ALBO D'ORO NAZIONALE DEI DECORATI ITALIANI E STRANIERI DAL 1792 AD OGGI - SITUAZIONE

Alla data del 31 MARZO 2023 sono stati inseriti in modo provvisorio:
Decorati individuali 3800
Decorati Collettivi 162

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Palazzo Salviati. La Storia

chi avesse note, notizie, documenti e indicazioni riguardante Palazzo Salviati è pregato di inviarlo all'indirizzo e mail quaderni.cesvam@istitutonastroazzurro.org



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sabato 28 dicembre 2019

QUADERNI N. 1 DEL 2019 SOMMARIO E NOTA REDAZIONALE



SOMMARIO
Anno LXXX, Supplemento XI, 2019, n. 1,
11° della Rivista “Quaderni”
indirizzo:centrostudicesvam@istitutonastroazzurro.org

Editoriale del Presidente.  Carlo Maria Magnani:    ………………………………………………… ….Pag.5
In vista della Giornata del decorato. Torino 5-6 aprile 2019……………………………………………………Pag.5

IL MONDO DA CUI VENIAMO: LA MEMORIA
          
APPROFONDIMENTI

Alessia Biasolo, La causa dello sfacelo secondo Mussolini………………………………………………..…..Pag. 11
Massimo Coltrinari, La battaglia di Caporetto e la promessa del Re. La questione agraria
            Una storia italiana…………………………………………………………………………..…………....  Pag.15

DIBATTI
Marco Gioacchini, Considerazioni sul contributo degli I.M.I. all’industria tedesca:1943-1945 ………....  Pag.23
Giovanni Cecini, Il militare Alberto Sordi di celluloide. ”La Grande Guerra e “Tutti a casa”…………….  Pag.49

ARCHIVIO
Massimo Baldoni, Manfredo Fanti, dalla congiura conto il Duca a fondatore del Regio Esercito Italiano.. Pag.61

MUSEI, ARCHIVI E BIBLIOTECHE

Chiara Mastrantonio, Il sacrario delle Fosse Ardeatine. Una lettera interessante.………………………....  Pag.73

PosteditorialeAntonio Daniele, Il …………………………………..…………………………………………….Pag. 91

IL MONDO IN CUI VIVIAMO: LA REALTA’ DI OGGI


GEOPOLITICA DELLE PROSSIME SFIDE
Antonio Trogu, Civil-military cooperation: Definition. Purpose ad Situation…………………………………….……Pag. 95

SCENARI, REGIONI, QUADRANTI
Federico Salvati, Chi ha paura dell’orso Russo? (parte I)………………………...................................………………Pag. 103


Segnalazioni Librarie. ……………………………..…………………………………….……………...………...   Pag.111

Autori. Hanno collaborato a questo numero.…………....…………………………………………………………..Pag.112
Articoli di Prossima Pubblicazione…………………..……………………………………………….…………… Pag.112

                                              CESVAM NOTIZIE
Centro Studi sul Valore Militare……………………………………………..…………………………..………………….Pag. 113
                                               
I “Quaderni on Line”, Supplemento on Line, Anno 6°, VIII, 2018, Settembre 2018, n. 33……………………… Pag.117
I “Quaderni on Line”, Supplemento on Line, Anno 6°, IX, 2018,  Ottobre 2019, n. 34…………………….………..Pag.118
I “Quaderni on Line”, Supplemento on Line, Anno 6°, X, 2018, Novembre 2019, n. 35………………………….. Pag.121

“Quaderni” on line sono su: www.valoremilitare.blogspot.com

PER FINIRE
Massimo Coltrinari,  Il Valore Militare attraverso le Cartoline Militari ed oltre…... 

Nota redazionale

L’inizio di ogni anno è sempre utile per tracciare un programma preventivo di quanto si vuole fare in merito alle attività editoriali del CESVAM. Iniziamo con la Rivista, questa rivista, QUADERNI del Nastro Azzurro che sta attraversando un momento di crescita tanto interessante quanto difficile. Si è adottata per lei una linea editoriale basata sui contributi dei frequentatori del Master di 1° Liv. in Storia Militare Contemporanea 1796 -1960. Il Master ha preso avvio in questi mesi e promette bene, ma ancora i frequentatori sono nella impossibilità di collaborare con la rivista. Si pensa che lo saranno al memento della richiesta della Tesi, che presumibilmente avverrà dopo l’estate prossima in quanto la sessione autunnale di discussione sarà a novembre. Per quella data forse avremo i primi contributi. Quindi fino al n. 4 del 2019 è difficilmente prevedibile contributi dei frequentatori. Quindi la line editoriale sarà quella fin qui adottata, volta a focalizzare alcuni aspetti del Valore Militare come fattore immateriale di ogni strategia. Nel frattempo è in pieno approntamento il n. 3 del 2019 che sarà dedicato completamente alla presentazione delle attività del CESVAM, che attualmente attivano quindici comparti.
Altra indicazione che si vuole fare è la partecipazione del CESVAM a due principali attività che la Presidenza del Nastro Azzurro ha in animo di attuare: La Giornata del Decorato a Torino il prossimo 5 aprile e il 6° Incontro “Avversari ieri, amici oggi” che si terrà in Italia nel mese di giugno. Il CESVAM vi parteciperà, a concorso delle attività con un convegno, come prassi, per la Giornata del decorato, che sarà la continuazione come tema scientifico di quello della Giornata del Decorato 2018, ovvero sarà dedicato allo studio del valore militare e la crisi armistiziale del settembre 1943. Per l’incontro con gli amici della Croce Nera d’Austria è in programma una conferenza dedicata all’opera di ricostruzione del Regio Esercito all’indomani della fine della grande guerra per il ripristino degli argini dei fiumi e delle strade e dei ponti, sia ordinari che ferroviari per riportare alla regolarità la viabilità sconvolta dalle operazioni di guerra.
Sotto il profilo della pubblicazione di volumi, in questa primavera dovrebbero vedere la luce il volume dedicato al 1866, dal titolo “Quattro Battaglie per il Veneto”, dedicato alla Storia del Risorgimento, il primo volume dedicato alle operazioni sul litorale laziale, ovvero allo sbarco di Anzio, e ai volumi dedicati alle leggi raziali del 1938, oltre al completamento del Dizionario minimo della Grande Guerra.
Una prospettiva, quella descritta, estremamente impegnativa, che vede il CESVAM impegnato in tutte le sue risorse. E’ un aspetto, questo, di interpretazione operativa dell’Istituto del Nastro Azzurro come ente morale, ovvero come quel soggetto che si adopera per diffondere nella società i valori raccolti nello Statuto. Rimane sullo sfondo l’altro aspetto, quello associativo-combattentistico, che viene lasciato completamente in mano alle attività delle altre componenti dell’Istituto, prime fra tutte le Federazioni Regionali.

mercoledì 25 dicembre 2019

Gli Ex nemici. Alleati a condizione

LA GUERRA DI LIBERAZIONE
La coalizione hitleriana
 Il nemico




Può sorprendere che fra i nemici della Guerra di Liberazione si pongo i paesi delle Nazioni Unite. La propaganda e la voce popolare li chiamarono da subito “i liberatori”. Essi erano espressione di nazione democratiche e libere, assetti politici a cui aspiravano i migliori esponenti della Guerra di Liberazione. Ma anche loro portavano avanti delle politiche che limitavano l’azione degli Italiani. Tutto era subordinato ai loro interessi militari e politici, presenti e futuri. Quello che veniva concesso era solo in misura adeguata a questi interessi. Per comprendere come la Guerra di Liberazione è una guerra degli Italiani che dovevano riconquistare la dignità di un popolo e un posto tra le nazioni dopo le nefandezze del fascismo (aggressione all’Etiopia, invasione dell’Albania, invasione della Jugoslava, occupazione dei territori dei Balcani ecc.). E le prove da superare furono dure. Ad esempio al momento della costituzione dei Gruppi di Combattimento, nell’estate del 1944, queste formazioni di livello divisionale non ebbero il nome di divisione; non ebbero nemmeno in dotazione forze corazzate, solo fanteria e artiglieria e supporti. Questo perchè senza forze corazzate non si poteva al tempo conseguire nessuna vittoria su ampia scala; le forze italiane dovevano essere sempre a supporto e sostegno delle forze alleate, in particolare di quelle del Corpo Polacco in cui erano inserite. Non si voleva che successi colti sul campo da truppe italiane, potessero essere presentati al tavolo del Trattato di pace in misura superiore a quella desiderata, soprattutto dai britannici. E questo è una costante per il I fronte della Guerra di Liberazione. Per il II Fronte, basti ricordare il celebre Proclama di Alexander del novembre 1944, che invitava i “ribelli” a ritornare a casa. Un assist per i nemici della Guerra di Liberazione di gran rilievo che si può comprendere solo se si adotta l’approccio da noi proposto. 

martedì 17 dicembre 2019

La Coalizione Hitleriana e la Repubblica Sociale Italiana

LA GUERRA DI LIBERAZIONE
La coalizione hitleriana
 Il nemico

Badoglio, Capo del Governo Italiano


Se la Germania aveva deciso di attaccare l’Italia e considerava il Regno d’Italia un nemico tutti coloro che erano suoi alleati, si allinearono a questa scelta. Quindi la coalizione hitleriana, che in rapida sintesi vedeva la Francia di Vìchy o quello che rimaneva, il Belgio, la Norvegia di Quilisng, l’Ungheria, La Romania, la Croazia degli ustascia di Pavlicic, e gli altri movimenti nazisti di Europa, seguì Berlino. E’ importante sottolineare l’esistenza di questa coalizione con i suoi esponenti ed i suoi regimi in quanto anche in Italia sorse un movimento che vi partecipò. Ovvero quegli italiani che nel momento delle scelte all’indomani della proclamazione dell’armistizio rimasero fedeli alla vecchia alleanza. I modi che scelsero furono diversi, e li vedremo in seguito, ma qui si può dire che questi fedeli alla vecchia alleanza scelsero di entrare nell’esercito tedesco sia come combattenti che come ausiliari, in quado stanchi e delusi dal fascismo, oppure nelle organizzazioni del lavoro tedesche come la Todt, o preferirono lavorare nella industria tedesca (dei 795.000 soldati disarmati ed internati, ben 150.000 optarono per queste soluzioni), mentre i rimanenti aderirono al risorto fascismo. Proprio dalla scelta dei fedeli alla vecchia alleanza per il risorto fascismo sta la prova che il fascismo movimento ed il fascismo regime aveva completamente fallito; non per altro il 25 luglio dimostra che questo fallimento, decretato dagli stessi gerarchi del Gran Consiglio era già avvenuto nella coscienza di molti. Nasci così la Repubblica Sociale Italiana, che Mussolini fonda il 23 settembre 1943 3 che si colloca nella coalizione hitleriana in quanto agirà nei limiti e nei modi che i tedeschi permetteranno. Entrando nella coalizione hitleriana la repubblica sociale italiana si colloca tra i “nemici” della Guerra di Liberazione, sia su un piano strettamente ideologico, anche su un piano appunto sociale, volendo portare avanti politiche economiche di stampo socialista che sono innovative rispetto al vecchio fascismo.

martedì 10 dicembre 2019

Germania, l'ex alleata.

LA GUERRA DI LIBERAZIONE
La coalizione hitleriana
 Il nemico



Per gli Italiani iniziava quello che abbiamo definito il momento delle scelte, ovvero decidere da che parte schierarsi, dalle cui scelte si formarono i cinque fronti della Guerra di Liberazione. Una guerra che avrebbe deciso il futuro del Paese. Come ogni guerra vi era il nemico.
Nella condizione in cui si trovava l’Italia e gli Italiani  nel settembre 1943 i nemici non erano due, ma in un concetto molto più ampio, erano tre.
Il primo nemico era la Germania, che combatteva la sua guerra per un ordine nuovo e, vista la scissione tra l’alleato fascismo italiano e la monarchia, con cui aveva combattuto per oltre 39 mesi, ora vedeva l’Italia come un nemico individuato nel Re e nel suo governo che furono oggetto di estremo disprezzo, tanto da definire coloro che obbedivano al Re ed al suo governo, che era pur sempre l’espressione istituzionale di un Paese sovrano, come “badogliani”, cioè “traditori”. La Germania interpretò a suo modo la vicenda armistiziale, ma dal punto di vista del Diritto Internazionale non vi è nessuna cesura tra il regno d’Italia e quello che espressioni improprie chiamano il Regno del Sud. Vittorio Emanuele III era il Re d’Italia e come tale continuava ad esistere, pur governando solo quattro provincie. Un qualcosa di più, però, della regina d’Olanda, del re di Norvegia, che nel 1940 si rifugiarono Londra con il loro stato occupato; e sempre qualcosa di più del re di Danimarca e del re del Belgio che rimasero nelle loro paesi.
Il voler uscire dall’alleanza da parte della monarchia Italia, che tre mesi prima si era sganciata dall’alleanza con il movimento fascista contratta nel 1922, e durata attraverso il regime fascista non fu accettato dalla Germania che reagì occupando il territorio italiano, prima in maniera subdola, dalla caduta del fascismo in poi, poi con brutalità e odio al momento dell’annunzio dell’armistizio. Una azione di pura forza che pone la Germania nel campo dei “nemici” dell’Itala, e la monarchia, anche con tutto il suo passato, la sua adesione al fascismo, sia movimento che regime, nel campo di coloro che, non accettando questa prova di forza e l’occupazione tedesca, si iscrisse di fatto e di diritto nei componenti della Guerra di Liberazione.
Scrive Elena Aga Rossi:
A lungo la storiografia ha semplificato la ricostruzione del periodo successivo all’8 settembre utilizzando la contrapposizione fascismo-antifascismo come unica chiave interpretativa di quegli avvenimenti (che nel nostro approccio significa il momento delle scelte. n.d.a) sostituendo alla complessità dei casi una visione unilaterale ed inadeguata a capire cosa fosse realmente successo. Invece la scelta di combattere i tedeschi fu per lo più determinata non dall’ideologia politica ma dal senso del dovere, dall’onore militare e dall’orgoglio nazionale”[1]
Non per altro si parla di Secondo Risorgimento per gli Italiani che fecero questa scelta, nel solco della opposizione al tedesco con temi risorgimentali per riavere un Italia, prima, per poi avere un Italia con aggettivi, dopo.


[1] Aga- Rossi E., La Resistenza dei militari nei Balcani, in Ceci L. (a cura di) La Resistenza dei Militari, Roma, Annali del Dipartimento di Storia 2,/2006, Università degli studi di Roma “Tor Vergata” Facoltà di lettere e Filosofia, Biblink Editori, 2006

sabato 30 novembre 2019

Italia: settembre 1943 Inizi della campagna d'Italia

LA GUERRA DI LIBERAZIONE
La coalizione hitleriana





Sul piano strettamente militare per gli Alleati continuava la campagna d’Italia, iniziata con lo sbarco in Sicilia il 9 luglio e brillantemente conclusa sia con la conquista della Sicilia nell’agosto 1943 sia con la resa dell’Italia, avuta a seguito di tre operazioni di sbarco nella penisola, in Calabria il 3 settembre, a Salerno il 9 settembre e a Taranto il 10 settembre, queste due ultime in concomitanza con la proclamazione dell’armistizio con l’Italia. Il nemico

mercoledì 20 novembre 2019

Il terzo fronte della germania: Italia 1943

LA GUERRA DI LIBERAZIONE
La coalizione hitleriana
la difesa dei confini meridionali




Anche per la Germania la difesa dei confini meridionali del Reich che divenne una potenziale necessità con la caduta del regime fascista il 25 luglio, si risolse con una vittoria, l’ultima vittoria della Wehrmacht nella seconda guerra mondiale, con applicazione brillante del piano Asche che portò alla occupazione di due terzi del territorio italiano. Nei piani tedeschi la difesa del confine meridionale del Reich nella migliore delle ipotesi si poteva avere sulla linea degli Appennini a protezione della pianura Padana, ove erano le maggiori industrie italiane, nella peggiore ma più probabile sulle Alpi, in uno scenario che avrebbe ricordato quello della prima guerra mondiale. Mentre Rommel, comandante del gruppo Armate B già era orientato verso questa situazione all’indomani dell’armistizio, Kesserling, Comandante Superiore Sud, non solo volle tenere gli Appennini ma anche Roma e nell’intento di non abbandonare le sue truppe a sud di Roma riuscì a fermare gli sbarchi e l’avanzata alleata stabilendo una linea che andava da sud di Napoli a Manfredonia, con il recupero di quasi tutte le sue forze operanti nel meridione italiano. Napoli cadde solo il 1 ottobre e questo sottolinea il successo tedesco. Per entrambi i contendenti, che usavano il territorio italiano come campo di battaglia, quello che per gli alleati era la Campagna d’Italia e quello che per i tedeschi era la difesa dei confini meridionali del Reich iniziava nel migliore dei modi. Il nemico

domenica 10 novembre 2019

Italia: nel 1943 un futuro incerto

LA GUERRA DI LIBERAZIONE
La coalizione hitleriana
 Il nemico



Nessuno assicurava il futuro dell’Italia come stato unitario, in quanto legato all’andamento della guerra, Intanto la Germania, già il 10 settembre si era annessa l’Alto Adige ed il Friuli Orientale compresa Trieste[1], mentre l’Istria e la provincia di Lubiana erano anch’esse incorporate nella Germania e in paesi suoi alleati, dando un preciso orientamento delle sue intenzioni a guerra terminata e a vittoria ottenuta, nel solco dell’atteggiamento antirisorgimentale ed antiunitario austriaco ereditato con l’annessione dell’Austria nel 1938. Le Nazioni Unite, con una politica di più ampie vedute, lascavano intendere che il futuro dell’Italia dipendeva in modo proporzionale all’aiuto che essa avrebbe dato alla causa alleata. Su quella base si sarebbe delineato il trattato di pace. In sostanza, però, gli interessi alleati e quelli della Germania avrebbero sempre fatto premio su quelli italiani, a prescindere dl tempo e dal luogo ove questi si sarebbero manifestati e maturati.


[1] La prova che Trieste non era più italiana sta nel fatto che una legge del Reich proibiva di costruire campi di concentramento fuori dal territorio del Reich stesso per motivi di sicurezza nazionale. A Triste fu aperto il campo di concentramento della Risiera di San Saba a gestione ed amministrazione completamente tedesca.

venerdì 1 novembre 2019

La crisi armistiziale. L'armistizio corto

LA GUERRA DI LIBERAZIONE
La coalizione hitleriana
 Il nemico


Con la firma dell’armistizio corto il 3 settembre 1943 il Regno d’Italia chiedeva cessava le ostilità con la Gran Bretagna e con gli Stati Uniti[1] ed ancora era in guerra con l’Unione Sovietica, che non era stata coinvolta nelle trattative armistiziali.[2] Da un punto di vista strettamente formale un armistizio è la sospensione delle attività belliche che può portare al Trattato di pace e nel qual caso la guerra dichiarata ha termine, oppure alla ripresa delle ostilità. Il 29 settembre a Malta il Governo Badoglio firmò una aggiunta a quello firmato il 3 settembre che in pratica lascia solo quattro provincie pugliesi alla sovranità italiana mentre il resto del territorio italiano occupato dalle truppe delle Nazioni Unit erano sotto amministrazione alleata. Il restante territorio era stato occupato dalle forze germaniche. In sostanza l’Italia nel settembre 1943, non aveva sovranità se non su quattro provincie ed aveva il restante territorio occupato ed amministrato sia dai suoi ex alleati (La Germania) sia dai suoi ex Nemici (Stati Unit e Gran Bretagna e loro alleati). Il 13 ottobre 1943, con un colpevole ritardo, fu dal regno del Sud dichiarata la guerra alla Germania ed ai suoi alleati. Pertanto da un punto di vista formale l’Itala, non avendo firmato alcun trattato di pace con nessuno era in guerra con le due coalizioni che in quel momento si fronteggiavano, ovvero era in guerra, diretta o sospesa, con quasi tutto il mondo.


[1] Con la Francia aveva concluso un armistizio il 25 giugno 1940 firmato a Villa Incisa da plenipotenziari francesi e italiani.
[2] L’armistizio ed il riconoscimento del Regno del Sud si avrà nel 1944.

domenica 27 ottobre 2019

QUADERNI DEL NASTRO AZZURRO n. 4 del 2018 Copertine



ANNO LXXX, Supplemento IX, 2018, n. 4

In Copertina
Medaglia della Vittoria coniata e firmata da Luciano Zaniella
prodotta in tiratura limitata
67 mm di diametro e pesa 140 grammi
Disponibile in bronzo similoro
E' possibile richiederla alla Presidenza dell'Istituto del Nastro Azzurro
(segreteriagenerale@istitutonastroazzurro.org)



QUADERNI DEL NASTRO AZZURRO Sommario e Nota Redazionale

 SOMMARIO
 Anno LXXIX, Supplemento IX, 2018, n. 4, 10° della Rivista “Quaderni”  www.istitutodelnastroazzurro.it indirizzo:centrostudicesvam@istitutonastroaz zurro.org 

Editoriale del Presidente.  Carlo Maria Magnani: 


IL MONDO DA CUI VENIAMO: LA MEMORIA           

APPROFONDIMENTI 

AA.VV, La Battaglia di Vittorio Veneto. Ricostruzione ed Analisi.
Luigi Marsibilio, La Battaglia di Vittorio Veneto 
Osvaldo Biribicchi, Comando Supremo Regio Esercito. Le truppe italiane negli altri campi della Grande Guerra 
Massimo Coltrinari, Un elenco Glorioso. Le Armate Italiane a Vittorio Veneto nella versione del Comando Supremo.
 Alessia Biasiolo, L’Impero italiano in epoca fascista 

DIBATTITI 
Giovan Battista Birotti, Soldati e contadini. L’Esercito giapponese nel periodo Meiji (1868-1912)

ARCHIVIO 
Redazionale, Chiara Mastroantonio, Lo Statuto della Legione AzzurraPag.00 

MUSEI,ARCHIVI E BIBLIOTECHE 

Alessio Pecce, Giulio Moresi, aspirante ufficiale, bersagliere, caduto il 17 agosto  1917 sull’Hermada, sul Carso. Il Ricordo  

Posteditoriale: Antonio Daniele, Il Calendario azzurro per il 2019

IL MONDO IN CUI VIVIAMO: LA REALTA’ DI OGGI 

UNA FINESTRA SUL MONDO Sandra Milani, L’uso delle sostanze stupefacenti come strategia nella guerra e nel terrorismo islamico

GEOPOLITICA DELLE PROSSIME SFIDE Luca Bordini, Riflessioni sulla comunicazione digitale delle Forze Armate 

Autori. Hanno collaborato a questo numero.
Articoli di Prossima Pubblicazione
Segnalazioni Librarie. 

CESVAM NOTIZIE Centro Studi sul Valore Militare 

I “Quaderni on Line”, Supplemento on Line, Anno 5°, V, 2018,  Maggio 2018, n. 30 
I “Quaderni on Line”, Supplemento on Line, Anno 5°, VI, 2018  Giugno 2018, n.31.
I “Quaderni on Line”, Supplemento on Line, Anno 5°, VII, 2018, Luglio 2018, n. 32

“Quaderni” on line sono su: www.valoremilitare.blogspot.com 

PER FINIRE Massimo Coltrinari,  Il Valore Militare attraverso le Cartoline Militari ed oltre 

Nota redazionale: Il seguito di riflessioni in questo fine anno non può portare che ad aggiustamenti sulla attività del CESVAM. Si dovrà porre maggiore attenzione alle attività esterne del CESVAM stesso e porre delle pregiudiziali di collaborazione che siano allineate al livello di ambizione del CESVAM. Il dibattito che necessariamente deve esistere all’interno deve passare attraverso una distinzione. L’Istituto del Nastro Azzurro ha due componenti che lo distinguono dalle altre Associazioni 
Combattentistiche.  La prima. È quella dell’associazionismo combattentistico” in cui è necessario porre alla base la componente militare, quella di chi ha mostrato il proprio valore militare e gli è stato riconosciuto, quella associativa e in parte reducistica. Tutti elementi che fanno capo, almeno per i militari, alla legge dei Principi del 1977 che deve animare ogni militare della Repubblica se si vuole definire tale. In pratica è una funzione verso l’interno dell’Istituto, nelle sue componenti ed articolazioni.  La seconda. Quella di Ente Morale, che deve ispirare l’azione dell’Istituto del Nastro Azzurro al pari dei suoi similari (Istituto della Previdenza Sociale, Istituto per la Storia del Risorgimento, Croce Rossa, ecc.) in cui la componente militare è sempre presente, in cui emerge quella di chi ha mostrato il proprio valore militare, ma non gli è stato riconosciuto ufficialmente con le previste decorazioni e modalità, in cui emergono in oltre misura la disponibilità, l’altruismo, il senso di appartenenza, le tradizione militari dei Corpi e delle Unità, il senso del servizio, e soprattutto la volontà di portare i principi statutari anche verso l’esterno, verso le componenti della società civile, le nuove e le vecchie generazioni, nelle forme più efficaci. In pratica è una funzione verso l’esterno dell’Istituto.  Fra le due componenti vi deve essere sinergia, armonia, collaborazione. Occorre in tutti i modi che non emergano contrasti, invidie, contrapposizioni, prese di posizioni imposte, intolleranza. Qualora queste emergessero sarebbe un gravissimo errore quello di affrontarle di petto, con ”fieri ed animati accenti”; più opportuno ed intelligente sarebbe la soluzione che adotti pazienza, silenzio, comprensione e soprattutto mettere spazio e tempo per spegnere ogni fuoco o fuocarello. A questo proposito viene in aiuto Italo Calvino, il quale scrive in “Le città invisibili” 

L’inferno dei viventi non è qualcosa che sarà; se n’è uno, è quelle che è già qui, l’inferno che abitiamo tutti i giorni, che formiamo stando insieme. Due modi ci sono per non soffrirne: il primo riesce facile a molti: accettare l’inferno e diventarne parte fino al punto di non vederlo più. Il secondo è rischioso ed esige attenzione ed apprendimento continui: cercare e saper riconoscere chi e che cosa, in merito all’inferno, non è l’inferno, e farlo durare, e dargli spazio.” 


domenica 20 ottobre 2019

Master in Politica Militare Comparata. Lineamenti

Modulo 1. Richiami di Geografia Politica ed Economica. Lo Stato

Stato. La sovranità messa alla prova
Caratteristiche. La Periferia diventa centro
La difesa dello Stato. L’alternativa autoritaria
Sovrastato. ONU Sebrenica ed il ruolo delle organizzazioni regionali.
Il Pantano Europe. L’Europanonostante tutto. Il sovranismo
Polizia internazionale e nuovi approcci
Sottostato. Il sistema tribale e parentale
Tribù e clan. Le Etnie
Reazione alle stato-nazione
Antistato. Legal Warfare - Lawfare
Le Mafie. ‘Ndrangheta, Sacra Corona Unita, Mafia Mafia Cinese Russa
Sottostato ed Antistato: contrasto, assimilazione o integrazione

giovedì 10 ottobre 2019

Medaglia d'Onore al Padre di Vasco Rossi

Di Elisa Bonacini



Vasco Rossi in età adolescenziale con il Padre


sabato 5 ottobre 2019

martedì 1 ottobre 2019

“Insieme con i Simboli della Repubblica”



Elisa Bonacini 

Successo per la partecipazione  della Fanfara apriliana “A.Cotterli” alla manifestazione di Nettuno



Successo per l’esibizione della Fanfara apriliana “A. Cotterli” nella serata di sabato 14 settembre a Nettuno nell’ambito  della manifestazione  “Insieme con i Simboli della Repubblica”.
L’evento organizzato dalla Sezione di Anzio/Nettuno dell’Associazione Nazionale Insigniti dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana (ANCRI) con  patrocinio del Comune di Nettuno si inserisce nel progetto nazionale “Viaggio tra i valori e i simboli della Repubblica”; finalità la  divulgazione dei principi  e dei valori della Costituzione Italiana.
Il concerto in Piazza del Mercato, applauditissimo, è stato preceduto dalla sfilata della Fanfara per le vie del centro e nel borgo antico.
Tra i momenti più emozionanti l’omaggio ai Caduti presso il monumento di piazza Cesare Battisti.
A chiusura della manifestazione l’apprezzata esibizione del soprano nettunese Raffaella Pelella in “Il canto degli italiani” di Goffredo Mameli, inno nazionale della Repubblica Italiana.
Molte le  associazioni del territorio presenti con labari e bandiere.                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                          
                                                                                                                                                                                                                                                                                                 
Ha espresso soddisfazione per la riuscita dell’evento il presidente dei Bersaglieri di Aprilia Edoardo Tittarelli che ha partecipato con una folta rappresentanza  di soci e simpatizzanti della sezione “A. Cotterli”.
(foto Edoardo Tittarelli e  Americo Salvatori)


venerdì 27 settembre 2019

Targa dedicata alla Medaglia d'Oro Mario Cicognini



 Alessia  Biasiolo


Domenica primo settembre 2019, la professoressa Alessia Biasiolo, in rappresentanza del CESVAM, ha partecipato alla cerimonia di intitolazione della sezione dei Fanti di Prevalle (Brescia) alla Medaglia d’Oro al Valor Militare Mario Cicognini. Nell’occasione, al termine del corteo seguito alla cerimonia religiosa, è stata scoperta una targa dedicata a Cicognini presso il monumento ai Fanti nel paese bresciano, dopo la consegna del nuovo nastro per la bandiera sezionale.
La motivazione della Medaglia d’Oro al Valor Militare recita: “Comandante di Compagnia, in numerosi audaci fatti d’arme dava continue prove di valore personale e di cosciente sprezzo del pericolo. In un’azione di ripiegamento, essendosi accorto che un militare gravemente ferito era rimasto sul terreno, ritornava da solo sul posto e, caricandoselo sulle spalle, riusciva, incurante del fuoco del nemico, a trarlo in salvo. Durante una successiva azione, rimasto isolato col reparto su di una posizione da lui conquistata, resisteva ad oltranza ai contrattacchi di forze soverchianti. Privo ormai di ufficiali e ferito a sua volta, non desisteva dall’impari lotta, dalla quale si disimpegnava in seguito ad ordine superiore. Rifiutava quindi il ricovero all’ospedale per non lasciare il reparto in vista della imminente ripresa offensiva. Ripresa l’azione e raggiunto il nemico, fortemente sistemato a difesa, si impegnava a fondo ed avuto dal comandante avversario un rifiuto alle sue intimidazioni di resa, insisteva nell’attacco, giunto per primo col gagliardetto in pugno sull’obiettivo conteso. Mentre in piedi, a stretto contatto del nemico, ammirato per tanto ardimento, incitava i suoi a proseguire nell’azione, veniva colpito a morte da una raffica di mitragliatrice”. Mario Cicognini cadde a trent’anni fra quota 1143 e 1489 di Monte Golico a S. Minas, sul fronte greco-albanese, il 22 aprile 1941, classe 1911 di Pontevico (Brescia), lasciando papà Giovanni e mamma Rita Pavoni. Aveva il grado di tenente e comandava la Compagnia Arditi del 77° Fanteria “Lupi di Toscana”.
Giovanni e Rita avevano un alto figlio sotto le armi, classe 1915; dopo aver frequentato l’Accademia, era impegnato nel Dodecaneso per operazioni nell’Egeo. Una volta morto Mario, venne avvicinato a casa: prima a Taranto e, dopo i fatti del luglio/settembre 1943, sempre più verso casa, trovandosi a militare nella R.S.I. I due ragazzi erano legatissimi e il ricordo di Mario era sempre forte: più che un fratello maggiore era un amico e in questi termini ha raccontato al figlio, Alessandro Cicognini Pavoni che è stato intervistato a proposito della cerimonia di Prevalle.


“La cerimonia è stata organizzata in maniera eccellente e ha consentito di fare riflettere molte persone, anche se necessiterebbero di un adeguato approfondimento per capire veramente. Ero lusingato e commosso allo stesso tempo: che un fatto d’arme accaduto così lontano nel tempo e anche dal modo di sentire attuale, possa raccogliere così tante persone, perfetti sconosciuti, una domenica mattina, è inusuale. Mio padre sarebbe stato molto contento, se fosse stato presente”.
“Signor Cicognini, come si trasmettono i valori rappresentanti da un congiunto Medaglia d’Oro al Valore Militare ai figli, ancora bambini, oggi?”.
“Ai miei figli cerco di fare capire che la condizione in cui ci troviamo è frutto di un grande flusso della Storia. L’iniziativa personale di zio Mario ha consentito a tanti sottoposti di tornare a casa e di creare una vita propria. Hanno potuto continuare a vivere, hanno creato una famiglia e questo grazie al sacrificio di Mario. Il messaggio ai miei figli è che il benessere, le strutture e le istituzioni vengono costruiti con il sacrificio dei singoli, in vario modo e a vari livelli, ma non sono mai scontati. Noi oggi dobbiamo impegnarci nelle modalità più idonee per continuare a costruire, a poter usufruire noi e poi lasciare, qualcosa di buono”.


Questo è ciò che rimane di Mario Cicognini, oltre al cappello, al bastone a picozza che era solito usare, alla corrispondenza che riceveva al fronte, diligentemente conservata come legame con la famiglia.
Per noi, impegnati nel CESVAM proprio a sottolineare l’importanza storica, e quindi sociale, delle Medaglie al Valore, è stata l’occasione di vedere l’eroismo di Cicognini materializzato: la famiglia di Alessandro, rappresentante di tutte le altre che sono state salvate da un atto eroico, vissuto dall’eroe in quell’istante come un gesto normale di dedizione e di rispetto dell’impegno preso per la nazione.

Alessia Biasiolo