Con il nuovo anno è entrata in vigore la legge quadro
sulle missioni militari italiane all'estero: che cosa cambia
per il nostro Paese? Aspettando l’insediamento di Trump,
a Bruxelles ultimi giorni di campagna elettorale per i candidati
alla presidenza del Parlamento europeo. Il nostro tricolore
la fa da padrone non solo nella corsa (tre candidati su sette
sono italiani) ma anche nel dibattito con i Cinque Stelle
fra adesione all'Alde e dietrofront verso l'Efdd.
Dopo lo schiaffo di Verhofstadt, quale prezzo
pagherà Grillo per tornare in casa Ukip?
L’America di Trump Trump, Re Mida dei Bitcoin? Sabrina Palanza 10/12/2016
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La recente elezione di Donald Trump alla Casa Bianca ha comportato un immediato calo del valore del dollaro Usa, ma altresì un’impennata del bitcoin, la cripto moneta per eccellenza che viene ormai percepita come una “valuta di rifugio” nei momenti d’incertezza economica e politica (non è un caso che ha registrato una crescita nei giorni successivi alla Brexit, stabilizzando il suo valore intorno ai 600 dollari), quando il sistema finanziario inevitabilmente risente dei più diversi fattori esogeni, tra cui quelli di matrice politica.
Trump, il cyber-liberale La comunità bitcoin, durante la recente campagna elettorale statunitense, ha avuto modo di schierarsi apertamente con Trump, sostenendolo con una donazione di 1,25 milioni di dollari nel mese di ottobre 2016 e identificandolo come il candidato più vicino al cyber-liberalismo, corrente ideologica nella quale la criptomoneta può essere inserita.
Del resto, lo stesso neo eletto presidente ha dichiarato in diverse interviste che, a suo parere, il governo dovrebbe classificare il Bitcoin (inteso, qui, nella sua tecnologia e rete) come una valuta legale. I legami, quindi, più o meno espliciti, tra Trump e la comunità bitcoin, sembrano conferire una certa coloritura tech al partito repubblicano e al nuovo presidente.
Bitcoin, la moneta Peer-to-peer: cosa sapere Trump la considera una valuta legale, la Banca centrale europea nel 2012 ha reso nota una relazione dal titolo “Modelli di moneta virtuale”, cercando di classificare i diversi modelli e schemi di moneta virtuale, sempre più persone al mondo la utilizzano, ma nessuno ha mai visto un Bitcoin. Di che stiamo parlando?
Con il termine “Bitcoin” viene indicata la tecnologia delle valute elettroniche, nate nel 2009 e svincolate da qualsiasi organo centrale che ne controlla e ne regola l’immissione nel mercato.
Come ogni moneta, sono un mezzo di pagamento che viene scambiato esclusivamente utilizzando computer e server sparsi nella rete (da qui, la sua natura peer-to-peer), che vengono chiamati wallet. Questo scambio avviene in maniera anonima e crittata, ma tramite un sistema del tutto pubblico, la Blockchain, ossia una sorta di registro in cui vengono archiviate tutte le transazioni effettuate ogni dieci minuti nel mondo.
Questa insita contraddizione rende parzialmente vero il fattore “anonimato”, in quanto le attività di ogni Bitcoinadress, ossia il codice alfanumerico che identifica ogniwallet, possono essere consultate da chiunque, pur non risalendo al nome dell’utente.
Ad ogni modo, affinché si possa registrare ogni transazione sulla Blockchain, e quindi portarla a conclusione, questa viene precedentemente presa in carico da un miners, ossia un “minatore” che, svolgendo una serie complessa di calcoli e decrittazioni, traduce il codice alfanumerico della transazione in Bitcoins, guadagnando per questo servizio 25 Bitcoins, che vanno ad incrementare il numero totale dei Bitcoins presenti nella rete mondiale.
A tal proposito, è stato calcolato che potranno essere “minati” (coniati) solo 21 milioni di Bitcoins, prevedendo così una quantità massima e fissa di “moneta” nel sistema, raggiunta la quale i minatori di Bitcoins saranno probabilmente compensati soltanto da numerose piccole commissioni di transazione.
Moneta globale, valute tradizionali e controllo politico Stando alla definizione di moneta fornitaci dall’economista Friedrich Hayek “La moneta è quella cosa che non diventa più economica a seguito della concorrenza con le altre valute, al contrario è quel bene il cui punto di forza risiede proprio in tale fattore”; i Bitcoin sembrano essere fedeli a tali principio in quanto non hanno eliminato le valute tradizionali, ma coesistono con loro e svolgono il ruolo di competitor.
Secondo l’economista, un sistema decentralizzato e denazionalizzato riuscirebbe a creare non solo una valuta migliore, ma un sistema più stabile, nel quale i governi non potranno più eccedere nella spesa per stimolare il mercato e l’occupazione, creando instabilità a danno dei cittadini.
Eppure, anche in ciò, vi è una contraddizione insita nel sistema: per “minare” bitcoins ci deve essere una certa “autorità” che ne regoli l’alimentazione, e l’assenza di un intermediario, come una Banca Centrale, genera alcune difficoltà, prima su tutte l’assenza di prestito di denaro.
Inoltre, il mancato controllo sul denaro da parte di un governo potrebbe comportare dei problemi al sistema politico. Ad oggi, per esempio, è possibile monitorare le transazioni finanziare, scoraggiando il riciclaggio di denaro. Con i Bitcoin, tutto ciò diventerebbe complicato, non riuscendo a rintracciare i movimenti di denaro benché, come è stato detto precedentemente, l’anonimato nelle transazioni sia solo parziale.
Secondo Juniper Research, il volume di tutti i Bitcoin andrà ad eccedere i 92 miliardi di dollari entro la fine del 2016, offrendo un salvacondotto per coloro che prevedono possibili disordini in materia economica, in particolare in relazione alle decisioni politiche ed economiche che il nuovo governo statunitense vorrà intraprendere.
Nonostante la giurisprudenza statunitense sia scissa tra il riconoscimento legale o meno della moneta virtuale, occorre ricordare che Trump in campagna elettorale ha dichiarato la sua intenzione di voler riconoscere come valuta legale il Bitcoin.
Da un lato, quindi, l’incertezza che aleggia sulle future politiche economiche sta spingendo sempre più cittadini d’oltreoceano ad investire in Bitcoin, dall’altro lo stesso neo eletto presidente sembra strizzare l’occhiolino al mondo della criptovaluta, con il fine ultimo, forse, di porla sotto il tanto auspicato da alcuni, controllo politico.
Rilevata, quindi, la portata innovativa della criptomoneta e della realizzazione di quanto teorizzato da Hayek, solamente dopo l’insediamento di Trump alla Casa Bianca si potrà capire quale futuro si prospetta per la valuta digitale.
Sabrina Palanza, laureata in Relazioni Internazionali presso l'Università degli studi di Perugia, attualmente studia i fenomeni legati alla privacy e agli sviluppi tecnologici da un punto di vista giuridico.
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