Sergio Benedetto sabetta
I sistemi normativi nazionali o
internazionali sono per lo più interpretati come estensione dei termini logici
binari ( vero o falso) di matrice aristotelica, l’ulteriore estensione alla
logica booleana per cui gli operatori logici AND, OR e NOT permettono di agire
su classi di insiemi dandone figurazione con la rappresentazione di Venn, se da una parte sembra risolvere
la struttura logica che presiede ai sistemi normativi, dall’altra parte risulta
insufficiente quando un sistema normativo chiuso e quindi di per sé coerente
viene calato nella realtà relazionale umana, emergono immediatamente le
sfumature interpretative che destrutturano un sistema rigido, questo ancor più
in mancanza di una coerente cultura sociale del rispetto delle regole.
Se i principi di non contraddizione e
del terzo escluso restano validi per Razionalità Interne Oggettive, perdono di
significato in valori di verità frazionari nei quali un certo enunciato può
essere paradossalmente vero e falso allo stesso grado e nello stesso tempo
circostanziato, in altri termini probabilistici l’evento accade ma solo in una
certa misura, quindi l’evento rientra in un determinato insieme normativo con
un grado di verità che può assumere infiniti valori nell’intervallo 0-1 secondo
la logica fuzzy.
In un sistema chiuso tradizionale le
regole hanno successo o meno, al contrario in un sistema aperto fuzzy le regole
possono avere successo secondo vari gradi di una ipotetica “scala dei grigi”,
questo comporta che possono esservi più regole in grado di avere successo con
differenti gradi, secondo livelli diversi a partire dallo zero di fiducia delle
premesse antecedenti la regola.
I concetti possono essere rappresentati
in termini più semplificati mediante regole, ma anche con alberi decisionali
che riducono la complessità computazionale del processo di apprendimento
sebbene meno sintetici; i nodi interni all’albero sono contrassegnati come
attributi, i rami che ne derivano non sono che valori degli attributi, mentre
le foglie del ramo sono le classi dei valori.
L’attributo-norma che prevale con i
rispettivi valori è quello contenente più informazione, questo attributo-norma
attraverso i valori diventa una classe-interpretativa.
La selezione dell’attributo più
informativo, considerando la necessità dell’ammontare di una certa informazione
al fine della classificazione, è dato dall’ammontare dell’informazione residua
dispersa (entropia) rispetto all’informazione contenuta nella norma,
l’informazione insufficiente trasforma l’albero decisionale in una “probabilità
di classe” nella quale le norme sono incomplete e pertanto insufficienti a
distinguere tra valori di classi, con interpretazioni non definite, nelle quali
non può esservi una classificazione dell’evento quotidiano in base ai valori
espressi dai rispettivi attributi.
Una proposizione potrà pertanto essere
“vera” al 60% e altrettanto “non vera” nel restante 40%, permettendo di violare
in tal modo i principi di non contraddizione e del terzo escluso, questa logica
graduando la zona grigia cala il sistema normativo meccanicistico, di per sé
chiuso, nella quotidiana complessa biologia delle relazioni umane, superando la
visione riduzionistica all’angolo dell’universo da noi conosciuto e inserendola
quale snodo in una più vasta rete, che diventa dinamica in un rapporto nel
tempo alternato di causa/casualità secondo il modello dell’albero di Feigenbaum, nel quale il sistema aperto
della logica fuzzy permette di seguire la frontiera del caos.
Bibliografia
·
Bart Kosko, Il
fuzzy – pensiero. Teoria e applicazioni della logica fuzzy, Baldini &
Castoldi, 2000;
·
E. Stacey,
Management e Caos, Guerini e Associati, 1996.
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