conflitto. Ne era consapevole e non ne faceva mistero:

 

Ricordo una disputa alla mensa di Comando a Vi­cenza – Villa Camerini – (Cadorna non vi parteci­pava) quando un ufficiale, pensoso di problemi osò parlare di guerra e di pace a proposito del ro­manzo di Tolstoi. Il D’An­nunzio reagì con violenza – fors’anche per un istintivo timore di confronti coll’ombra del grande «barbaro». Reagì pallido e iroso. Non so se nel suo sdegno, come spesso av­veniva in lui, non si confondesse a una reale ma­nifestazione di sentimenti autentici, una certa vo­luta drammaticità dell’attore – e quale attore! – ben co­sciente della scena su cui recitava. Ma ciò che di lui in quel momento mi parve schietto è la confessione di ciò che gli appariva essenziale nel­le supreme finalità del nostro intervento. Non ba­stavano Trento e Trieste per giustificarlo. Non era ragione sufficiente l’antico con­flitto contro l’Au­stria reazionaria. L’Italia aveva bi­sogno di una prova esaltatrice e rinnovatrice – di un «bagno di sangue».

«L’Italia ha bisogno di un lavacro per purificarsi dalle sozzure, dalle pusillanimità, dalla vigliac­cheria di seco­li» - insisteva - «è necessaria una ecatombe colossale per rinvigorirla, per farne una ‘unità d’acciaio’. Guai ai pacifici! È necessario che gli italiani siano condotti dal­l’esasperazione a nu­trirsi delle cervella del proprio ne­mico» (sic).[1]

 

L’esperienza bellica incide profondamente nella sfera morale di un Paese. La coesione che il giovane Regno d’Italia guadagnò con la Grande Guerra gettò le basi sostanziali di un concetto di ‘Nazione’ presente nelle menti ancora di pochi. Ciò non toglie che la pars destruens richieda la pietas necessaria di fronte al sacrificio della vita della gioventù combattente, anche avversaria. Charle Montague afferma che la furia (e non il valore) è propria di chi non combatte: tale osservazione parrebbe pertinente alla figura del Poeta Soldato, impegnato più in senso estetico che propriamente militare. La conferma a ciò traspare dalle parole dello stesso D’Annunzio:

 

Dovetti confessare al Poeta a che punto i suoi amici soffris­sero nel vederlo ad ogni istante rischiare la propria vita: che non volasse più, per piacere! Che si riposasse fi­nalmente, aveva dato al suo paese tutto quello che i mi­gliori cittadini potevano dare alla patria, la sua anima e il suo spirito, la sua volontà, la sua energia, il suo sangue, la sua vita quasi … «Ma non la propria vita!» esclamò allo­ra. «Come potete voi, che dite di essere mio amico, non de­siderare una morte in combattimento, in cielo? A quale vecchiaia mi volete destinare? A quella di un uomo di let­tere in mezziguanti che scriverà opere, seduto come un travet [figura di ‘colletto bianco’ schiavo del dovere] alla sua scrivania? Oh, no! Ho assaggiato troppo la vita teme­raria, la vita sublime dello spazio e del vento, ho troppo goduto del pericolo, ho a oggi troppo bisogno di tentare, di osare! Amo con passione il volo. Vorreste da me che con­ducessi la vita di un comandante gottoso che firma carte? Mai mi sento più felice che lassù, lontano da tutte le po­vertà e i languori umani … E poi, se lo si può confes­sare, adoro la guerra. […] Non fosse per il sangue altrui che gronda, sarei tentato di aver paura della fine stessa della guer­ra».[2]

 

Il terribile amore per la guerra[3] che pervadeva il Poeta si arresta, umanamente, di fronte al sangue versato.

Le forze potentissime che si sprigionano dalle dinamiche del conflitto costituiscono invece per il Militare non un elemento di fascino a cui soggiacere bensì un fattore psicologico essenziale da gestire efficacemente: solo la consapevolezza del Dovere permette il distacco necessario al raggiungimento di un’affermazione indirizzata al disegno di nuovi sofferti equilibri.

L’estetica del pensiero strategico risponde a criteri altri da quelli dell’edonismo.

Gabriele D’Annunzio rimane un grande Poeta ma non fu un Soldato.



[1] T. Gallarati Scotti, Idee e orientamenti politici e religiosi al Co­mando Supremo: appunti e ricordi, Roma: Edizioni Cinque Lune, 1963, p.7 (in M.L. Suprani Querzoli, La Grande Guerra di Francesco Baracca, Forlì: CartaCanta, 2020, pp. 159 – 160).

[2][2] M. Boulenger, Chez D’Annunzio - a cura di A. Pietrogiaco­mi, prefazione di G. B. Guerri - Rimini: Odoya, 2018, pp. 40 – 41.

[3] Il riferimento è all’omonima opera di James Hillman.

venerdì 20 agosto 2021

Francesco Baracca Dalla Cavalleria All'Aviazione

 


Maria Luisa Suprani Querzoli

Francesco Baracca. Dalla Cavalleria all’Aviazione

 

Il nove maggio del 1888 nasceva a Lugo di Romagna Francesco Baracca, futuro Asso dell’Aviazione militare italiana.

La vita di paese nell’Ottocento era scandita dai ritmi della natura e ogni evento capace di interrompere la prevedibilità propria di quell’ordine veniva accolto con grande meraviglia e conservato dall’eco dei ricordi. Proprio a Lugo nel 1878 un aeronauta aveva sfidato la forza di gravità innalzandosi in cielo sul suo globo aerostatico (salvo poi precipitare nelle campagne circostanti)[1]. Nel 1904 in occasione della festa del Re Vittorio Emanuele III un’imponente rivista militare a cui parteciparono ben ottomila uomini[2] coinvolse la cittadina romagnola: Francesco Baracca, sedicenne, ebbe modo di assistervi e probabilmente ne conservò un’impressione tale da indirizzare le sue scelte future, incurante delle reazioni del padre e dello zio militare[3] non proprio concordi con il suo intento già ben radicato. Gli studi non riuscirono a diminuire la sua passione per il movimento: alla sua predilezione per cavalli si affiancò l’interesse per le moto.

Conclusi gli studi alla Scuola Militare di Modena, proseguì la formazione alla Scuola d‘applicazione di Cavalleria di Pinerolo, culla della tradizione sabauda, dove l’ambiente dalle frequentazioni internazionali accrebbe di molto le sue prospettive. La cittadina piemontese conservava in quegli anni viva memoria della figura brillante di Federico Caprilli, scomparso prematuramente in circostanze mai del tutto chiarite. Oltre che Ufficiale di Cavalleria capace di sovvertire rapidamente con il suo Sistema Naturale di Equitazione  i canoni obsoleti ancora in auge, Caprilli fu addentro all’ambiente che vide la costituzione dell’Automobile Club d’Italia e la fondazione della FIAT: in lui, la vocazione al movimento propria della Cavalleria si rivolgeva con autentico interesse agli sviluppi tecnologici che avrebbero informato il nuovo secolo appena agli albori.

Francesco Baracca seppe farsi portatore di tale eredità impegnativa.

Nel 1911 a Tor di Quinto, durante un’esercitazione a cavallo, si trovò ad assistere a un incidente di volo che si rivelò letale per Raimondo Marra, pilota impegnato nella prova dei sei giri del Tevere pressoché suo coetaneo: la conquista dell’aria, a pochi anni dal fatidico 1903 (anno legato all’invenzione dei fratelli Wright) iniziava a suscitare un interesse e a esercitare un fascino difficilmente descrivibile. Gli inevitabili incidenti costituivano quasi nell’immaginario collettivo il sacrificio necessario per compensare la conquista del cielo, pregna di fortissime valenze simboliche, prossime al mito. Anzi, il pericolo accresceva il fascino: «[a] Mirafiori, quando arrivammo, si vedeva già qualche aereo per il cielo. Noi si stava a guardare a bocca aperta e ci sembrava un miracolo. Quei pochi piloti che vi erano, a noi allievi, non sembravano degli uomini ma dei semidei. Spesso si sentiva parlare di disgrazie mortali, ma ciò aumentava per noi di più il loro prestigio»[4].

L’interesse nei riguardi del volo trovava però un argine tenace nella diffidenza; l’impiego dei velivoli per scopi militari venne poi decisamente sottovalutato nonostante la voce di Giulio Douhet si levasse alta, a sostegno delle prospettive future (che si delineavano già distinte al suo sguardo) dell’arma aerea.

Francesco Baracca, conquistato dalle potenzialità che intravvedeva nella sua scelta, nel 1912 si recò a Parigi (tacendone alla madre, preoccupata circa tale eventualità) per conseguire il brevetto: «[q]ui a Reims volare è la cosa più normale di questo mondo ed ho avuto per questo un senso di sollievo poiché in Italia si considerano gli aviatori ancora come dei pazzi o almeno dei temerari»[5], confida al padre.

L’ingresso in guerra dell’Italia avvenne fra molteplici criticità di ordine diverso che non mancarono di riversarsi anche sull’ l’Aviazione, allora ai primordi. L’urgenza dettata dalle necessità ridusse però i tempi necessari all’assimilazione delle novità tecnologiche: «[v]i sono in paesi qui vicino moltissimi reggimenti di cavalleria e vengono spesso miei colleghi a vedere gli apparecchi e mi invidiano perché io posso fare azioni utili col mio apparecchio mentre per ora i regg. di cav. sono qua tutti inutilizzati»[6] scrive Baracca a pochi mesi dall’inizio del conflitto.

Le parole dell’allora Tenente Baracca colgono il momento in cui l’Aviazione subentra alla Cavalleria e, soprattutto, in cui la diffidenza si muta in quella considerazione generale nei riguardi del volo che di lì a breve avrebbe dato luogo ad una trasformazione irreversibile, non solo in ambito bellico.



[1] Le informazioni riguardanti l’ascensione di Raffaele Rossini sono state tratte dalla mostra I Lughesi e il sogno del volo (Biblioteca ‘Trisi’ di Lugo, 4 maggio – 15 giugno 2019).

[2] Cfr. E. Iezzi, Francesco Baracca. Luci e ombre di un grande Italiano, Lugo: Walberti, 2008, p. 12.

[3] Cfr. Lettera di Gaetano Chetoni a Francesco Baracca, Catanzaro, 24 luglio 1907 in Archivio Storico dell’Aeronautica Militare, archivio di persona Francesco Baracca: lettera 2.

[4] G. Aliperta, Memorie di volo e di guerra, Bari: Arti Grafiche Favia, 1976, p. 12.

[5] Lettera di Francesco Baracca al padre, Reims, 5 maggio 1912, Museo del Risorgimento di Milano, raccolte storiche: cartella n. 36, n. reg. gen. 31941.

[6] Lettera di Francesco Baracca alla madre, Campoformido, 28 agosto 1915, Biblioteca ‘Trisi’ di Lugo, fondo Baracca, Corrispondenza: faldone I, fascicolo B, documento 19.

martedì 10 agosto 2021

INFOCESVAM, Anno VIII, 8, N.8, 1 Agosto 2021

 

INFOCESVAM

BOLLETTINO NOTIZIE DEL CENTRO STUDI SUL VALORE MILITARE

centrostudicesvam@istitutonastroazzurro.org

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ANNO VIII, 8, N. 8, 1 Agosto 2021

VIII/8/376 - La decodificazione di questi numeri è la seguente VIII anno di edizione, 8 il numero progressivo di Infocesvam, 376 il numero della comunicazione dal numero 1 ad oggi. Il presente Bollettino svolge anche la funzione di informazione “erga omnes” dello stato, sviluppo e realizzazione dei Progetti dell’Istituto del Nastro Azzurro. L’Ultima indicazione aggiorna o annulla la precedente riguardante lo stesso argomento

VIII/8/377 Rivista QUADERNI. Si ribadisce, ANCORA UNA VOLTA, che non verranno presi in considerazione i contributi già pubblicati su altre riviste o edizioni, né parti di opere già pubblicate e soggette a Diritti di autore pertinenti ad altri soggetti

VIII/8/378 Con il 1 agosto 2021 inizia l’anno accademico 2021-2022. Per il Master in Storia Militare Contemporanea è la IV edizione, per il Master in Politica Militare Comparata è la III Edizione.

VIII/8/379 A seguito della approvazione del Relativo progetto da parte del Ministero della Difesa, relativo al Centenario della traslazione della salma del Milite Ignoto si è deciso di produrre un numero speciale della Rivista QUADERNI,  in edizione a colori di 1000 copie da distribuire alle Scuole di ogni ordine e grado.

VIII/8/380 Nella sessione estiva del Master di Terrorismo ed Antiterrorismo tenutasi il 5 luglio 2021 si sono laureati i Frequentatori Livio T., Domenico V, Vincenzo C., Parnanzone C.,

VIII/8/381 E’ stato predisposto il manoscritto n. 2 del Volume I “Vicende dei Militari Italiani in Russia, nell’ambito del Progetto 2020 dedicato alla Campagna di Russia

VIII/8/382 Nella sessione estiva del Master di Storia Militare Contemporanea dal 1795 al 1960  il 20 luglio 2021 tutti i Frequentatori si sono laureati

VIII/8/383 Save the Date. Il 16 ottobre 2021 si terrà un Convegno a Roma, modalità e programmi su www.cesvam.org, organizzato dal CESVAM, dedicato alla al centenario del Milite Ignoto

VIII/8/384 Nell’ambito del progetto dedicato al Milite Ignoto, una iniziativa, nell’offerta didattica del Master di Storia Militare Contemporanea, prevede di dedicare tesi alla tematica del Milite Ignoto.

VIII/8/385 Al Ministero della Difesa, dietro richiesta, sono stati presentati i progetti per l’anno 2022 con lettera ufficiale. Tra gli altri quello relativo al Centenario dell’Istituto, alla Missione in Libano, al potenziamento del Museo dell’Istituto e agli ordinamenti della Costituzione 1945-1949.

VIII/8/386 Con il nuovo anno accademico L’Istituto del Nastro Azzurro/Cesvam ha attivato un terzo Master, riedizione di un precedente master, dal Tema “Terrorismo ed Anti Terrorismo Internazionale”. L’Edizione di questo anno sarà la VII

VIII/8/387 Nell’ambito del Convegno che si terrà a Roma il 16 ottobre 2021, saranno presentate ed illustrare le tesi di frequentatori dei Master in Storia Militare e Politica Contemporanea sotto forma di comunicazione

VIII/8/388 Contrariamente a quanto annunciato nel Bollettino precedente nel quale si notificava che Il Cesvam, seguendo il calendario accademico avrebbe sospeso le attività per la pausa estiva per i mesi di luglio ed agosto.  Per la realizzazione del progetto del Milite Ignoto, dati i tempi tecnici, rimane aperto e prosegue le attività normalmente.

VIII/8/389 Nell’ambito del progetto dedicato al Milite Ignoto, una iniziativa, nell’offerta didattica del CESVAM è stato approntato l’edizione 2021/Milite Ignoto del progetto Storia in Laboratorio. Elementi di informazione su www.storiainlaboratorio.blogspot.com mesi di agosto/settembre 2021

VIII/8/390 Progetto Prigionia 2017/2.  Il volume I della serie dedicato alla prigionia è in stampa. Sarà pronto entro la prima decade di Agosto

VIII/8/391 VIII/7/368 La sessione estiva di laurea che si è tenuta il 2 luglio 2021 del Corso di Aggiornamento e Perfezionamento in Terrorismo ed Anti terrorismo ha visto brillantemente laurearsi la Dott.ssa Annalisa C.

VIII/8/392 Medaglie coniate in occasione della Grande Guerra. A tutte le scuole che parteciperanno al Progetto Storia in Laboratorio ed ai Frequentatori del Master che sceglieranno una tesi sul Milite Ignoto sarà offerta a ricordo le suddette medaglie, a significare la tradizione medaglistica dell’Istituto.

VIII/8/393 VIII/8/382 Nella sessione estiva del Master di Politica Militare Comparata: Piani, Mezzi, Obiettivi  il 20 luglio 2021 tutti i Frequentatori si sono laureati

VIII/8/394 Il Blog www.valoremilitare,blogspot.com per il mese di luglio 2021 ha avuto un numero di accessi mensile oltre i 2020,  mantenendosi nei livelli dei mesi precedenti

VIII/8/395 La Campagna di divulgazione ed informazione, che doveva iniziare il I settembre 2021 inizierà il 1 agosto 2021 in relazione al progetto del Milite Ignoto e alla organizzazione del Congresso Nazionale che si terrà il 22 ottobre ad Arezzo

VIII/8/396 Con il nuovo anno accademico L’Istituto del Nastro Azzurro/Cesvam ha attivato, per laureati, riedizione di un precedente master, Corso di aggiornamento e perfezionamento dal Tema “Terrorismo ed Anti Terrorismo Internazionale. L’Edizione di questo anno sarà la VII

VIII/8/397 Sono stati pubblicati sul Sito del Nastro Azzurro/CESVAM e sulla Piattaforma www.cesvam gli Indici del mese di luglio della Rivista QUADERNI ON LINE

VIII/8/398 Progetto Prigionia 2017/2.  Il volume II della serie dedicato alla prigionia è in stampa. Sarà pronto entro la seconda decade di Agosto

VIII/8/399. Si ribadisce che Il Progetto Capire la Grande Guerra si articola in tre volumi. Il Volume III dedicato ai Generali della Grande Guerra è stato pubblicato. I Volumi I  ,Né Alleati né Amici, ed il Volume II, “Una Vittoria sul Campo” sono nella fase di editing. Si ritiene utile aspettare anzichè andare in una terza Casa Editrice per ragioni di omogeneità

VIII/8/400 Prossimo INFOCESVAM sarà pubblicato il 1 settembre 2021. I precedenti numero di Infocesvam (dal gennaio 2020) sono pubblica su www.cesvam.org e sul sito dell’Istituto del Nastro Azzurro/ comparto CESVAM