ALBO D'ORO NAZIONALE DEI DECORATI ITALIANI E STRANIERI DAL 1792 AD OGGI - SITUAZIONE

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Palazzo Salviati. La Storia

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mercoledì 26 ottobre 2016

Ricerca Parametrale 479. Notizie del 25 ottobre 2016

Oggetto Newsletter : Scuole ambasciate Ue, Corridoio Sud del gas, Difesa
Newsletter n° 479 , 25 ottobre 2016

La settimana mondiale del disarmo inizia con la 
ripresa delle ostilità in Yemen e Siria, la controffensiva
 su Mosul e l'assalto Isis nel Sinjar. Scambi di colpi
 anche fra Kiev e Mosca, con nuovi attacchi alla
 libertà di stampa in Ucraina. Intanto nell’Ue - 
che richiama Renzi sulla legge di stabilità -
 potrebbe profilarsi l’attivazione della Pesco 
in materia di difesa. Italia, Germania, Spagna
 e Francia riusciranno a trovare la strada 
per cooperare attivamente?

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Ricerca parametrale n. 478. Notizie del 21 ottobre 2016

Oggetto Newsletter : Usa2016, Etiopia, equilibri mediorientali
Newsletter n° 478 , 21 ottobre 2016

Ultimo dibattito al vetriolo tra Hillary e Donald che a 
Las Vegas non hanno risparmiato colpi.
 Tra armi, aborto, immigrazione, Wikileaks 
e Nafta, Hillary sembra aver allungato le 
distanze. Di ritorno dalla Casa Bianca, forte
 dell'endorsment di Obama, Renzi partecipa
 al vertice europeo. Tra gli argomenti in 
agenda anche la Russia, il cui scontro con 
gli Stati Uniti continua a consumarsi in primis
 sul suolo siriano. In Yemen intanto si raggiunge
 una tregua; il sostegno Usa alla missione militare
 saudita è un assegno in bianco?

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Ricerca Parametrale n.477. Notizie del 18 ottobre 2016

Oggetto Newsletter : Renzi da Obama, Referendum costituzionale, Immigrazione
Newsletter n° 477 , 18 ottobre 2016

Dopo Andreotti, Prodi e Berlusconi, questa sera sarà Renzi a 
partecipare alla cena di Stato organizzata da Obama. Sulla
 scia dell'endorsement a stelle e strisce, quali saranno
 i temi in discussione al tavolo della Casa Bianca?
 Certamente non mancheranno accenni al Referendum
 costituzionale sul quale gli Stati Uniti si sono già 
schierati. Qualora la riforma venisse approvata, come
 cambierebbe la partecipazione dell'Italia
 all'Unione europea?

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domenica 23 ottobre 2016

Ricerca Parametrale n. 476. Notizie del 14 ottobre 2016

Oggetto Newsletter : Def, Usa-Russia, Spagna
Newsletter n° 476 , 14 ottobre 2016

Al via la trattativa con Bruxelles. Domani Roma presenterà
 il Documento Programmatico di Bilancio 2017. Nei prossimi
 quindici giorni arriverà la prima pagella. L'Italia supererà 
l'esame in Commissione? Alla prova anche la Spagna che
 tenta, per l'ennesima volta, di creare un governo. Il recente 
colpo di mano del Psoe contro il suo ex-leader Sanchez
 aiuterà Madrid ad uscire dallo stallo politico? Sempre più 
caldo il clima tra Stati Uniti e Russia. A meno di un mese 
da Usa 2016, il fallimento del cessate il fuoco sulla Siria 
rischia di rendere lo strappo ancora più profondo.

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giovedì 13 ottobre 2016

Ricerca Parametrale n. 475. Notizie dell'11 ottobre 2016

Oggetto Newsletter : Usa2016, Nobel per la pace,
Guterres all'Onu
Newsletter n° 475 , 11 ottobre 2016

Un faccia a faccia al veleno: è così che si è svolto
 il secondo dibattito tra Hillary e Donald. Dopo un
 week end di rivelazioni a sfondo sessuale, il tycoon 
repubblicano è ancora saldamente in corsa? 
Più sicuro sembra il futuro delle Nazioni Unite che per i
 prossimi anni hanno deciso di affidarsi alla guida di 
António Guterres. Quanti speravano nell'annunciato 
successo rosa, devono ancora aspettare.
 A festeggiare è invece il presidente Santos
 che ha ricevuto il Nobel per la pace grazie 
all'accordo raggiunto con le Farc. 
Dopo che i colombiani hanno bocciato 
l’accordo con il referendum del 2 ottobre,
 c'è ancora speranza? 

lunedì 10 ottobre 2016

Ricerca Parametrale n. 474. Notizie del 7 ottobre 2016

Oggetto Newsletter : Usa 2016, Marocco al voto, Hamas in Algeria
Newsletter n° 474 , 7 ottobre 2016

A un mese dal voto statunitense, la sfida tra i due 
vice delude i democratici e entusiasma i sostenitori 
di Trump. Dopo aver visto all'azione Kaine e
 Pence l'impressione è che sia comunque meglio 
tenersi stretto i titolari, anche se il secondo non
 bisogna perderlo di vista. In Nord Africa intanto, 
gli islamisti tessono la loro tela. Mentre il 
Pjd marocchino cerca il bis alle urne, 
Hamas trasloca la sua rappresentanza in Algeria.

Aggiornamento: Immigrazione in Ungheria

Ricollocamento dei migranti
Referendum ungherese: ora di far rispettare i principi Ue
Federico Fabbrini
03/10/2016
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Il 2 ottobre i cittadini ungheresi sono stati chiamati dal loro governo a votare in un referendum per contrastare il programma europeo di ricollocamento dei migranti.

Come previsto, il 98% dei votanti ha risposto ‘no’ al quesito elettorale che, in maniera tendenziosa chiedeva agli elettori:“Volete autorizzare l’Unione europea a decidere il ricollocamento in Ungheria di cittadini non ungheresi senza l’approvazione del Parlamento ungherese?”

Sebbene il governo avesse promosso una grande campagna per il voto, solamente il 40% degli aventi diritto si è recata alle urne: l’esito del referendum è pertanto risultato formalmente invalido, non essendo stato raggiunto il quorum minimo del 50% indicato dalla legge come condizione di validità della consultazione popolare.

Tuttavia, nonostante il mancato raggiungimento del quorum, l’esito del referendum, ea fortiori il suo svolgimento, richiedono di non derubricare quanto accaduto in Ungheria ad evento di secondaria importanza. Al contrario.

Orban non si arrende
Innanzitutto perché il Primo ministro ungherese Viktor Orban ha già fatto capire che intende comunque fare leva sul risultato del referendum ai fini di rafforzare la propria opposizione al meccanismo europeo di ricollocazione dei migranti. Come noto, l’Ungheria aveva votato contro (assieme agli altri paesi del Gruppo di Visegrad) alle decisioni prese dal Consiglio Ue nel settembre 2015 che stabilivano il ricollocamento obbligatorio di 160 mila richiedenti asilo dalla Grecia e dall’Italia.

In aggiunta, come testimoniato da Amnesty International, nel corso dell’ultimo anno Budapest ha adottato una durissima politica d’impedimento all’immigrazione legale. Lo scopo del referendum era quindi aumentare la pressione nei confronti delle istituzioni europee e internazionali. E Orban ha già affermato che, nonostante il mancato raggiungimento del quorum nella consultazione, egli si farà garante della volontà schiacciante del 98% dei votanti, forse tramite un emendamento costituzionale che vieta il ricollocamento in Ungheria dei richiedenti asilo.

Un grave precedente
In secondo luogo, il referendum ungherese rappresenta un gravissimo precedente in grado di minare la stabilità dell’Unione europea, Ue, quale comunità di diritto. Avevo qui già sostenuto che la decisione dell’Ungheria di indire una consultazione popolare sul meccanismo europeo di ricollocamento rappresentava nei fatti il tentativo da parte di uno stato membro dell’Ue di nullificare all’interno del proprio territorio norme giuridiche validamente adottate dalle istituzioni europee.

Come autorevolmente argomentato dal Presidente emerito Giorgio Napolitano in occasione del conferimento del Premio Degasperi a Mario Draghi, infatti, il referendum costituiva un’iniziativa illegale in contrasto con i principi di diritto dell’Ue. Il fatto che il referendum abbia avuto luogo costituisce perciò, indipendentemente dal suo risultato, un’avvenimento grave, al quale potrebbero fare appello in futuro altri governi euroscettici i quali siano desiderosi di svincolarsi dal rispetto di normative europee politicamente sgradite.

In questo contesto, sarebbe stato auspicabile avviare in via preventiva un procedimento di infrazione contro l’Ungheria. Tuttavia, poiché né la Commissione né altri stati membri hanno richiesto un’ingiunzione alla Corte di Giustizia dell’Ue, è necessario procedere ora.

Riaffermare il rispetto dello stato di diritto e delle norme Ue
Lo svolgimento del referendum in Ungheria dovrebbe essere l’occasione per mettere in moto un più rigoroso scrutinio sul rispetto dello Stato di diritto in quel Paese (e potenzialmente, in altri stati membri dell’Ue). Com’è noto, la Commissione europea ha negli ultimi anni aumentato gli strumenti a propria disposizione per monitorare il rispetto della Rule of Law: gli strumenti di soft law delineati nella Comunicazione del marzo 2014 (COM(2014)158) hanno però mostrato tutti i loro limiti.

Alla luce del recente referendum ungherese sembra perciò arrivato definitivamente il momento di ricorrere all’art. 7(1) Tue il quale afferma che: “Su proposta motivata di un terzo degli Stati membri, del Parlamento europeo o della Commissione europea, il Consiglio, deliberando alla maggioranza dei quattro quinti dei suoi membri previa approvazione del Parlamento europeo, può constatare che esiste un evidente rischio di violazione grave da parte di uno Stato membro dei valori di cui all’articolo 2”.

La procedura di cui all’art. 7(1) Tue è di natura preventiva, ovvero si può attivare laddove vi sia un rischio di involuzione autoritaria, e non richiede l’unanimità degli stati membri. Seppure la maggioranza di 4/5 non sia facile da raggiungere, l’assenza di un potere di veto impedisce che, ad esempio, il governo ungherese sia impunemente protetto dal governo polacco.

Tenuto conto delle perplessità sul rispetto dello stato di diritto in Ungheria ripetutamente sollevate sia dal Parlamento europeo che da diversi stati membri dell’Ue, il referendum sulla relocation potrebbe rappresentare la goccia che fa traboccare il vaso - e che infine spinge a ricorrere all’art. 7(1) Tue.

Sebbene sia difficile prevedere l’esito di una tale procedura, e per quanto gli effetti pratici dell’attivazione dell’art. 7(1) Tue siano limitati, una mossa in tale direzione aumenterebbe la pressione su un Paese che calpesta le regole giuridiche - ed i valori costituzionali - sui quali si fonda l’Ue. Specialmente in un momento in cui l’integrità dell’Unione è messa in discussione dalla scelta del Regno Unito di secedere, sembrerebbe istituzionalmente opportuno per i Paesi comunitaristi difendere la coesione, anche assiologica, dell’Europa.

In conclusione, il referendum ungherese rappresenta una sfida grave al processo di integrazione europea - indipendentemente dal fatto che il quorum elettorale non sia stato formalmente raggiunto. Alla luce della più generale involuzione autoritaria in atto in Ungheria, il Parlamento europeo e quella maggioranza di stati membri che hanno a cuore il futuro dell’Ue dovrebbero prendere le iniziative opportune per riaffermare il rispetto dello stato di diritto e delle norme europee, ora anche tramite l’uso dell’art. 7(1) Tue.

Federico Fabbrini è Professore ordinario di diritto europeo presso la School of Law & Government dell’Università di Dublino.

Ricerca parametrale n. 473. Notizie del 4 ottobre 2016

Oggetto Newsletter : Italia/Egitto, Ungheria,
referendum costituzionale
Newsletter n° 473 , 4 ottobre 2016

A otto mesi dal ritrovamento del corpo di Giulio 
Regeni, la tensione fra Italia ed Egitto tiene 
ancora banco. E si sposta sui flussi migratori e 
sulla cooperazione fra Roma e il Cairo nel controllo
 delle frontiere e nella gestione dell'immigrazione. 
L'Europa dell'Est (ma non solo) che dice no ai 
migranti sembra invece trovare terreno comune
 nella volontà di costruire finalmente una difesa 
unitaria, su cui pesa (almeno per il momento)
 il veto britannico. Ma quali sarebbero le priorità di un'agenda
 per la difesa Ue? L'Ue, intanto, scossa da 
continui appuntamenti elettorali, dopo il voto 
ungherese si prepara a fare i conti con
 il referendum costituzionale italiano del 
4 dicembre: la riforma della Carta cambia 
in qualche modo il posizionamento 
estero del nostro Paese?

Ricercaparametrale n. 472 Notizie del 30 settembre 2016

Oggetto Newsletter : Hillary batte Donald,
Caso Apple, Italia e Difesa europea
Newsletter n° 472 , 30 settembre 2016

Alla vigilia del referendum ungherese
 contro il piano europeo di ricollocamento 
dei migranti fa discutere il risultato della consultazione 
popolare in Svizzera. I transfrontalieri preoccupati
 dalla vittoria della preferenza indigena, che
 potrebbe anche avere 
conseguenze nel rapporto tra Berna e Bruxelles, 
devono davvero allarmarsi? Intanto in Europa 
continua il dibattito sulla difesa comunitaria. 
Mentre Trump accusa i Paesi Nato di non
 impegnarsi abbastanza, l'Italia rilancia il suo piano. 
Oltre alla creazione di una Schengen della Difesa,
 Roma promuove la creazione di una Forza multinazionale
 europea permanente che rappresenterà il nucleo
 iniziale di una futura forza integrata europea.

giovedì 6 ottobre 2016

Ricerca Parametrale n. 471. Notizie del 27 settembre 2016

Oggetto Newsletter : Vittoria di Corbyn, dispute nei Balcani, Farc
Newsletter n° 471 , 27 settembre 2016

Al percorso di maggiore integrazione l’Europa sembra
 rispondere tornando all’idea di nazione, vista da molti
 come la soluzione ai malesseri di tutti gli Stati.
 È davvero così o siamo davanti a una pericolosa illusione? 
Intanto, nel Paese che ha deciso di intraprendere questo percorso, 
un socialista vecchie maniere sembra essere l’unico politico
 sopravvissuto al terremoto Brexit. Dopo un’estate piena
 di insidie interne, Jeremy Corbyn è infatti stato riconfermato 
leader dei Labour. Forte del sostegno popolare, riuscirà a
 trasformare la sinistra in partito di governo? Minacce 
alla stabilità europea potrebbero anche arrivare dai Balcani,
 dove un controverso referendum in Bosnia rischia di riaccendere 
vecchi scontri. L’ingresso di Sarajevo nell’Ue
 potrebbe scongiurare il peggio?

Poche ore dopo il primo dibattito televisivo tra Clinton e Trump,
 AffarInternazionali ripropone il suo Speciale su Usa2016.

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