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giovedì 28 luglio 2016

.Ricerca parametrale . 457 Notizie del 22 luglio 2016

Oggetto Newsletter : Usa2016, banche Ue, droni
Newsletter n° 457 22 luglio 2016

La convention repubblicana che si è conclusa stanotte 
a Cleveland, in Ohio, ha ufficialmente indicato in Donald
 Trump il candidato alla Casa Bianca del partito che fu di 
Lincoln e Eisenhower. La neopremier britannica Theresa
 May, intanto, sceglie Berlino come prima tappa internazionale,
 in attesa di attivare le procedure di uscita dall'Ue e iniziare
 il negoziato. Il futuro europeo dovrà ripartire da sicurezza
 ed economia, ma Bruxelles riuscirà a dare un primo segnale
 già sulla banche? La questione crediti deteriorati italiani è sul tavolo. 

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giovedì 21 luglio 2016

Ricerca Parametrale n. 456. Notizie del 19 luglio 2016

Oggetto Newsletter : Turchia, politica estera di Renzi, governo in Spagna
Newsletter n° 456 , 19 luglio 2016

È durato appena una manciata di ore il colpo di Stato 
che, in Turchia, ha provato a rovesciare il governo, 
lasciando a terra 290 morti e 1400 feriti: un tentativo
 fallito che rafforza il potere del presidente Racep Tayyp Erdogan. 
Quasi seimila gli arresti fra militari e magistrati. Intanto, 
dopo quasi due anni e mezzo di governo Renzi,
 l'Istituto Affari Internazionali traccia un primo bilancio 
della politica estera dell'Italia: se ne parlerà in
 un convegno giovedì a Roma. L'Ue, impensierita dalla Brexit, lancia la sua Strategia globale e guarda a Madrid: riuscirà la Spagna a formare finalmente un governo dopo 
mesi di incertezza?

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giovedì 14 luglio 2016

Una società che deve essere ristrutturata

Dopo il voto Brexit
Uno sguardo lungo
Giovan Battista Verderame
09/07/2016
 più piccolopiù grande
La Brexit è anche una spia della evoluzione in atto nelle nostre società verso una lettura sempre più semplificata della realtà. Attraverso questa lente può essere letto non solo il risultato del referendum sulla permanenza della Gran Bretagna nell’Unione europea, ma anche gran parte degli sviluppi politici negli altri paesi europei.

Stiamo perdendo la consapevolezza della complessità del reale. La vittima prima di questo processo è proprio chi ne viene additato strumentalmente come il protagonista, e cioè il popolo. Si fa sempre più spesso appello al popolo come decisore ultimo e definitivo, ma nei fatti lo si condiziona attraverso una presentazione semplificata della realtà, amplificata dall’uso spregiudicato dei nuovi mezzi di informazione di massa.

Il nesso ineludibile fra scelta e conoscenza si va sempre più allentando, e le conseguenze si vedono. Le società complesse non consentono semplificazioni. Le tensioni che le attraversano possono essere affrontate, nella prospettiva di tenerle almeno sotto controllo, solo con uno sforzo continuo di comprensione delle loro radici più profonde e di ricerca delle soluzioni possibili.

Alimentarle solo per trarne un vantaggio politico immediato non fa che peggiorare le cose. C’è solo da sperare che lo scarto incommensurabile fra questo atteggiamento e le conseguenze che produce, di cui gli inglesi già stanno cominciando a rendersi conto (un tempo si sarebbe parlato delle “dure repliche della storia”), riporti tutti ad un maggior senso di responsabilità nella lettura della realtà che ci circonda.

Dove sono le responsabilità?
Immediatamente dopo che sono stati resi noti i risultati del referendum britannico si è intensificata la caccia al colpevole della disaffezione dei cittadini europei verso il processo di integrazione che quel risultato sembra confermare. Come spesso avviene, la responsabilità viene ricercata in qualcosa di impalpabile. In questo caso l’Europa. Ma cosa è l’Europa se non quello che i leader dei paesi europei hanno voluto che fosse?

Chi è responsabile della sindrome da invasione che si è diffusa nei nostri paesi e che, agitata ancora una volta strumentalmente, ha pesantemente condizionato l’esito del referendum britannico? Chi ha finora impedito qualunque tentativo di ridistribuzione dei migranti a livello europeo, rendendo ingestibile il fenomeno da parte degli stati di prima linea e suscitando le reazioni delle popolazioni coinvolte?

Chi ha imposto sinora una lettura grettamente ragionieristica delle regole dell’euro? Chi è responsabile del clima di sfiducia che grava sulle prospettive di completamente dell’Unione monetaria? A chi deve essere attribuita la responsabilità della paralisi di ogni prospettiva sovranazionale nella conduzione del processo di integrazione?

C’è una profonda slealtà nelle accuse che alcuni leader europei rivolgono oggi alla Commissione ed al suo presidente. Se c’è un organismo, a parte la Bce, che per fortuna agisce in un quadro compiutamente federale, che ha dimostrato di saper interpretare politicamente l’euro e le sue regole, quello è la Commissione, e non certamente il Consiglio europeo.

Ma la colpa di tutto viene addossata oggi a Juncker, mentre i membri del Consiglio europeo continuano caparbiamente a rivendicare la guida di un processo troppo spesso appesantito, al limite dell’inefficacia, dalla considerazione prevalente di interessi di corto raggio.

Che fare oggi con gli inglesi? Purtroppo in questa fase sono loro a condurre il gioco. Non abbiamo alcuna possibilità di intervenire sulla procedura attraverso la quale la Gran Bretagna dovrà trarre le conseguenze degli esiti del referendum.

I tempi di presentazione della richiesta di uscire dall’Unione saranno quelli che le Istituzioni britanniche decideranno, e per quanto preoccupati noi si possa essere per la prospettiva che l’attuale situazione di sospensione si prolunghi ancora per qualche mese, non potremo fare altro che subirla.

Esattamente il contrario di quanto sarebbe oggi necessario. In ogni caso, quando il negoziato sulle condizioni del recesso potrà partire (auspicabilmente presto) bisognerà condurlo con molta fermezza: se vorranno recuperare i molti vantaggi che ricavavano dall’appartenenza al mercato interno, gli inglesi dovranno accettarne tutte le componenti, a partire dalla libertà di circolazione delle persone, non più appesantita dalle irresponsabili concessioni che il Consiglio europeo era pronto a fare loro purché rimanessero nell’Unione. E questo anche come profilassi per eventuali tentazioni analoghe da parte di altri paesi.

Un futuro meno confuso?
Ma soprattutto, che fare oggi dell’Europa? È ormai chiaro che l’attuale sistema non produce i risultati voluti con la rapidità necessaria. Oggi parlare di rilancio e di rinnovamento dell’Europa significa ancora una volta girare attorno al vero problema: nessuno dei fattori che hanno sin qui reso impossibile la condivisione dei flussi migratori, o che hanno alimentato la diversità di approccio alla maggior parte dei problemi che si pongono all’azione comune sparirà per incanto dopo che la Gran Bretagna sarà uscita dall’Unione. E questo vale anche per la mistica dei fondatori.

Bisogna ormai ripensare il rapporto fra gli stati nazionali e la struttura sovranazionale, riducendo al massimo il peso dell’intergovernativo e accrescendo la partecipazione popolare all’azione delle istituzioni non mediata dai canali nazionali di rappresentanza.

Si riprende a parlare di unione politica, ed è questo uno degli effetti positivi del risultato del referendum inglese. Ma un’unione politica che continuasse ad esprimere lo stesso tasso di intergovernatività che caratterizza la struttura attuale dell’Unione sarebbe una contraddizione in termini, che o si tradurrebbe nell’imposizione della volontà del più forte o sarebbe destinata ad essere bloccata, se non dai veti incrociati, certamente dalle resistenze e dalle ambiguità degli uni o degli altri.

La forza delle Istituzioni sta proprio in questo: nella loro terzietà, tanto più autorevole in quanto sorretta da una autonoma legittimazione democratica. Quanti oggi, anche tra i fondatori, sono veramente consapevoli delle implicazioni istituzionali dell’unione politica e sono disposti ad uscire dal paradigma attuale per intraprendere un cammino in senso veramente federale?

Giovan Battista Verderame è Ambasciatore d’Italia.

Ricerca Parametralen. 454. Notizie del 12 luglio 2016

Oggetto Newsletter : Vertice Nato, Italia-Egitto, Brexit
Newsletter n° 454 , 12 luglio 2016

Bastone e carota con la Russia, piccoli passi per garantire
 stabilità nel Mediterraneo, nuovo slancio nella cooperazione
 con l'Ue. Fra le conclusioni del vertice Nato di Varsavia,
 anche il prolungamento oltre il 2016 della missione in
 Afghanistan: un contingente di 12mila unità (di cui circa
 mille italiane) continuerà ad assistere le forze locali nel
 contrasto di talebani e jihadisti. Londra ha garantito che
 la Brexit non metterà in pericolo la centralità britannica 
nell'Alleanza, mentre gli effetti del referendum si fanno
 sentire anche all'interno di partiti sempre più dilaniati 
nella corsa alla leadership. Tra Egitto e Italia, intanto, 
il clima non si rasserena e i nuovi ambasciatori restano 
in attesa di partire. 

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 recensioni di novità librarie, notizie in tempo reale 
dall'agenzia AGI e lo Speciale su Brexit e futuro dell'Ue

sabato 9 luglio 2016

Ricerca Parametrale n. 453 Notizie del 8 luglio 2016

Oggetto Newsletter : Rapporto Chilcot, Brexit, Immigrazione
Newsletter n° 453 , 8 luglio 2016

Non solo Brexit: Londra è tornata nell'occhio del ciclone con la
 pubblicazione del rapporto della commissione 
Chilcot sulla partecipazione della Gran Bretagna
 alla guerra in Iraq: fu un intervento militare "deciso
 in maniera precipitosa e in presenza di una minaccia 
non imminente". Nel Regno Unito, intanto, continua
 il dibattito sugli effetti, i rischi e le tempistiche dell'uscita
 dall'Unione europea, mentre nei Balcani c'è chi - Serbia in testa
 - confida ancora nel processo di integrazione. Riuscirà l'Ue a
 reinventarsi a partire dalla gestione dei flussi
 migratori e a vincere la sfida dell'integrazione? 

Ricerca Parametrale n. 452. Notizie del 5 luglio 2916

Oggetto Newsletter : Brexit, sicurezza aeroportuale,
 Italia-Russia
Newsletter n° 452 , 5 luglio 2016

Mentre gli Stati Uniti si preparano alle convention di 
fine mese e celebrano i 240 anni dalla dichiarazione 
di indipendenza dalla Gran Bretagna, Londra deve
 fare i conti con il suo addio: quello dall'Unione europea. A dieci giorni dal referendum sulla Brexit, i mercati sono usciti dal panico e i listini sono tornati vicini ai livelli pre-voto:
 ma per Bruxelles è suonato l'ultimo appello. Si riuscirà 
ad evitare il peggio? La Slovacchia, intanto, ha assunto
 la guida del semestre di presidenza del Consiglio dell'Ue, 
mentre dopo l'attentato allo scalo Atatürk di Istanbul ci si 
interroga su quali risposte dare al terrorismo negli aeroporti. 

Ricerca Parametrale n. 451 Notizie del 1 luglio 2016

Oggetto Newsletter : Dopo Brexit,
Strategia globale Ue, Italia all'Onu
Newsletter n° 451 , 1 luglio 2016

Le istituzioni Ue assecondano i tempi scanditi dal dimissionario
 Cameron: sarà il prossimo premier di Londra ad attivare
 la procedura di recesso, in autunno. Concluso intanto
 il primo informale vertice a 27 mette a punto le ambizioni
 di un'Ue "ridotta": in vista azioni più incisive e coerenti?
 Con priorità fra difesa e immigrazione, la Strategia
 globale dell'Alto rappresentante Federica Mogherini 
- alla cui stesura lo IAI ha dato il suo contributo -
 va in questo senso. Successo diplomatico solo a metà,
 intanto, per l'Italia, che all'Onu deve accontentarsi
 di una soluzione di compromesso con l'Olanda per 
condividere il seggio non permanente al Consiglio di sicurezza.

Ricerca Parametrale n. 450 Notizie del 29 giugno 2016

Oggetto Newsletter : Conseguenze della Brexit,
 Strategia globale per l'Ue, Giordania
Newsletter n° 450 , 29 giugno 2016

Primi appuntamenti istituzionali dopo il referendum sulla Brexit: 
alla Camera dei Comuni di Londra, David Cameron ha confermato
 che non sarà lui, ma il suo successore, ad attivare la procedura di
 fuoriuscita dall'Ue. Quali saranno i passi da intraprendere?
 A Bruxelles, intanto, la sessione straordinaria del Parlamento
 europeo ha confermato che le istituzioni vogliono accelerare
 il divorzio, mentre il Consiglio europeo che si conclude oggi
 proverà a rilanciare da subito l'azione unitaria, a cominciare
 dalla presentazione della Strategia globale dell'Ue.

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 AGI e lo Speciale su Brexit e futuro dell'Ue