ALBO D'ORO NAZIONALE DEI DECORATI ITALIANI E STRANIERI DAL 1792 AD OGGI - SITUAZIONE

Alla data del 31 MARZO 2023 sono stati inseriti in modo provvisorio:
Decorati individuali 3800
Decorati Collettivi 162

Lo Stemma della Associazione Seniores dello IASD

Associazione Seniores dello IASD: il blog

Il Blog della Associazione Seniores dello IASD è:
www. associazionesenioresiasd.blogspot.com

per ogni contatto: senioresiasd@libero.it

Traduzione

Il presente blog è scritto in Italiano, lingua base. Chi desiderasse tradurre in un altra lingua, può avvalersi della opportunità della funzione di "Traduzione", che è riporta nella pagina in fondo al presente blog.

This blog is written in Italian, a language base. Those who wish to translate into another language, may use the opportunity of the function of "Translation", which is reported in the pages.

Translate

Palazzo Salviati. La Storia

chi avesse note, notizie, documenti e indicazioni riguardante Palazzo Salviati è pregato di inviarlo all'indirizzo e mail quaderni.cesvam@istitutonastroazzurro.org



Cerca nel blog

mercoledì 28 giugno 2017

Vedere più chiaro in un problema grave

Ong sotto inchiesta
Migranti: verso norme internazionali valide
Onofrio Spinetti
22/06/2017
 più piccolopiù grande
L’indagine del procuratore della Repubblica di Catania, Carmelo Zuccaro, su presunti accordi esistenti fra trafficanti e Ong nel Mar Mediterraneo e la successiva commissione d’inchiesta parlamentare, hanno portato alla luce non solo un fenomeno che per numero di imbarcazioni civili impiegate non ha precedenti ma anche una problematica ben più complessa: le diverse normative internazionali relative al soccorso in mare mal si adeguano all’esigenza di fare fronte alle numerose richieste di soccorso relative ai flussi migratori via mare compiuti utilizzando imbarcazioni non sicure; e, inoltre, esse nulla statuiscono nel caso in cui imbarcazioni civili formano, di fatto, un corridoio umanitario in acque internazionali.

Il confine tra lecito e illecito
In primis l’attività posta in essere da tali imbarcazioni è lecita e perfettamente conforme al diritto internazionale laddove si tratti di soccorsi portati a imbarcazioni in stato di pericolo (distress) e, preferibilmente, sotto il coordinamento costante del centro di coordinamento SaR (Search and Rescue) competente. Nel caso in cui, invece, non vi sia una vera e propria situazione di pericolo o essa venga simulata da soccorritori e trafficanti, vi è la possibilità che tale condotta vada a configurare il reato di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina.

Le Ong si muovono all’interno di una normativa internazionale che genericamente impone ad ogni comandante di nave di prestare soccorso a imbarcazioni che ne facciano richiesta o che siano in pericolo. Normativa che nulla dispone, nello specifico, relativamente a una ipotetica attività di soccorso umanitario compiuta mediante imbarcazioni civili equipaggiate esclusivamente a tale compito.

Si consideri anche chel’intenzione originariadel legislatore internazionale, che diede vita alla Convenzione SaR del 1979,era quella di distribuire le competenze e le responsabilità al fine di fronteggiare al meglio episodi sporadici di soccorso (esempio, la tragedia del Titanic) e non flussi migratori come quelli che ormai da anni interessano il Mediterraneo tutto.

I progetti Una Vis e ShadeMed
Per far fronte a tali esigenze e per meglio chiarire il confuso scenario che caratterizza l’area di mare che separa l’Italia, e quindi l’Europa, dall’Africa, una prima soluzione potrebbe essere rappresentata dalla conclusione di accordi fra gli attori istituzionali che operano nell’area e le organizzazioni non governative che posseggono imbarcazioni da utilizzare ai fini del soccorso umanitario in mare. Tali accordi potrebbero disciplinare specificamente i rapporti fra autorità e Ong, eliminando i potenziali dubbi sulla liceità di tali operazioni.

In questa direzione sembrano muoversi due progetti: Una Vis e ShadeMed (sorti rispettivamente in seno alla Guardia Costiera italiana e all’operazione militare europea EuNavforMed). Entrambi rappresentano infatti una fase embrionale di dialogo fra attori istituzionali e civili, fra cui figurano varie ONG, che operano nel Mediterraneo.

Un ruolo per l’Organizzazione Internazionale Marittima 
Un’azione più incisiva nei confronti delle carenze di disciplina evidenziate potrebbe essere quella d’agire su di un piano giuridico internazionale adendo l’Organizzazione Internazionale Marittima (Imo), al fine di ottenere delle Rules And Guidelines che disciplinino la specifica ipotesi dell’intervento in mare a scopo umanitario e diano una dimensione normativa chiara al fenomeno dell’impegno delle Ong con proprie imbarcazioni in operazioni di tale natura.

Non solo i rappresentanti degli Stati interessati potrebbero sollecitare un tale intervento, ma anche le stesse Ong. Infatti, l’Organizzazione Internazionale Marittima è compresa fra le varie Agenzie specializzate dell’Onu che hanno seguito il modello dell’Ecosoc nel disciplinare le relazioni con le organizzazioni non governative.

Nello specifico, la concessione dello statuto consultivo presso tale Agenzia è regolata dalle “Rules and Guidelines for Consultative Status df Non-Governmental International Organizations with the International Maritime Organization”. Va evidenziato però come esclusivamente le Ong a cui è riconosciuta una reputazione internazionale nel proprio campo di attività abbiano la possibilità di essere ammesse all’interno dell’Imo con tale statuto; e, dunque, solo esse possono accedere ai lavori dell’Organizzazione (tali Ong sono dette “internazionali”).

Il possibile tramite dell’Imrf
A ben vederevi è già una organizzazione non governativa internazionale con status consultivo presso l’Imo all’interno della quale sono rappresentate quasi tutte leOng presenti con proprie imbarcazioni nel Mar Mediterraneo: la International Maritime Rescue Federation (Imrf).L’auspicio è che le restanti Ong non rappresentate entrino a far parte dell’Imrf.

In questo modo la suddetta Ong internazionale potrebbe farsi ancora più portavoce di quella parte di società civile impegnata a far fronte, insieme alle autorità, a una crisi che ha assunto dimensioni più che allarmanti.

In conclusione, che si tratti di un intervento regionale, determinato dalla conclusione di accordi di collaborazione fra i vari attori istituzionali e non, o che si tratti di un’attività svolta su di un piano internazionale e indirizzata alla definizione di una normativa di settore, in grado di colmare le lacune già citate, è ormai chiaro come muoversi in una direzione volta alla collaborazione e alla definizione dei ruoli fra i vari attori interessati sia l’unica alternativa possibile e finalizzata al miglioramento di una situazione tragica, all’interno della quale non ci si può permettere di agire in ordine sparso.

Onofrio Spinetti laureato in giurisprudenza all’Università degli Studi di Bari con una tesi in diritto internazionale dal titolo “Le ONG e il soccorso in mare”.

Nessun commento: