Il mondo associazionistico militare, rispettando l'assioma che anche L'Armata Rossa è di destra, vota sistematicamente le formazioni ed i partiti di destra
Questi, una volta al Governo, nel nome della Patria, del Re del Tricolore e dei Valori nazionali, puntualmente li tradiscono, Questo governo ha scelto il campo delle pensioni per mantenere la tradizione, con la variante che la colpa è data ad uno e non all'altro della coalizione di governo, arte sopraffina della presa in giro, come se la legge di bilancio non fosse approvata dalla maggioranza
Adesso girano fra le varie organizzazioni "appunti" come questo riportato sotto, per cercare di rimediare al danno. Forse sarebbe il caso di farsi qualche domanda, attaccare la spina al cervello, filtrare i messaggi e cercare di non votare chi detesta i militari, nei fatti, esaltandoli a parole.
APPUNTO
Com’è
noto la legge di bilancio di recente approvazione contiene talune disposizioni per
l’anno 2019 (art. 1 commi, comma 261 e ss.) che prevedono per 5 anni a partire
dal 1° gennaio 2019 un consistente taglio alle c.d. pensioni d’oro.
È di
tutta evidenza che la misura, contraria a ogni principio di ragionevolezza e di
equità, ha la finalità politico – demagogica di colpire una platea limitata di
persone per creare consenso nei confronti della generalità degli elettori
duramente colpiti dalla crisi economica degli ultimi anni.
In
particolare le suindicate disposizioni prevedono:
a)
tutti i titolari di trattamento pensionistico superiore ai 100.000 euro lordi
su base annua rientrano nell’applicazione della suddetta norma;
b) i
trattamenti pensionistici superiori a 100.000 euro lordi su base annua sono
ridotti di un’aliquota pari al 15% per la parte eccedente il predetto importo
fino a 130.000 euro, pari al 25% per la parte eccedente 130.000 euro fino a
200.000 euro, pari al 30% per la parte eccedente 200.000 euro fino a 350.000
euro, apri al 35% per la parte eccedente 350.000 euro fino a 500.000 euro e
pari al 40% per la parte eccedente 500.000 euro.
Per
reagire in modo efficace e tempestivo a tale situazione numerosi studi legali
si stanno organizzando per proporre ricorsi avverso le decurtazioni
pensionistiche che, presumibilmente, diverranno operative già dal prossimo mese
di febbraio. Tra queste iniziative può segnalarsi quella dei professori e
avvocati Vincenzo Fortunato e Francesco Saverio Marini: il primo docente di diritto
amministrativo presso la SNA; il secondo ordinario di Istituzioni di diritto
pubblico dell’Università degli Studi di Roma “Tor Vergata”.
Per
ulteriori notizie ci si può rivolgere allo studio Fortunato e associati (segreteria@fortunatoeassociati.it
– 06.6784911) ovvero allo studio Marini (segreteria@marinilex.com;
06.36006227).
Il
conferimento dell’incarico (sottoscrizione del mandato) è assolutamente
gratuito ed è revocabile, sempre gratuitamente, fino alla presentazione del
ricorso. Con la presentazione del ricorso sarà dovuta solo la complessiva
somma di € 500,00 per le spese vive e il contributo unificato e sarà ridotto a
euro 400 nel caso di contestuale conferimento di almeno 4 mandati.
Il
compenso professionale per tutta l’attività dei suindicati studi sarà dovuto solo
in caso di esito positivo del contenzioso e sarà di euro 5.000,00 oltre IVA
e CAP. Tale importo sarà ulteriormente ridotto a euro 4.000,00 in caso di
conferimento contestuale di 3 mandati e a euro 3.000,00 in caso di conferimento
contestuale di n. 4 mandati.
Per
esito positivo del contenzioso si intende la dichiarazione di incostituzionalità,
in tutto o in parte, delle disposizioni in questione da parte della Corte
Costituzionale.
Per i
pensionati ex dipendenti pubblici non “privatizzati” (magistrati, prefetti,
diplomatici, ecc..) il giudizio di I
grado davanti alla Corte dei Conti sarà seguito dallo studio Fortunato e
associati.
Per i
pensionati ex dipendenti pubblici contrattualizzati come ex dipendenti privati
il giudizio di I grado davanti al giudice civile sarà seguito congiuntamente
dallo studio Fortunato e associati e dallo studio Marini.
Entrambi
gli studi seguiranno, sempre congiuntamente, in ogni caso l’eventuale fase di
giudizio davanti alla Corte Costituzionale.
La
proposizione del ricorso deve ritenersi opportuna non solo per dare un concreto
ed efficace segnale di reazione a un modo di fare politica demagogica e
irragionevole, ma anche per assicurarsi che, anche qualora le misure in
questione dovessero cadere per effetto di ricorsi presentati da altri
interessati, si possano recuperare per intero le somme nel frattempo illegittimamente
trattenute dallo Stato.
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