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domenica 10 novembre 2019

Italia: nel 1943 un futuro incerto

LA GUERRA DI LIBERAZIONE
La coalizione hitleriana
 Il nemico



Nessuno assicurava il futuro dell’Italia come stato unitario, in quanto legato all’andamento della guerra, Intanto la Germania, già il 10 settembre si era annessa l’Alto Adige ed il Friuli Orientale compresa Trieste[1], mentre l’Istria e la provincia di Lubiana erano anch’esse incorporate nella Germania e in paesi suoi alleati, dando un preciso orientamento delle sue intenzioni a guerra terminata e a vittoria ottenuta, nel solco dell’atteggiamento antirisorgimentale ed antiunitario austriaco ereditato con l’annessione dell’Austria nel 1938. Le Nazioni Unite, con una politica di più ampie vedute, lascavano intendere che il futuro dell’Italia dipendeva in modo proporzionale all’aiuto che essa avrebbe dato alla causa alleata. Su quella base si sarebbe delineato il trattato di pace. In sostanza, però, gli interessi alleati e quelli della Germania avrebbero sempre fatto premio su quelli italiani, a prescindere dl tempo e dal luogo ove questi si sarebbero manifestati e maturati.


[1] La prova che Trieste non era più italiana sta nel fatto che una legge del Reich proibiva di costruire campi di concentramento fuori dal territorio del Reich stesso per motivi di sicurezza nazionale. A Triste fu aperto il campo di concentramento della Risiera di San Saba a gestione ed amministrazione completamente tedesca.

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