ALBO D'ORO NAZIONALE DEI DECORATI ITALIANI E STRANIERI DAL 1792 AD OGGI - SITUAZIONE

Alla data del 31 MARZO 2023 sono stati inseriti in modo provvisorio:
Decorati individuali 3800
Decorati Collettivi 162

Lo Stemma della Associazione Seniores dello IASD

Associazione Seniores dello IASD: il blog

Il Blog della Associazione Seniores dello IASD è:
www. associazionesenioresiasd.blogspot.com

per ogni contatto: senioresiasd@libero.it

Traduzione

Il presente blog è scritto in Italiano, lingua base. Chi desiderasse tradurre in un altra lingua, può avvalersi della opportunità della funzione di "Traduzione", che è riporta nella pagina in fondo al presente blog.

This blog is written in Italian, a language base. Those who wish to translate into another language, may use the opportunity of the function of "Translation", which is reported in the pages.

Translate

Palazzo Salviati. La Storia

chi avesse note, notizie, documenti e indicazioni riguardante Palazzo Salviati è pregato di inviarlo all'indirizzo e mail quaderni.cesvam@istitutonastroazzurro.org



Cerca nel blog

giovedì 30 gennaio 2020

La Germania. Ex Alleata 3

LA GUERRA DI LIBERAZIONE
La coalizione hitleriana
 Il nemico


L’analisi che Filippo Stefani propone delle operazioni tedesche da settembre a dicembre 1943 è estremamente interessante in quanto sottolinea come le potenzialità tedesche in Italia nel settembre 1943 erano davvero notevoli. Kesserling chiese due divisioni che se gli fossero state assegnate sicuramente avrebbe dato ai tedeschi successi maggiori.
Continua Stefani:
Non ebbe torto il maresciallo Kesserling di lamentarsi di non essere stato ascoltato a suo tempo circa la costituzione del comando Rommel: l'esistenza di questo duplice comando in Italia e la strana soggezione di Hitler verso Rommel ebbero per conseguenza il continuo rifiuto delle mie ripetute richieste di un paio di divisioni di rinforzo con le quali la portata dei successi iniziali avrebbe potuto assumere la dimensione strategica del reimbarco delle unità della 5ª armata statunitense a Salerno.”[1]
Kesserling probabilmente aveva ragione, ma si devono considerare altri due elementi non presi in esame né da lui né da Stefani: la resistenza ed il contrasto che le forze armate italiane hanno posto in essere nei giorni immediatamente successivi alla proclamazione dell’armistizio. Ci si riferisce, ad esempio, ai combattimenti che si ebbero a Roma, alla Montagnola, alla Magliana, a Porta San Paolo, che impegnarono per oltre tre giorni la 3a Divisione Paracadutisti tedesca, che giunse con i suoi primi elementi nella zona della testa di ponte di Salerno solo cinque giorni dopo l’inizio dello sbarco stesso, anziché, nel primo o nel secondo giorno. In questa ultima ipotesi il suo peso sarebbe stato veramente determinante.  Il secondo elemento da prendere in considerazione è che la maggior parte dei reparti tedeschi si attardò a disarmare le truppe italiane, a raccoglierle e a radunarle; un più accorto impiego di questi reparti, sollecitati a marciare verso sud avrebbe dato a Kesserling sicuramente risultati maggiori. Anche in questo caso seppur indirettamente, è di tutta evidenza che le forze italiane abbiano aiutato gli Alleati a Salerno,


[1] Ibidem, pag. 778

lunedì 20 gennaio 2020

La Germania. Ex alleata 2

LA GUERRA DI LIBERAZIONE
La coalizione hitleriana
 Il nemico


Filippo Stefani offre un’interessante analisi delle operazioni tedesche in Italia.
La campagna dei tedeschi in Italia, benché conclusasi con la capitolazione - da mettere peraltro in relazione con i contemporanei avvenimenti sulle fronti occidentale ed orientale - fu sotto il profilo tecnico-militare un vero saggio di bravura difensiva. Favorita inizialmente dagli errori dei comandi italiani ed alleati e successivamente dalle manovre alleate di corto respiro, essa non solo perseguì lo scopo strategico che Hitler e l'OKW se ne erano ripromessi - tenere lontane dal territorio nazionale tedesco le forze alleate sbarcate in Italia e proteggere il fianco meridionale dello schieramento germanico - ma andò oltre le aspettative. Impegnò, è vero, per 20 mesi oltre mezzo milione di uomini, che avrebbero potuto trovare impiego sulla fronte orientale e su quella occidentale, ma essa si pose come esigenza strategico-militare irrinunciabile per la Germania dopo la resa dell'Italia. Colta di sorpresa, non già dal distacco italiano dal quale si era cautelata, ma dall'annuncio dell'armistizio, la Germania si era trovata a dover fronteggiare simultaneamente l'avanzata dell'8ª armata britannica in Calabria, gli sbarchi della stessa armata nei porti della Puglia, lo sbarco della 5ª armata a Salerno, la debole e breve reazione italiana. Le forze del maresciallo Kesserling riuscirono: a ritardare l'avanzata dell'8ª armata britannica fino a quando necessario per portare in salvo la 15ª divisione granatieri corazzati e la 16ª divisione corazzata che l'8 settembre si trovavano in Calabria; a impadronirsi quasi senza colpo ferire di Roma ed ad assicurarsene il possesso per circa 8 mesi; a contenere la testa di sbarco alleata di Salerno per il tempo necessario a costituire una posizione difensiva continua dall'Adriatico al Tirreno - la linea Reinhardt - che nel settore occidentale s'imperniava sulla stretta di Mignano; a disarmare, congiuntamente con le forze del maresciallo Rommel, la grandissima parte delle unità italiane dislocate nell'Italia centro-settentrionale. Ancora maggiori sarebbero stati i risultati positivi qualora Hitler e l'OKW non avessero rifiutato al maresciallo Kesserling le due divisioni richieste fin dal mese di agosto e non avessero scisso il comando delle forze tedesche in Italia tra la giurisdizione del maresciallo Kesserling (Italia centro­ meridionale) e quella del maresciallo Rommel (Italia settentrionale), comandante del gruppo di armate «C». Hitler e l'OKW avevano considerato persa in partenza l'Italia centro-meridionale e con essa le forze del maresciallo Kesserling, tanto che fin dall'agosto avevano ridotto i rifornimenti ed i complementi alla 10ª armata del generale Vietinghoff. Se il maresciallo Kesserling avesse potuto disporre di altre 2 divisioni, quasi certamente avrebbe evitato la perdita  dell'importante base di Foggia,  avrebbe potuto  ributtare  a mare le forze sbarcate a Salerno, le quali, indipendentemente dal mancato rinforzo delle unità tedesche, furono egualmente sul punto di doversi reimbarcare, ed avrebbe potuto aver ragione delle unità inglesi a Termoli, dove il fallimento del contrattacco della 16ª divisione corazzata fu dovuto al fatto che questa giunse in ritardo e venne impiegata forzosamente alla spicciolata, come pure avrebbe potuto rimediare subito al cedimento della 15ª divisione panzergrenadiere in corrispondenza di Mignano, senza essere costretto ad abbandonare prematuramente la linea Reinhardt. La caduta del passo di Mignano e della quota 1170 che lo comanda avrebbe potuto essere fatale ai tedeschi qualora il maresciallo Kesserling, nonostante la penuria delle forze, non si fosse premunito mediante l'allestimento della retrostante linea Gustav.
Finalmente, di fronte all'evidenza dei fatti, Hitler si decise a creare in Italia un unico comando che affidò al maresciallo Kesserling nominato comandante supremo del settore sud-occidentale-gruppo armate C. Delle forze già alle dipendenze del maresciallo Rommel, ben 4 divisioni (delle quali 3 corazzate) però vennero inviate sulla fronte orientale e solo 4 (la 44ª e la 334ª di fanteria e la 5ª alpina) poterono sul momento affluire nell'Italia meridionale, oltre alla 90ª granatieri corazzati appena recuperata dalla Corsica.”[1]


[1] Stefano F. La storia della dottrina degli ordinamenti dell’Esercito Italiano, Roma, Ministero della Difesa, Stato Maggiore dell’Esercito, Ufficio Storico, Volume II, Tomo 2°, 1985,

venerdì 10 gennaio 2020

La Germania. Ex alleata 1

LA GUERRA DI LIBERAZIONE
La coalizione hitleriana
 Il nemico


Alla fine di luglio, a seguito della caduta del fascismo, il generale delle SS Wolff ricevette l’ordine di creare un ufficio avanzato a Monaco per stabilire un comando delle SS e della polizia in Italia nelle eventualità di una defezione italiana. La sera dell’8 settembre ebbe istruzioni dirette da Hitler ed il giorno dopo partì per l’Italia dove immediatamente impiantò la sua organizzazione ponendo il Quartier Generale a Verona. Iniziò per i nostri ex-alleati tedeschi la campagna del fronte meridionale, che aveva l’obiettivo strategico di tenere il più possibile a sud, lontano dal confine meridionale del Reich, il nemico anglo-americano, nella convinzione che la guerra si sarebbe decisa sia contro la Unione Sovietica sul fronte orientale e sia nell’impedire uno sbarco in Europa di forze angloamericane provenienti dalle isole britanniche.

domenica 5 gennaio 2020

La Campagna d'Italia e la Guerra di Liberazione

LA GUERRA DI LIBERAZIONE
La coalizione hitleriana
 Il nemico



Nel nostro approccio esiste una profonda differenza tra la Campagna d'Italia e la Guerra di Liberazione. La prima era condotta dalla Germania per la difesa dei confini meridionali, la seconda dalla coalizione delle Nazioni Unite che mirava a richiamare il massimo delle forze tedesch in Italia. La guerra si sarebbe decisa in Francia con lo sbarco in Normandia.

Gli Italiani non avevano alcuna voce in questo contesto se non nella misura in cui erano di aiuto o entravano negli iteressi dei primi e dei secondi. In questo contesto vi era la possibilità di porre le premesse per un futuro che nel settembre 1943 era veramente oscuro.