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martedì 16 luglio 2013

Intitolazione dell'Aula Magna del CASD a Beniamino Andreatta

Si è svolta, oggi, alla presenza del Presidente del Consiglio dei Ministri, On. Enrico Letta, e del Ministro della Difesa, Sen. Prof. Mario Mauro, la cerimonia di intitolazione a Beniamino Andreatta, già Ministro della Difesa, dell’Aula Magna del Centro Alti Studi della Difesa (CASD)


“Dalla leva obbligatoria al professionismo militare, dall’ingresso delle donne nelle Forze Armate all’impiego operativo di missioni fuori dal teatro nazionale: in questi passaggi c’è stata la mano di Beniamino Andreatta”.
Con queste parole il Ministro della Difesa, Sen. Prof. Mario Mauro, ha ricordato la figura di Andreatta, Ministro della Difesa dal 1996 al 1998, nel corso della cerimonia durante la quale oggi gli è stata intitolata l’Aula Magna del CASD.
Nel corso del suo intervento, il Ministro ha sottolineato che “non potrà esserci un’unità politica dell’Europa senza una dimensione europea della Difesa e senza un accenno di un progetto politico che comprenda la Difesa stessa”.
Il Ministro Mauro ha aggiunto, inoltre, che “le Forze Armate rappresentano per ognuno di noi l’affermazione di quel principio di democrazia che vede le Istituzioni come frutto di un patto di libertà garanti e non padroni della vita dei cittadini”.
A scoprire la targa commemorativa è stato il Presidente del Consiglio dei Ministri, On. Enrico Letta. La cerimonia - alla quale hanno preso parte anche alcuni ex Ministri della Difesa, Autorità istituzionali e del mondo della cultura, oltre al Capo di Stato Maggiore della Difesa, Ammiraglio Luigi Binelli Mantelli, ai Vertici Militari e al Presidente del CASD, Amm. Sq. Rinaldo Veri - è proseguita con la benedizione della targa e dell’auditorium, impartita dall’Ordinario Militare per l’Italia, Mons. Vincenzo Pelvi.
L’iniziativa, promossa dal Ministro Mauro, si inserisce in un progetto teso a valorizzare le figure che nella storia recente del nostro Paese si sono particolarmente distinte per lungimiranza e capacità di innovazione.
L’intitolazione è stata preceduta da un convegno durante il quale sono intervenuti, oltre al Ministro della Difesa, il Presidente del Consiglio dei Ministri, On. Enrico Letta, e il Professor Romano Prodi.









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lunedì 15 luglio 2013

Intitolazione dell'Aula Magna



Oggi alle ore 17.00, a Palazzo Salviati 
(Piazza della Rovere 83), sede del Centro Alti Studi della Difesa, avrà luogo la cerimonia d’intitolazione dell’Aula Magna a Beniamino Andreatta, già Ministro della Difesa.
L’iniziativa, promossa dal Ministro Mauro, si inserisce in un progetto teso a valorizzare le figure che nella storia recente del nostro Paese si sono particolarmente distinte per lungimiranza e capacità di innovazione.
L’evento sarà preceduto da un convegno celebrativo al quale interverranno il Presidente del Consiglio dei Ministri, On. Enrico Letta, il Presidente Romano Prodi, il Ministro della Difesa, Sen. Prof. Mario Mauro,  il Prof. Filippo Andreatta, docente universitario, e il Direttore di Rai News 24, Dott.ssa Monica Maggioni.

sabato 6 luglio 2013

Europa: i costi della non difesa

Documento Iai
Il lungo inverno della difesa europea
Alessandro Marrone
27/06/2013
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In Europa e in Italia cresce il dibattito sulla difesa europea in vista del Consiglio dei capi di stato e di governo Ue che se ne occuperà a dicembre 2013. Un documento Iai lancia alcune proposte ambiziose ma realizzabili per compiere passi avanti nell’integrazione europea in questo campo: l’alternativa oggi è tra “più Europa” nella difesa e la perdita della capacità nazionale – Italia e non solo – di poter sviluppare una vera politica di difesa.

Costi della non-Europa della difesa
“Winter is coming” (l’inverno sta arrivando) non è solo l’incipit della fortunata serie tv Trono di Spade, ma assume un duplice significato rispetto al dibattito sulla difesa europea. In primo luogo, il Consiglio europeo di dicembre non è affatto lontano, tanto che i principali paesi da alcuni mesi stanno preparando le rispettive posizioni negoziali. L’Italia non si è fatta trovare impreparata, considerato che a marzo i ministeri di esteri e difesa hanno presentato ufficialmente il documento “More Europe”, elaborato e testato informalmente con i partner europei già nel corso del 2012.

A maggio poi il progetto European Global Strategy avviato su indicazione dei ministri degli esteri di Italia, Polonia, Spagna e Svezia ha consegnato un rapporto che individua alcune linee guida per l’azione esterna dell’Ue. Allo stesso tempo, va notato l’attivismo delle istituzioni europee, con studi, documenti e prese di posizione in via di elaborazione – o già adottati – da parte di Commissione, Parlamento, ed Agenzia europea di difesa (European Defence Agency - Eda).

In un altro senso, ben più drastico, l’inverno sta arrivando per le forze armate duramente colpite dai tagli ai bilanci della difesa effettuati negli ultimi anni dai maggiori paesi Ue – incluse Francia e Gran Bretagna. L’effetto di questi tagli, non coordinati a livello continentale, non è stato immediatamente visibile, ma si sta manifestando in modo sempre più evidente destando forti preoccupazioni in ambito sia Nato che Eda.

Il rischio più che concreto è infatti che l’Europa nel suo complesso perda determinate capacità militari tagliate contemporaneamente da tutti i (pochi) paesi che le possedevano, e non sia in grado di compiere nemmeno operazioni su scala ridotta come quelle in Mali e Libia. Poiché è altamente improbabile che i bilanci europei della difesa tornino a salire nei prossimi anni, quello che si preannuncia per lo strumento militare è un vero e proprio inverno: un lungo periodo in cui bisognerà tirare la cinghia con le (poche) risorse a disposizione e operare con le capacità rese disponibili dai precedenti investimenti.

La domanda a questo punto è la seguente: può l’efficacia delle forze armate europee superare questo inverno? No, se le risorse e le capacità a disposizione continuano ad essere usate in modo inefficiente con le attuali duplicazioni a livello nazionale. La non-Europa della difesa ha un costo economico e strategico, come spiegato da un recente documento elaborato congiuntamente da Centro Studi sul Federalismo e Iai.

Dilemma amletico
Partendo dalla consapevolezza che sono esaurite le risorse per finanziare l’inefficiente status quo, l’Italia e tutti i paesi dell’Unione sono a un bivio: o fare finta di niente e ritrovarsi con un mero simulacro di sovranità nazionale su una politica di difesa inefficace; oppure condividere tale sovranità a livello europeo per garantire una certa influenza nazionale su una politica di difesa che, per essere efficace, non può che essere europea.

Puntando sulla seconda alternativa, lo IAI ha presentato un documento propositivo a margine del convegno svoltosi il 27 giugno al Centro Alti Studi per la Difesa – convegno cui hanno partecipato tra gli altri il Vice Ministro degli Esteri Dassù, il Sottosegretario alla Difesa Pinotti, i Presidenti delle Commissioni Esteri e Difesa del Senato Cicchitto e Latorre. Il documento IAI More Europe on Defence or No Europe elabora una serie di proposte concrete su quattro elementi del puzzle irrisolto della difesa europea: militare, istituzionale, scientifico-tecnologico, industriale. Proposte che includono tra l’altro la piena attuazione dell’approccio pooling and sharing, l’avvio della cooperazione strutturata permanente tra i Paesi europei che sono favorevoli, la definizione di una road-map europea per le tecnologie duali, l’avvio di programmi europei di procurement co-finanziati dall’Ue.

I quattro vanno considerati sia singolarmente sia come parte di un quadro d’insieme. Singolarmente, sono necessari e possibili passi avanti attraverso misure ad hoc, considerando le specificità di ogni elemento, misure che sebbene abbiano spesso carattere tecnico sono in ultima analisi politiche. Il quadro di insieme è maggiormente e strutturalmente politico, poiché basato sulla scelta politica, da parte del decisore politico, del futuro da dare alla politica di difesa nazionale ed europea.

Di certo altre iniziative sono possibili rispetto a quelle indicate dal documento IAI: l’importante è non sprecare l’occasione del prossimo Consiglio di dicembre, ed arrivare come Italia a quel tavolo ben preparati. L’apertura di un tavolo di lavoro al riguardo tra Ministero degli Esteri e Ministero della Difesa, e l’avvio di una indagine conoscitiva sulla difesa europea da parte delle Commissioni Difesa, Esteri e Politiche Comunitarie del Senato – iniziative annunciate nel corso del convegno – sono un segnale positivo in tal senso.

Senza un salto di qualità da parte dei paesi europei e decisioni reali e concrete prese dal Consiglio di dicembre, per la difesa europea sarà difficile passare l’inverno.

Alessandro Marrone è ricercatore presso l'Area Sicurezza e Difesa dello Iai.
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